domenica 12 maggio 2024
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Perché l’Olocausto non fu fermato 08/02/2010 -

Theodore S. Hamerow
Perché l’Olocausto non fu fermato
Feltrinelli

Professore emerito di Storia all'Università di Wisconsin-Madison, Theodore S.Hamerow in questo saggio, frutto di un vasto lavoro d’archivio, documenta per la prima volta in modo sistematico perché l’Occidente lasciò mano libera alla follia omicida nazista: l'Olocausto non fu fermato prima perché anche le democrazie occidentali furono percorse al loro interno da una fortissima ondata di antisemitismo, che impedì ai governi di prendere misure concrete in soccorso degli ebrei. Nessuna iniziativa diplomatica aiutò i fuggiaschi, anzi, molti paesi resero estremamente difficoltoso, se non impossibile, l'accoglienza degli ebrei. E' un libro interessante e documentato che ci lascia con la speranza che nulla del genere possa verificarsi nuovamente.

Sei milioni di accusatori 25/02/2010 -

Gideon Hausner
Sei milioni di accusatori
Einaudi

Quando il 15 dicembre 1961 la prima edizione di questo saggio veniva pubblicata in Italia, la condanna a morte di Adolf Eichmann da parte della corte distrettuale di Israele era stata pronunciata da poche ore. Si consumava così uno dei più celebri e controversi processi del XX secolo, il primo e uno dei più importanti in cui vennero affrontati in modo specifico i crimini dell'Olocausto. Da allora il nome di Eichmann divenne uno dei simboli della barbarie del Novecento. Oggi, quasi mezzo secolo più tardi, il discorso del procuratore Gideon Hausner offre ancora un drammatico affresco degli eventi dell'Olocausto e, soprattutto, costituisce un importante documento della vicenda del processo e del complesso di significati che esso ebbe per la coscienza collettiva in Israele e nel mondo.

The Jewish State: The Struggle for Israel's Soul 14/12/2009 -

Yoram Hazony
The Jewish State: The Struggle for Israel's Soul
Basic/New Republic Book

Yoram Hazony, president of the Shalem Center in Jerusalem, has written one of the first serious attempts to describe and battle post-Zionism. The Jewish State is a powerful assessment of "post-Zionist" Israeli culture--the Jewish movement that seeks to overturn traditional notions of Israel as a Jewish state. The author, who has been a participant in some of the most significant stages of the Middle East peace process, investigates the cultural and political history of post-Zionism, the extent of its current influence, and its potential effects in the future.

Le prigioni della mente araba 01/03/2010 -

Tarek Heggy
Le prigioni della mente araba
a cura di Valentina Colombo
Marietti

L’autore è uno dei più illustri pensatori arabi liberali, docente di diritto oltre che esperto uomo d’affari e le sue analisi storiche, politiche e sociologiche del mondo islamico sono considerate acute e concrete. In questo saggio l’intellettuale egiziano analizza le società arabo-islamiche e le sue parole sono un monito coraggioso e inequivocabile sia per il mondo arabo che per quello occidentale. In un Egitto dove la deriva islamista è sempre più evidente, Heggy non teme di esprimere le proprie opinioni e uno dei suoi obiettivi principali è quello di liberare il mondo arabo dal tarlo dell’ideologia del complotto - sionista, americano o, più in generale, occidentale. Un libro imperdibile per conoscere a fondo il mondo arabo.

Vecchia terra nuova 25/11/2012 -

Theodor Herzl
Vecchia terra nuova
Bibliotheca Aretina


Il brillante giornalista ungherese, padre del sionismo, immaginò Israele prima ancora che fosse realtà. In quest’ opera visionaria pubblicata nel 1902 Theodor Herzl racconta in modo affascinante di un giovane avvocato che per una delusione d’amore decide di seguire un milionario misantropo nei mari del Sud e attraversa la Palestina colonizzata dai pionieri sionisti nel 1923.
Magistrale è la descrizione del paesaggio, delle strade, del brulichio nei porti e il racconto di come i coloni abbiano reso fertile la terra piantando alberi e fondando cooperative agricole.
L’autore immagina persino l’urbanistica con le tramvie sospese e le gallerie sotterranee in una “Nuova Società” giusta dove le cariche sono affidate a persone meritevoli e dove le donne hanno diritto di voto e parità nei ruoli sociali. E’ una società libera, tollerante e cosmopolita quella che immagina Herzl non dissimile peraltro dall’Israele odierno.
Una lettura imprescindibile per chi vuole andare alle radici dello Stato d’Israele.

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