Vasilij Grossman L’inferno di Treblinka Adelphi
Pagine durissime che aprono uno squarcio nella più terribile fabbrica della morte nazista nel primo reportage sui campi di sterminio apparso nel 1944. Nel campo n. 2 di Treblinka tra il giugno del 1942 e l’agosto del 1943 furono uccise tre milioni di persone: ebrei, oppositori del Reich, in arrivo dai ghetti polacchi e poi da Bulgaria, Austria e Germania occidentale. Corrispondente di guerra di grande popolarità l’autore scrisse L’inferno di Treblinka nell’ autunno del 1944, subito dopo la liberazione del campo, fondandosi su decine di testimonianze di prima mano: i pochi superstiti, gli abitanti che vivevano nei dintorni e le stesse guardie. Un piccolo libro di immenso pregio: da leggere per non dimenticare.
Vasilij Grossman Vita e destino Adelphi
L’autore, nato all’inizio del ‘900 in Ucraina da una famiglia di origine ebrea, è il primo dissidente sovietico, precursore di Solženicyn. e questo suo romanzo possiede un respiro storico, oltre a una straordinaria e meticolosa umanità, che ricorda da vicino l’immenso capolavoro di Tolstoj, Guerra e pace. Terminato nel 1960, dopo quasi dieci anni di lavoro, il testo incorre nelle maglie della censura e solo dopo molte peripezie compare per la prima volta nel 1980 in Francia. Vita e destino non è solo un appassionante affresco storico dei lager nazisti e dei gulag staliniani ma è anche una bruciante riflessione sul male del quale l’autore svela con implacabile acutezza la natura, che è menzogna e cancellazione della verità mediante la mistificazione più abietta: quella di ammantarsi di bene, un bene astratto e universale nel cui nome si compie ogni atrocità e ogni bassezza.
Vasilij Grossman Tutto scorre Adelphi
Ivan Grigor'evic torna a Mosca dopo trent'anni di deportazione in Siberia. Grossman scrisse fra il 1955 e il 1963 questo libro, che è il suo testamento e come nel grandioso "Vita e destino", non cambiò molto nel suo stile scabro e aspro ma vi infuse l'inconfondibile tono della verità. Con lucidità e fermezza, prima di ogni altro parlò qui di argomenti intoccabili: la perenne tortura della vita nei campi, ma anche l'altra tortura, più sottile, di chi ne ritorna e riconosce la bassezza e il terrore negli occhi imbarazzati di parenti e conoscenti; lo sterminio sistematico dei kulaki; la delazione come fondamento della società. Su tutto questo Ivan Grigor'evic riflette, mentre vaga alla ricerca di un modesto lavoro e si adatta a una nuova vita di servitù.
Vasilij Grossman - Il’ja Erenburg Il libro Nero. Il genocidio nazista nei territori sovietici 1941-1945 Rizzoli
Dopo la controffensiva dell’Armata rossa, scrittori e intellettuali ebrei tra i quali gli autori di questo saggio, raccolsero in un “libro nero” le testimonianze sulla soluzione finale nei territori sovietici occupati dai tedeschi e in alcune regioni della Polonia: racconti di sopravvissuti alle stragi e ai lager, resoconti di eroici quanto disperati tentativi di rivolta stilati dai superstiti oltre agli appunti, alle lettere e alle pagine di diario di chi sapeva di dover morire. Con l’accusa di mistificazione ideologica il libro fu dapprima censurato e poi distrutto. Grazie alla figlia di Erenburg, che ne aveva salvato una copia, viene ripubblicato dopo cinquant’anni in un’edizione integrale che ha il merito di riportare alla luce i passi oscurati dalla censura staliniana oltre che di restituire all’ascolto le parole di altre innumerevoli vittime della più grande “pulizia etnica” del nostro secolo. |