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La Stampa Rassegna Stampa
12.12.2019 Usa: un altro attacco al supermercato kasher. Gli assassini suprematisti neri antisemiti
Cronaca di Francesco Semprini, analisi di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 12 dicembre 2019
Pagina: 11
Autore: Francesco Semprini - Paolo Mastrolilli
Titolo: «New Jersey, attacco al supermarket kosher, Trump: nuove norme contro l'antisemitismo - Messaggi d'odio contro ebrei e bianchi. Il risveglio della setta dei suprematisti afro»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 12/12/2019, a pag.11, con il titolo "New Jersey, attacco al supermarket kosher, Trump: nuove norme contro l'antisemitismo", l'analisi di Francesco Semprini; con il titolo "Messaggi d'odio contro ebrei e bianchi. Il risveglio della setta dei suprematisti afro", il commento di Paolo Mastrolilli.

A destra: un gruppo di adepti della setta antisemita "Black Hebrew Israelites"

Ecco gli articoli:

Francesco Semprini: "New Jersey, attacco al supermarket kosher, Trump: nuove norme contro l'antisemitismo"

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Francesco Semprini

Il presidente Trump ha firmato un decreto esecutivo in cui definisce l'ebraismo una nazionalità e non solo una religione, al fine di incentivare il contrasto e la prevenzione di atti di antisemitismo. Secondo quanto riferito da funzionari della Casa Bianca il provvedimento avrebbe lo scopo di contrastare i movimenti anti-israeliani. Secondo il Titolo VI del Civil Rights Act del 1964, il dipartimento dell'Istruzione può sospendere o revocare finanziamenti destinati a qualsiasi istituzione educativa in cui avvengono pratiche sistematiche di discriminazione «per motivi di razza, colore o nazione di origine». La religione non è inclusa tuttavia tra le categorie «protette» e pertanto Trump vuole aggirare questa lacuna, che espone a rischi discriminatori le persone di religione ebraica, equiparando l'ebraismo a una identità nazionale del Medio Oriente, al pari degli italoamericani o degli americani-polacchi. La decisione di Trump arriva meno di 24 ore dopo la strage che ha sconvolto il New Jersey. Dopo che erano state escluse inizialmente matrici terroristiche, comincia a prendere corpo l'ipotesi di un attacco antisemita.

La strage Sarebbero un uomo e una donna i due killer uccisi ieri a Jersey City nella sparatoria che ha provocato 6 vittime, tra cui un poliziotto, e tre feriti, tra cui due agenti. Uno dei due killer aveva pubblicato sulla rete messaggi antisemiti e contro la polizia. Da quello che si vede nelle immagini delle telecamere di sicurezza, i due avrebbero preso di mira volutamente il supermarket JC Kosher, punto di riferimento della comunità ultra-ortodossa di questa città, che si estende di fronte a Manhattan, sulla sponda opposta del fiume Hudson. «Gli assalitori hanno preso di mira deliberatamente un negozio kosher», ha dichiarato il sindaco della città, Steven Fulop, denunciando l'antisemitismo e chiedendo al sindaco di New York di rafforzare la protezione della comunità ebraica. Durante l'assalto a colpi di fucile è rimasto a terra un poliziotto, Joe Seals, padre di cinque figli, ed altre tre persone, un cliente e i due proprietari del supermercato kosher, Leah Minda Ferencz e il marito Moshe Deutsch, membri della comunità chassidica. Sembra che il killer fosse legato al movimento «Black Hebrew Israelites», designato come gruppo d'odio dal Southern Poverty Law Center, che monitora tali gruppi. Si tratta di David Anderson, 47 anni, rimasto ucciso nel conflitto a fuoco con la polizia insieme alla sua complice Francine Graham. Gli investigatori hanno trovato una bomba artigianale e un messaggio nel van dei killer; il testo conterrebbe un messaggio «religioso». Secondo le ricostruzioni, alcuni agenti avrebbero avvistato gli assalitori all'interno di un furgone U-Haul, azienda specializzata in traslochi. È lì che è iniziato il primo conflitto a fuoco proseguito in una zona residenziale della città. Successivamente i due killer si sono asserragliati all'interno del negozio kosher sparando all'impazzata in strada dalle finestre. Lo scontro è andato avanti diverse ore prima che gli autori della mattanza venissero uccisi.

Paolo Mastrolilli: "Messaggi d'odio contro ebrei e bianchi. Il risveglio della setta dei suprematisti afro"

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Paolo Mastrolilli

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Il
supermarket JC Kosher

“Ogni persona bianca che non verrà uccisa da Cristo quando tornerà, sarà ridotta in schiavitù». Così parlava General Mayakaahla Ka, predicatore della Israelite School of Universal Practical Knowledge, secondo un rapporto pubblicato il 29 agosto del 2009 dal Southern Poverty Law Center. Poi aggiungeva: «Io sto parlando di 99 milioni di negri! E tu parli di 6 milioni di morti di fame?». E ancora: «L'Olocausto è uno scherzo. Heil Hitler». Quel documento aveva lanciato l'allarme sul fenomeno dei «Black Hebrew Israelites», cioè i neri che si ritengono i veri discendenti degli ebrei delle Sacre scritture, perché stava prendendo una piega speculare a quella dei suprematisti bianchi. Martedì sera a Jersey City, se le prime informazioni raccolte dagli investigatori sono corrette, questa minaccia si è trasformata in realtà. Almeno uno dei due assalitori del mercato kosher, David Anderson, era infatti legato ai «Black Hebrew Israelites», e ciò potrebbe aprire una nuova pagina raggelante per il terrorismo domestico americano. Questa storia affonda le radici addirittura nel Diciannovesimo secolo, quando Frank Cherry aveva costituito la «Church of the Living God» a Chattanooga, nel Tennessee, e William Crowdy aveva creato la «Church of God and Saints of Christi» a Lawrence, in Kansas. Il punto di partenza era comune, ossia la persecuzione subita durante il lungo periodo della schiavitù. Allora tra gli afro-americani si era diffusa la convinzione che loro fossero i veri discendenti culturali, ma anche biologici, degli ebrei descritti nelle Sacre scritture. Ciò consentiva una rivalsa morale e una giustificazione della ribellione contro i bianchi cristiani, che era gli usurpatori della religione, appartenenti in realtà ad una razza inferiore. Il movimento da allora in poi si è allargato, prendendo molte direzioni diverse e contraddittorie. Gli studiosi distinguono i suoi appartenenti in almeno tre categorie: gli ebrei neri che restano legati al cristianesimo ma adottano i rituali ebraici; quelli che si uniformano di più alla tradizione ebraica; e quelli che invece intendono la definizione di israeliti soprattutto con un connotato nazionalistico. Nessuno di questi gruppi viene riconosciuto nell'ambito dell'ebraismo autentico, e in passato ci sono state anche frizioni quando alcuni membri sono emigrati verso Israele, chiedendo di ottenere la cittadinanza sulla base di una presunta discendenza diretta dal popolo delle scritture. Lo studio del Southern Poverty Law Center sosteneva che la maggioranza dei gruppi dei «Black Hebrew Israelites» «non sono nè esplicitamente razzisti, nè antisemiti, e non promuovono la violenza». Allo stesso tempo però avvertiva che «c'è un settore estremistico emergente, i cui adepti credono che gli ebrei siano impostori diabolici, e condannano apertamente i bianchi come la personificazione del maligno, meritevoli solo della morte e la schiavitù». Negli ultimi anni questi gruppi hanno seguito un percorso speculare a quello dei suprematisti bianchi, diventati più attivi durante l'amministrazione Trump, a partire dagli scontri di Charlottesville del 2017. La protesta nera si era stranamente calmata, dopo l'esplosione di Black Lives Matter all'epoca di Obama, ma questo potrebbe essere il primo segnale di un ritorno più violento.

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