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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Il Manifesto-L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
10.06.2018 Manifesto & Osservatore Romano, gemelli nel diffondere menzogne
Questa volta mantiene il primato Michele Giorgio

Testata:Il Manifesto-L'Osservatore Romano
Autore: Michele Giorgio-OR redazione
Titolo: «La Palestina all'Onu:indagate e proteggete i civili da Israele-Venerdì di sangue al confine tra Israele e Gaza»

Riprendiamo oggi, 10/06/2012, da IL MANIFESTO e dall' OSSERVATORE ROMANO, due servizi  preceduti dal nostro commento.

Il Manifesto- Michele Giorgio: "La Palestina all'Onu: indagate e proteggete i civili da Israele"

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A Michele Giorgio il primato di essere il peggiore. Si rimane sempre increduli nel vedere come un giornalista non si vergogni di scrivere menzogne riconoscibili come tali da qualsiasi lettore. Chiede la protezione dei manifestanti quando sono gli stessi che si dichiarano 'martiri' che cercano la morte per 'combattere Israele. Giorgio continua invece a definirli "civili", intossicati dai gas lacrimogeni, mentre sono stati più letali i coperini incendiati dagli stessi assalitori. I piani di Hamas diventano "presunti", quando sono già descritti chiaramenti nello statuto di Hamas. I colpiti dai soldati israeliani sembrano a Giorgio a dei nosrmali passanti che si trovavano lì per caso. Luned' pubblichiamo un video girato dagli stessi terroristi, in cui quella che Giorgio presenta come "paramedica 21enne Razan al Najjar" viene intervistata e dichiara di essere una martire venuta lì per farsi uccidere .
Ci sono poi- e qui ci sarebbe anche da ridere - quelli che Giorgio chiama "
un gruppo di giovani di Gaza che preparavano palloncini e aquiloni da inviare verso Israele durante le manifestazioni" Ma guarda, palloncini e aquiloni, che non erano però dei diversivi per bambini, ma strumenti da far esplodere in torritori israeliano, per uccidere e bruciare i raccolti.
Giorgio ha una unica giustificazione: la scritta sopra la testata del Manifesto "quotidiano comunista".

La Palestina mercoledì sarà al centro della seduta dell'Assemblea generale dell'Onu dopo l'uccisione da parte di Israele di altri quattro manifestanti di Gaza durante il «Venerdì di Gerusalemme» della Grande Marcia del Ritorno. «Abbiamo chiesto una riunione d'emergenza dell'Assemblea per condannare Israele, il suo uso della forza e l'uccisione di civili palestinesi», ha spiegato l'ambasciatore palestinese all'Onu Riyad Mansour. Circola già una bozza di risoluzione in cui si chiede di indagare sulle violenze avvenute nell'area e di garantire protezione alla popolazione palestinese.
IL RICORSO ALL'ASSEMBLEA è stato deciso dopo il veto posto dagli Usa, il primo giugno, a una bozza di risoluzione contro Israele presentata al Consiglio di Sicurezza dal Kuwait che chiedeva al segretario generale Guter res di individuare modalità per proteggere i civili palestinesi. Gli Usa guardano alle uccisioni a Gaza di 127 civili palestinesi e al ferimento di altri 14mila (tra intossicati dai lacrimogeni e colpiti da proiettili) dal 30 marzo a venerdì scorso, come una «autodifesa» di Israele contro presunti piani di Hamas per compiere attentati. Israele avrebbe fatto uso di «moderazione» nell'affrontare la Marcia del Ritorno, ha sostenuto qualche settimana fa l'ambasciatrice Usa all'Onu Haley, minimizzando il tiro al bersaglio dei cecchini israeliani e sorvolando su Gaza soggetta da 11 anni a un rigido blocco. IERI LA CITTA DI KHANYUNIS ha partecipato ai funerali di un altro suo giovanissimo abitante, Haitham al Jamal,15 anni, colpito a morte due giorni fa dai soldati israeliani, una settimana dopo l'uccisione della paramedica 21enne Razan al Najjar. Il governo Netanyahu parla di «terrorismo' e ribadisce la linea dura. Ieri un aereo ha sparato «colpi di avvertimento» contro un gruppo di giovani di Gaza che preparavano palloncini e aquiloni da inviare verso Israele durante le manifestazioni. Trasportano bottiglie molotov, dice l'esercito, che stanno provocando incendi in territorio israeliano.

L'Osservatore Romano- " Venerdì di sangue al confine tra Israele e Gaza "

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Il quotidiano vaticano pubblica spesso notizie in ritardi rispetto agli altri media, la ragione - viene detto - sta nel fatto che sono in genere commenti, che richiedono tempo- Ma quando si tratta di fare propaganda palestinista, la fretta è d'obbligo, non sia mai!  "Venerdì di sangue" è un must nelle titolazioni, con la ripresa dei numeri di morti e feriti, colpiti da 'proiettili veri'. Pare che l'invasione di un altro paese non possa essere fermata con telegrammi o invocazioni alla pace, come vorrebbero alcuni redattori, istruiti in tale maniera dall'autorità più alta, sempre con molta ostinazione.

 Tel Aviv, 9. - Nuovo venerdì di sangue al confine tra Israele e striscia di Gaza, dove ieri quattro palestinesi sono rimasti uccisi durante le proteste per la "marcia del ritorno" indetta da Hamas. I media locali parlano di almeno 525 feriti, ottanta dei quali sarebbero stati colpiti «da proiettili veri», oltre alle pallottole di plastica. Secondo l'esercito israeliano, i dimostranti hanno bruciato gomme, tirato tubi, ordigni esplosivi e sassi verso i soldati, tentando di danneggiare i reticolati al confine. I disordini sono stati particolarmente intensi soprattutto nella zona di Khan Jounis, a sud della Striscia, e a Jabaliya. Sulla situazione è stata convocata per mercoledì prossimo una riunione d'emergenza dell'assemblea generale delle Nazioni Unite. Manifestanti palestinesi durante le proteste al confine con Israele.

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