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La Stampa Rassegna Stampa
30.11.2018 Fabrizio Ricca querelato da Diana Carminati, odiatrice di Israele dalla coda di paglia
Cronaca di Andrea Rossi

Testata: La Stampa
Data: 30 novembre 2018
Pagina: 49
Autore: Andrea Rossi
Titolo: «Critiche al convegno pro Palestina. Indagine su Ricca»

Riprendiamo dalla STAMPA - Torino di oggi, 30/11/2018, a pag. 49, con il titolo "L'afghano fermato a Bardonecchia sospettato di terrorismo e scarcerato", la cronaca di Andrea Rossi.

Fabrizio Ricca è stato l'unico, il 9 luglio scorso, a votare contro la mozione che demonizzava Israele al Consiglio comunale di Torino, come abbiamo a suo tempo riportato: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=71306
Diana Carminati, docente in pensione che si distingue per partecipare attivamente a tutte le iniziative di odio contro Israele, ha querelato Ricca, che non l'aveva mai citata personalemnte, dimostrando così di avere la coda di paglia.

Ecco l'articolo:

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Fabrizio Ricca

«Ancora una volta l’Università di Torino si fa carnefice di Israele». Era il 16 maggio del 2016 quando Fabrizio Ricca, allora consigliere comunale della Lega di cui oggi è capogruppo e segretario cittadino, contestava aspramente un convegno organizzato all’Università nel quale si dibatteva di «Settler Colonialism Israeliano e di distruzione dell’economia palestinese» e da molti criticato a causa delle posizioni anti-sioniste dichiarate da tutti i relatori. Uno di essi, Diana Carminati, docente in pensione dell’ateneo, ha querelato Ricca. Il fascicolo è stato affidato al pm Antonio Rinaudo, anche lui da pochi giorni in pensione, e ora la procura ha notificato al capogruppo leghista l’avviso di chiusura delle indagini. Ricca rischia di andare a processo per diffamazione.

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Diana Carminati


Il convegno «Dal Califfato al Califfato» aveva suscitato non poche polemiche proprio perché organizzato da un gruppo di intellettuali filopalestinesi, tra cui Diana Carminati, attiva in alcuni progetti nella Striscia di Gaza e autrice di saggi in cui si sostiene che Israele abbia un atteggiamento colonialista nei territori occupati e si teorizza il boicottaggio dello Stato di Gerusalemme.

In quel contesto la docente aveva parlato di «settler colonialism», definendolo «una specifica formazione sociale di dominio che tende ad accaparrarsi la terra, come terra di nessuno, acqua e risorse e ad espellere ed eliminare il nativo e a sostituirsi, trasformando i coloni in nativi». In sala c’erano una trentina di persone, tra cui Ricca, che aveva consegnato proprio alla professoressa Carminati un documento dal titolo «Disastro economico palestinese: quali cause?» sugli aiuti occidentali all’economia palestinese. Poi aveva attaccato pubblicamente il seminario e anche i vertici dell’ateneo che l’avevano autorizzato: «Come sempre l’Università di Torino non riesce ad essere obiettiva o quantomeno equa. Questo è l’ennesimo caso in cui l’Università, da tempo piegata su posizioni filopalestinesi, decide di creare ad arte un convegno in cui verrà data voce ad un solo popolo, passando giorni a fare illazioni e velati attacchi ad una controparte israeliana alla quale non verrà nemmeno data la possibilità di interagire».

Pochi giorni dopo è partita la querela. «La professoressa Carminati mi addebita di averla descritta come violenta razzista dai sentimenti antiebraici, ma io non ho mai detto una parola contro di lei», spiega il capogruppo del Carroccio. «Semmai ho criticato l’Università: sono un amico di Israele e del popolo ebraico, che non ha mai voce nei convegni, nei seminari e negli incontri. Quindi considero gravissima l’accusa che mi è rivolta, che interpreto come sintomo di un’intolleranza pregiudiziale».

Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/ 65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@lastampa.it

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