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La Stampa Rassegna Stampa
22.02.2020 Siria, caos e violenza a Idlib
Non si placa lo scontro tra Russia e Turchia

Testata: La Stampa
Data: 22 febbraio 2020
Pagina: 17
Autore: la redazione della Stampa
Titolo: «Erdogan: 'A Idlib spero in una tregua con Putin'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 22/02/2020, a pag.17, l'articolo "Erdogan: 'A Idlib spero in una tregua con Putin' ".

Risultato immagini per idlib
Idlib, Siria

Recep Tayyip Erdogan spera ancora in «una tregua a Idlib» dove ormai «è guerra aperta» fra i militari turchi che appoggiano i ribelli e l'esercito governativo siriano, costata ieri la vita a due soldati turchi e almeno una decina siriani. Il leader turco ha chiamato ieri sera Vladimir Putin e ha ribadito la richiesta alla Russia di «controllare» le forze di Bashar al-Assad, fermare l'offensiva ed evitare una crisi umanitaria ancora più grave, dopo che 900 mila persona sono fuggite dalle loro case. Erdogan resta fermo sul «pieno rispetto» dell'accordo di Sochi del 2018, che aveva portato per un anno alla sospensione delle ostilità. Putin ha però replicato che l'accordo impegna anche la Turchia a disarmare i «gruppi terroristi», i ribelli jihadisti, cosa che non è stata fatta. Per il Cremlino la telefonata ha contribuito comunque a "ridurre le tensioni, garantire il cessate il fuoco e neutralizzare la minaccia terroristica".


La mediazione

Ma l'accordo fra i due questa volta è ancora lontano e nella mediazione si sono inseriti Emmanuel Macron e Angela Merkel. Il presidente francese e la cancelliera hanno sentito sia Erdogan sia Putin e lavorano per un vertice a 4 in grado di «evitare altre conseguenze negative per la popolazione civile». Un allarme lanciato di nuovo ieri dall'Onu, che ha avvertito come la battaglia rischia di «finire in un bagno di sangue». Il ministero della Difesa russo ha però replicato che le notizie su un «flusso di centinaia di migliaia di abitanti verso la Turchia» erano «esagerate» e ha chiesto ad Ankara di lasciare passare i profughi verso altre zone nel Nord della Siria sotto il suo controllo. Dei 900 mila sfollati, 300 mila sarebbero già stati trasferiti nei distretti di Afrin e Al-Bab, in parte spopolati dalla fuga dei curdi dopo l'occupazione turca.
Ma è tutta la battaglia di Idlib che si lega alla sorte delle aree curde nel Nord della Siria. Erdogan ieri ha ripetuto che «non lascerà Idlib» ed è pronto a una nuova operazione militare, come le tre lanciate a partire dal 2016. Secondo l'analista Michael Tanchum dell'Austrian Institute for European and Security Studies è una mossa che potrebbe «mettere fine all'alleanza transitoria fra Turchia e Russia in Siria». Dal punto di vista militare «la Seconda armata turca è nettamente superiore alle capacità dell'esercito siriano a Idlib» ma non può avere appoggio aereo per la presenza dell'aviazione russa: «Un attacco potrebbe portare a una controffensiva russa che andrebbe oltre Idlib. Una volta provocata, Mosca sarebbe tentata di chiudere la partita spazzando via la presenza turca da tutta la Siria settentrionale».

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