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Il Mattino Rassegna Stampa
07.04.2006 Se l'arresto diventa "rapimento"
il quotidiano napoletano dà retta al ministro di Hamas

Testata: Il Mattino
Data: 07 aprile 2006
Pagina: 10
Autore: la redazione
Titolo: «Arrestato e rilasciato ministro di Hamas che accusa gli israeliani: mi hanno rapito»

Un articolo totalmente incentrato sulle dichiarazioni del ministro di Hamas arrestato da Israele, quello pubblicato sulla vicenda dal MATTINO di venerdì 7 aprile 2006. La scelta é come minimo parziale. Il membro del gruppo terroristico assurdamente afferma di essere stato "rapito" e il quotidiano napoletano riserva a queste parole addirittura il titolo dell'articolo.

 

 

Ecco il testo:

 

 

 

 

 

Gerusalemme. La polizia israeliana ha fermato ieri mattina alla periferia di Gerusalemme il ministro palestinese Khaled Abu Araf, titolare del portafoglio per gli Affari di Gerusalemme e esponente del movimento islamico Hamas. Poche ore dopo il ministro, che è stato rilasciato senza ricevere spiegazioni sui motivi del fermo, ha accusato Israele di averlo rapito. Araf era comunque già stato fermato altre volte dalla polizia, prima ancora di ricevere l'incarico ministeriale. In realta, Israele ha troncato tutti i rapporti col nuovo governo palestinese, in quanto formato da Hamas, un movimento che Israele considera terroristico, e per questo ritiene «terroristi» anche i nuovi ministri palestinesi. Dal canto suo, Hamas nega il diritto all'esistenza di Israele, bloccando di fatto ogni possibilità di dialogo o negoziato. Ancora ieri, da Roma, Shimon Peres ha ribadito che negoziati con i palestinesi potranno riavviarsi solo se l'interlocutore sarà il presidente dell'Anp Abu Mazen, «l'unico legittimato a farlo». L'ex premier israeliano ha liquidato Hamas con poche parole. «Hamas è per definizione contro la pace», ha affermato, specificando che «dipende da loro e non da noi se vogliono fare la pace. Hamas non è un interlocutore per nessuno: non è un organismo politico, ma un movimento religioso. Hamas è interessato a mantenere i rapporti soltanto con l'Iran e altri Paesi fondamentalisti». Arafa era stato fermato a un posto di blocco israeliano in Cisgiordania e, a quanto si è appreso, è stato interrogato da agenti dello Shin Bet per alcune ore. Fonti della sicurezza israeliana hanno detto che Arafa era stato fermato in quanto si trovava in territorio palestinese, al quale è interdetto l'ingresso ai titolari delle carte di identità israeliane. Il ministro palestinese ha questa carta di identità in quanto residente a Gerusalemme, che Israele ha proclamato parte del suo territorio sovrano. Molto dura la reazione del ministro dopo il suo rilascio, che ha accusato la polizia israeliana di averlo «rapito». «Mi hanno prelevato con la forza e mi hanno incatenato le mani. Poi mi hanno portato in un edificio, dove mi hanno lasciato per diverse ore senza interrogarmi», ha raccontato alla France Presse. «Alla fine, mi hanno trasferito in un posto di polizia della colonia di Malè Adumin, dove sono rimasto un'ora. Ho chiesto, invano, di parlare con un ufficiale per sapere che ero stato arrestato», ha aggiunto. Arafa ha accusato le autorità israeliane di tentare, con queste azioni, di «fare pressione sui palestinesi ed impedire così il nuovo governo di servire il popolo come si deve».

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