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Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 22/02/2020, a pag.17, l'articolo "Erdogan: 'A Idlib spero in una tregua con Putin' ".
Idlib, Siria La mediazione
Ma l'accordo fra i due questa volta è ancora lontano e nella mediazione si sono inseriti Emmanuel Macron e Angela Merkel. Il presidente francese e la cancelliera hanno sentito sia Erdogan sia Putin e lavorano per un vertice a 4 in grado di «evitare altre conseguenze negative per la popolazione civile». Un allarme lanciato di nuovo ieri dall'Onu, che ha avvertito come la battaglia rischia di «finire in un bagno di sangue». Il ministero della Difesa russo ha però replicato che le notizie su un «flusso di centinaia di migliaia di abitanti verso la Turchia» erano «esagerate» e ha chiesto ad Ankara di lasciare passare i profughi verso altre zone nel Nord della Siria sotto il suo controllo. Dei 900 mila sfollati, 300 mila sarebbero già stati trasferiti nei distretti di Afrin e Al-Bab, in parte spopolati dalla fuga dei curdi dopo l'occupazione turca.
Ma è tutta la battaglia di Idlib che si lega alla sorte delle aree curde nel Nord della Siria. Erdogan ieri ha ripetuto che «non lascerà Idlib» ed è pronto a una nuova operazione militare, come le tre lanciate a partire dal 2016. Secondo l'analista Michael Tanchum dell'Austrian Institute for European and Security Studies è una mossa che potrebbe «mettere fine all'alleanza transitoria fra Turchia e Russia in Siria». Dal punto di vista militare «la Seconda armata turca è nettamente superiore alle capacità dell'esercito siriano a Idlib» ma non può avere appoggio aereo per la presenza dell'aviazione russa: «Un attacco potrebbe portare a una controffensiva russa che andrebbe oltre Idlib. Una volta provocata, Mosca sarebbe tentata di chiudere la partita spazzando via la presenza turca da tutta la Siria settentrionale».
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