giovedi` 02 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
29.01.2019 Benjamin Netanyahu: 'A Hebron basta osservatori internazionali con agenda politica anti-Israele'
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 29 gennaio 2019
Pagina: 17
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Netanyahu: 'A Hebron basta osservatori internazionali'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 29/01/2019, a pag.17, con il titolo "Netanyahu: 'A Hebron basta osservatori internazionali' " l'analisi di Giordano Stabile.

A destra: Benjamin Netanyahu

Immagine correlata
Giordano Stabile

Il primo ministro israeliano Netanyahu annuncia la fine della missione degli osservatori internazionali a Hebron e un altro pezzetto degli accordi Oslo viene smontato. Netanyahu ha dato l’annuncio ieri: «Non consentiremo la presenza di una forza internazionale che agisce contro di noi». Il riferimento è a una serie di «incidenti» che hanno visto penalizzati, secondo il governo israeliano, gli abitanti degli insediamenti ebraici nella città a maggioranza araba della Cisgiordania, dove sono ospitate le Tombe dei patriarchi, uno dei luoghi più sacri dell’ebraismo. Hebron conta circa 200 mila abitanti palestinesi, ma nel centro storico, adiacente alle Tombe, c’è un quartiere ebraico con 700 persone, alle quali vanno aggiunti le settemila che vivono nel vicino insediamento di Qyriat Arba. Il massacro del 1994, quando l’estremista israelo-americano Baruch Goldstein uccise 19 musulmani in preghiera nella moschea costruita sopra le Tombe, ha segnato la città e portato all’intesa per istituire la missione internazionale, inserita come clausola negli accordi di Oslo.

Immagine correlata
Hebron


La Temporary International Presence in Hebron (Tiph) inizia nel 1997. Viene però rinnovata ogni sei mesi ed è in scadenza il 31 gennaio. Netanyahu ha detto che non la rinnoverà. In base agli accordi circa il 20 per cento della città è sotto il controllo del forze di sicurezza israeliane, il resto è competenza di quelle palestinesi. La forza internazionale veglia sul rispetto degli accordi e cerca di smorzare gli attriti. Sono 64 uomini da Italia, Svizzera, Norvegia, Svezia e Turchia, compresi 15 carabinieri, disarmati ma muniti di macchine fotografiche e taccuini.

I loro rapporti hanno una funzione deterrente, ma infastidiscono il governo israeliano, che li considera di parte. Due incidenti hanno fatto precipitare la situazione. In uno, secondo la polizia israeliana, un dipendente della Tiph ha forato le gomme all’auto di un abitante ebreo. In un altro un osservatore avrebbe schiaffeggiato un ragazzo. Netanyahu è però anche spinto dalla pressioni della destra religiosa, che considera Hebron incedibile, e teme un «rapporto riassuntivo» su 20 anni di attività della Tiph. Il succo è che «Hebron sta andando nella direzione opposta» rispetto a quanto concordato. Una condanna implicita dello Stato ebraico che il premier, già in rotta con l’Onu su altri fronti, non è disposto ad accettare.

Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/ 65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT