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Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 06/12/2019, a pag.10, con il titolo "Armi balistiche, Teheran le porta in Iraq e sfida Trump", la cronaca di Giordano Stabile.
Giordano Stabile Manovre alla base di Ayn Al-Asad Soldati Usa nel Golfo Sono più che ipotesi. Due giorni fa 5 razzi hanno colpito dal base di Ayn Al-Asad, dove sono concentrati circa metà dei militari statunitensi in Iraq. Ora il contingente potrebbe trovarsi al centro di una guerra fra Usa, Iran e Israele. Urgono rinforzi e ieri mattina fonti nell'amministrazione Trump hanno alluso alla possibilità dell'invio di altri 14 mila soldati nel Golfo. Il Pentagono ha poi smentito ma in ogni caso il build-up è in corso. Quest'anno la Casa Bianca ha già inviato 14.500 militari in più, sia per rafforzare le difese anti-aeree dell'Arabia Saudita che per allargare la presenza marittima e pattugliare lo Stretto d Hormuz. Il totale delle forze Usa in Medio Oriente è salito a 64 mila uomini. Il grosso è concentrato nel Golfo, 5 mila sono in Iraq, 650 in Siria, 12 mila in Afghanistan. È un cordone di sicurezza attorno alla Repubblica islamica, che pero non arretra. Teheran ha annunciato esercitazioni marine assieme a Russia e Cina, mentre i pasdaran hanno implicitamente ammesso di aver attaccato le infrastrutture petrolifere saudite il 14 settembre. Il fronte interno è stato invece «pacificato» con una repressione brutale. La stima dei morti è salita a 1.000, gli arresti sarebbero 7 mila. Il regime ha ammesso l'uccisione di manifestanti e ha promesso risarcimenti alle famiglie se verrà dimostrato un «uso eccessivo della forza».
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