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La Repubblica Rassegna Stampa
16.03.2008 Impegno degli scrittori israeliani invitati al Salone di Parigi a non criticare il governo: una notizia completamente falsa
ma Bernardo Valli ancora non se ne convince

Testata: La Repubblica
Data: 16 marzo 2008
Pagina: 47
Autore: Rachel Feinmesser - Bernardo Valli
Titolo: «Israele, nessuna lettera per andare al Salone del libro»

Il 13 marzo 2008 La REPUBBLICA pubblica un articolo di Bernardo Valli, che si può leggere a questo link

http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=4&sez=120&id=23871

Il 15 marzo REPUBBLICA pubblica una lettera nella quale,  Rachel Feinmesser portavoce dell'Ambasciata |di Israele a Roma, smentisce un'affermazione di Valli, ripresa dal supplemento letterario del quotidiano Haaretz.
Nella sua risposta, Valli si limita a citare nuovamente la sua fonte, dando per scontato che quanto da essa affermato sia una "notizia" e non una falsità.
Ma ha smentire le affermazioni di 
 Benny Ziffer non sono solo i diplomatici israeliani. Anche gli scrittori presenti a Parigi confermano che si tratta di una bufala. Sul CORRIERE della SERA del 15 marzo leggiamo:
«Impedire il confronto è un'idiozia», aggiunge Amos Oz, che smentisce di aver ricevuto le raccomandazioni di cui parla Haaretz:
«Non saremmo qui se fosse vero».
( http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=23901 )

Caro Direttore,

su Repubblica del 13 marzo nell'articolo "Parigi, via al salone del libro" è stata fatta una citazione di Haaretz secondo cui «il governo israeliano ha fatto firmare agli scrittori al salone invitati una lettera con cui si impegnano a non criticare le politiche del governo». La notizia è totalmente priva di fondamento, e credo sia giusto che i lettori di Repubblica lo sappiano.

La notizia è stata data dal redattore capo del supplemento letterario del quotidiano Haaretz , Benny Ziffer che l'ha confermata anche oggi in un'intervista a Repubblica . «...Lo Stato israeliano - egli aveva detto - considera che gli scrittori siano degli agenti di propaganda. A partire dal momento in cui l'amministrazione finanzia il biglietto d'aereo, essa stima che lo scrittore è là per servire la causa israeliana ed esige ufficialmente questa azione di propaganda in un contratto che tutti gli scrittori devono firmare». (b.v.)

Per inviare una e-mail alla redazione della Repubblica cliccare sul link sottostante


rubrica.lettere@repubblica.it

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