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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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La Stampa - Corriere della Sera Rassegna Stampa
24.10.2017 'Anna Frank romanista': antisemitismo allo stadio di tifosi della Lazio
Cronaca di Francesco Grignetti, Claudia Voltattorni intervista Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma

Testata:La Stampa - Corriere della Sera
Autore: Francesco Grignetti - Claudia Voltattorni
Titolo: «Anna Frank con la maglia Roma. Razzismo, choc nella curva - Dureghello, accuse a Lotito: adesso denunci i colpevoli»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 24/10/2017, a pag. 18, con il titolo "Anna Frank con la maglia Roma. Razzismo, choc nella curva", la cronaca di Francesco Grignetti; dal CORRIERE della SERA - ROMA, a pag. 1, con il titolo "Dureghello, accuse a Lotito: adesso denunci i colpevoli", l'intervista di Claudia Voltattorni a Ruth Dureghello.

Ecco gli articoli:

Risultati immagini per anna frank romanista
"Anna Frank romanista": le immagini diffuse domenica allo stadio di Roma

LA STAMPA - Francesco Grignetti: "Da Forza Nuova a casa Pound tra nazionalismo e omofobia"

Immagine correlata.
Francesco Grignetti

Pensavano forse di essere spiritosi, inconsapevoli di infangare la memoria di milioni di vittime, quei tifosi della Lazio che domenica sera hanno seguito la partita dalla Curva Sud dello stadio e non dalla solita Curva Nord. Siccome erano in casa degli odiati romanisti, hanno ritenuto di lasciare qualche «ricordino» ai cugini giallorossi sotto forma di piccoli adesivi che hanno attaccato a vetrate, seggiolini, corrimano, pareti. Ed ecco l’agghiacciante campionario dei souvenir: «Romanista Ebreo», «Romanista coleroso», «Romanista frocio», «As Roma merda», «Romanista Aronne Piperno» (con riferimento dispregiativo a un personaggio del film culto per i romani “Il marchese del Grillo”), «ASRabbit» con un coniglio per tifoso della Roma. Infine l’adesivo più «pregiato», si fa per dire, della collezione antisemita: quello che riproduce l’immagine di Anna Frank con la maglia della Roma.

Non è nemmeno la prima volta che in città si vedono questi adesivi orribili che usano il celebre sorriso della ragazzina ebrea olandese, deportata dai nazisti e morta a Bergen Belsen, come veicolo di insulti. Nel 2013 apparirono per la prima volta nel rione Monti, poi in altre zone della Capitale. E ora è choc. Indaga la procura calcistica. Anche la Digos è stata incaricata dei primi accertamenti.

«Questa non è una curva - si sfoga la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello - questo non è calcio, questo non è sport. Fuori gli antisemiti dagli stadi». Si unisce la sindaca di Roma, Virginia Raggi: «Questo non è calcio, questo non è sport, ha ragione Dureghello». Scatta anche la reazione del governo. Dice il ministro dello Sport, Luca Lotti: «Quello che è accaduto ieri sera è gravissimo, non ci sono giustificazioni». E il senatore dem Andrea Marcucci: «Serve una repressione severa degli ultrà della Lazio, che hanno insozzato le curve dell’Olimpico. Mi auguro che il ministro Minniti intervenga». Insorge anche Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana.

Si profila una nuova bufera sulla Lazio e i laziali, insomma, non nuovi a exploit del genere. Resta indimenticabile quella volta che in un derby esposero il seguente striscione dedicato ai romanisti: «Auschwitz la vostra patria, i forni le vostre case».
Ecco dunque che la società, già alle prese con la squalifica per due turni della Curva Nord in seguito a cori razzisti della tifoseria (e per questo motivo i laziali erano in Curva Sud), prova a limitare i danni: «La Lazio - dice il portavoce Arturo Diaconale - ha sempre condannato ogni forma di razzismo. Ci preoccupa che un numero minutissimo di sconsiderati può provocare danni d’immagine e materiali clamorosi a una società che sta facendo ogni massimo sforzo essere al passo coi tempi». Alle 12 di oggi il presidente Claudio Lotito andrà in sinagoga con i fiori in mano.
Sarà pure «minutissimo» il numero degli antisemiti, ma certo è che gli ultras Irriducibili avevano appena intimato ai tifosi di smetterla con gli ululati «al fine di evitare pesanti sanzioni». Ed ecco esplodere il nuovo caso. A cui reagiscono così: «Quando parlate di noi sciacquatevi la bocca... siete il male della Lazio. Giornalisti terroristi». Per il resto, in tanti sono convinti che sia un complotto ordito dai romanisti.

CORRIERE della SERA - Claudia Voltattorni: "Dureghello, accuse a Lotito: adesso denunci i colpevoli"

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Ruth Dureghello

“Quello che successo è gravissimo, non va sottovalutato e credo che ci sia bisogno di una reazione molto forte e unita di tutte le forze in campo, dalle società di calcio, al Coni, alla politica: servono atti e gesti corali». La presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello quasi non credeva ai suoi occhi quando ha visto quegli adesivi con Anna Frank con indosso la maglietta della Roma. Alcuni tifosi della Lazio li hanno attaccati sui vetri in Curva Sud domenica durante la partita contro il Cagliari. La Curva Nord dei laziali era chiusa per la prima delle due giornate di squalifica dopo i buu razzisti contro il Sassuolo. La Lazio ha condannato il gesto pur sottolineando che si è trattato di «un numero minutissimo di sconsiderati». Ma per Ruth Dureghello questo non è sufficiente: «Non può bastare, né a me né a nessuno e anche se sono pochi e isolati fanno comunque molto danno». “Un gesto di pochissimi e sconsiderati, dice la Lazio? Ma non ci si può nascondere dietro a questi "pochissimi", anche perché doveva essere la società a denunciarli subito, invece l'ho fatto io, mentre questi tifosi - dice Dureghello - spavaldi mostravano le loro gesta: mi fa indignare questa cosa».

Come reagire? La presidente della comunità non chiede una punizione, «non è il mio ruolo», ma invoca piuttosto «una reazione unanime di tutti, perché l'antisemitismo non è una questione solo della comunità ebraica ma riguarda tutti: usare quelle immagini in quel modo deve indignare chiunque le guardi». È necessario, sottolinea ancora «che tutti prendano coscienza che quelle azioni danneggiano prima di tutto lo sport: perché quello che accade negli stadi non ha nulla a che fare con lo sport, si chiama antisemitismo ma anche razzismo, violenza, omofobia: tutto questo va condannato ed estirpato. Il Pd chiede l'intervento del ministro dell'Interno Marco Minniti, parlando di «repressione severa». La presidente della Camera Laura Boldrini invoca «durezza» per «non darla vinta ai razzisti». Il ministro dello Sport Luca Lotti parla di «fatto gravissimo» e il presidente della Figc Carlo Tavecchio di «fatto inqualificabile».

La sindaca Virginia Raggi fa sue le parole di Dureghello, «non è sport questo», mentre il presidente della Regione Nicola Zingaretti proprio da Treblinka, in un Viaggio della Memoria con decine di studenti, si dice ancora più indignato «perché siamo qui per contrastare ogni forma di ignoranza e revisionismo». E Ruth Dureghello ricorda che «ancora una volta un gesto di pochi e isolati si traduce in un disastro, una volgarità assoluta che tra l'altro è anche un reato: ma ora basta, è ora di far capire una volta per tutte cosa è lecito e cosa no e che azioni di questo genere hanno delle conseguenze gravi». Chiudere gli stadi? «Non sono io a dirlo - continua -, però potrebbe servire farlo per 2-3 settimane, magari anche le società finalmente capirebbero che è ora di smetterla con l'antisemitismo sugli spalti».

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