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La Stampa Rassegna Stampa
29.09.2018 Erdogan-Merkel: si stringe la mano a un dittatore spietato?
Sembra che Merkel le abbia 'sottolineate': che coraggio! cronaca di Walter Rahue

Testata: La Stampa
Data: 29 settembre 2018
Pagina: 11
Autore: Walter Rahue
Titolo: «Sì al vertice per la Siria, ma è gelo sui diritti fra Erdogan e Merkel»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 30/09/2018, a pag.11 con il titolo "Sì al vertice per la Siria, ma è gelo sui diritti fra Erdogan e Merkel" la cronaca dell'incontro tra Angela Merkel e Recep Tayyp Erdogan.

Come si fa a voler riallacciare più intensamente i rapporti con la Turchia quando la tecnica usata è quella della stretta di mano, magari un po' fredda, come scrive il cronista? L'unico modo per aiutare i turchi a liberarsi di Erdogan è obbligarlo, per esempio con delle sanzioni, come fa Trump con l'Iran. La tecnica Merkel, invece, non potrà che rafforzarlo.

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Walter Rauhe

Forti dissensi in tema di diritti umani, libertà di stampa e rispetto della minoranza curda e al tempo stesso timidi tentativi di dialogo in materia siriana ed economica. Nel secondo giorno della sua visita di stato in Germania, il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha incontrato ieri a Berlino la cancelliera Angela Merkel per un primo faccia a faccia che a tratti ha assunto le sembianze di un vero e proprio duello. Angela Merkel, pur sottolineando la sua volontà di riallacciare rapporti bilaterali più intensi e distesi con Ankara, non ha esitato a ripetere la sua critica di fondo alla svolta autoritaria imboccata dal presidente turco. «Solo dialogando si possono anche superare gli attuali dissensi sulla questione», ha precisato la cancelliera tedesca nel corso di un incontro con i giornalisti. Rivolgendosi personalmente a Erdogan, Angela Merkel ha dichiarato che la Germania si aspetta da Ankara miglioramend sostanziali a favore del ripristino dei diritti umani, della libertà di stampa e di opinione in Tilrchia e ha chiesto una soluzione «veloce» anche del lungo contenzioso attorno all'imprigionamento di dissidenti e giornalisti turco-tedeschi nel Paese. La risposta di Erdogan non si è fatta attendere. Prendendo la parola in conferenza stampa il presidente turco ha chiesto alla Germania l'estradizione dell'ex direttore del quotidiano «Cumhuriyet» Can Dündar che dal 2016 vive in esilio a Berlino e la sua consegna alle autorità turche che lo accusano di spionaggio, attività sovversive e propaganda. Erdogan inoltre avrebbe consegnato alla cancelliera tedesca una lista contenente i nomi di altre 69 persone accusate di terrorismo e attualmente in esilio in Germania. Richieste a dir poco provocatorie per la cancelliera e il suo staff, intenti a contenere il più possibile le polemiche e le proteste scatenate nel Paese a causa della visita del presidente turco.
II riavvicinamento
Toni più armonici e consensuali i due leader politici li hanno invece trovati affrontando il secondo grande tema al centro ieri degli incontri bilaterali. Quello della Siria. Erdogan e Merkel vogliono dar vita ad un nuovo «formato Normandia» - questa volta tra Germania, Francia, Russia e Tùrchia - per risolvere la crisi in Siria. Nella conferenza stampa congiunta svoltasi al termine del loro primo incontro bilaterale nel Palazzo della Cancelleria, Merkel ha annunciato ravvio dei preparativi per un summit straordinario da tenersi nel prossi *** mo mese di ottobre per discutere del nodo siriano. A prendere parte all'incontro saranno la cancelliera tedesca, il presidente francese Emmanuel Macron, quello russo Vladimir Putin e quello turco Erdogan. Al centro della riunione ci sarà soprattutto la questione di Idlib, l'ultimo grande bastione ancora sotto il controllo delle forze di opposizione siriane contro cui l'esercito del regime di Assad, col sostegno di Mosca, sta preparando da tempo una grande offensiva. Molte proteste hanno accompagnano la visita di Erdogan a Berlino. Sia fuori sia dentro il palazzo della Cancelleria dove agenti addetti alla sicurezza hanno fermato e poi allontanato un giornalista turco-tedesco, che indossava una maglietta con una scritta che inneggiava alla libertà di stampa, contro il presidente turco.

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