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Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 24/09/2014, a pag. 11, con il titolo "Il pericolo di agire infrangendo le regole dell'Onu", il commento di Enzo Cannizzaro.
Ecco il pezzo:
Gli Stati Uniti non hanno chiesto l'autorizzazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Non avrebbero superato il veto di Mosca o avrebbero dovuto venire a patti con una Russia non esattamente "amichevole" all'indomani della crisi ucraina. Ma in assenza di un via libera del Consiglio, o di una esplicita richiesta di intervento da parte di Damasco, la liceità dell'azione appare discutibile. Essa non rispetta i meccanismi di sicurezza collettivi e non può dirsi appieno condotta in nome della comunità internazionale. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha salutato con favore i raid compiuti da Washington e dai suoi alleati arabi. Una dichiarazione senz'altro dettata dall'urgenza di fronteggiare il pericolo rappresentato dall'Is che non giustifica però azioni condotte al di fuori del quadro istituzionale Onu: una tendenza che sembra irresistibile ma che confina il Palazzo di Vetro ad un ruolo marginale nella gestione delle grandi crisi internazionali. Il coinvolgimento delle Nazioni Unite non risponde solo a esigenze formali. Esso ha lo scopo di stabilire un controllo multilaterale sull'uso della forza e di evitare le derive unilateraliste che hanno caratterizzato l'approccio recente alle crisi globali. Per inviare la propria opinione a Repubblica, telefonare 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante rubrica.lettere@repubblica.it |
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