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Il Mattino Rassegna Stampa
31.03.2006 Vittime marchiate come "coloni"
mentre i terroristi sono semplicemente "palestinesi"

Testata: Il Mattino
Data: 31 marzo 2006
Pagina: 9
Autore: la redazione
Titolo: «Assalto kamikaze, tre morti in Cisgiordania - Coalizione ancora in alto mare. Peretz a Olmert: più ministeri»

Per i titolisti del MATTINO  esistono solo “coloni”, mai che siano uomini o donne trucidati dall’ennesimo terrorista suicida. No, l’unica definizione per le vittime è: coloni. Di contro, chi perpetra questi stragi non è mai un “terrorista” ma semplicemente, come da sottotitolo, un “palestinese”. Nell’articolo pubblicato il 31 marzo 2006 poi c’è una grave scorrettezza: un kibbutz del Neghev, in Israele, colpito da un razzo Qassam, diventa una “colonia” (“Nella kibbutz di Carmiya, nel Neghev occidentale, un israeliano è stato ricoverato in stato di choc per lo scoppio di un razzo Qassam lanciato contro la colonia”).

Ecco il testo:

 

 

 

 

L’esplosione all’ingresso di un insediamento. Coloni israeliani le vittime dell’attentato

 

 

 

 

Assalto kamikaze, tre morti in Cisgiordania

 

 

 

 

Palestinese travestito da ebreo ortodosso si fa saltare in aria. Rivendicazione delle Brigate Al Aqsa

Gerusalemme. Attacco kamikaze ieri a tarda sera all’ingresso della colonia ebraica di Kedumim, in Cisgiordania. Tre israeliani, un uomo e due donne, oltre all’attentatore suicida palestinese, sono rimasti uccisi. Secondo le testimonianze di coloni israeliani dell'insediamento, l'attentatore, travestito da ebreo ortodosso, ha chiesto un passaggio a un'auto e appena salito a bordo si è fatto esplodere. Non ci sono conferme ufficiali, ma la ricostruzione sembra attendibile. Le Brigate Al Aqsa, il gruppo armato palestinese vicino al movimento Al Fatah del presidente Abu Mazen, hanno rivendicato l'attentato, affermando che è stato attuato da un palestinese di Hebron, Ahmad Macharka, 24 anni. Un portavoce della polizia israeliana, a sua volta, ha dichiarato che l’attentato è stato condotto dal kamikaze, morto nell’incendio dell’autobomba a seguito dello scoppio. Secondo gli investigatori due potrebbero essere gli scenari: i tre israeliani, nell’auto, hanno dato un passaggio al kamikaze travestito che attendeva lungo la strada che portava alla colonia di Kedumim e questi si è fatto poi esplodere nell’auto; o l’attentatore, alla guida di un’auto con con una licenza di circolazione israeliana, ha dato un passaggio ai tre israeliani e poi si è fatto saltare in aria. Un agente dei servizi di soccorso ha detto che non è stato possibile avvicinarsi all’auto che bruciava ancora dopo circa un’ora dallo scoppio. L’ultimo attentato kamikaze con autobomba in Cisgiordania risale al 29 dicembre del 2005 a un posto di blocco dell’esercito israeliano: un soldato israeliano e due palestinesi perirono insieme all’attentatore. È inoltre il primo attentato suicida rivendicato da un movimento armato diverso dalla Jihad Islamica dal febbraio 2005, quando è stata dichiarata una tregua informale fra israeliani e palestinesi. L'attentato interviene nel giorno dell'entrata in funzione del nuovo governo palestinese a guida Hamas, e all'indomani delle elezioni politiche israeliane. Quello di ieri sera è stato solo l’ultimo, e più sanguinoso, di una serie di attacchi portati contro cittadini israeliani. Nella kibbutz di Carmiya, nel Neghev occidentale, un israeliano è stato ricoverato in stato di choc per lo scoppio di un razzo Qassam lanciato contro la colonia. Altri razzi Katyusha, che hanno una portata di 15 chilometri, erano stati lanciati martedì scorso dalla striscia di Gaza contro il territorio israeliano. E ieri sera l’esercito israeliano ha condotto operazioni militari da terra, mare e cielo contro le basi palestinesi da cui vengono sparati i razzi

 

 

 

 

Il titolo di un altro articolo descrive, sulle trattative per la formazione del governo in Israele  una “coalizione ancora in alto mare”. Ma se le elezioni si sono svolte appena due giorni fa?! Pur di dare la sensazione che in Israele regni il caos e la confusione. E Netanyahu diviene un estremista di destra.

Ecco il testo:

 

 

 

 

Gerusalemme. Avviati i contatti preliminari fra i partiti israeliani che dovrebbero fare parte della nuova coalizione di governo guidata da Ehud Olmert. Il futuro premier, leader del partito Kadima, deve fare i conti con il profondo cambiamento impresso al quadro politico dalle elezioni di martedì. Kadima ha vinto, ma con un risultato rivelatosi molto al di sotto delle aspettative (29 seggi su 120 nel nuovo parlamento). Ai 28 seggi già conteggiati, se ne è aggiunto uno scattato ieri, a scrutinio ultimato. Un altro seggio, con i nuovi conteggi, hanno ottenuto il Likud (che passa così a 12) e il Meretz, formazione di sinistra che si vede attribuire 5 deputati. Olmert è comunque ora a caccia di più alleati, non essendo numericamente possibile un’alleanza con i soli laburisti del leader di sinistra Amir Peretz (che ha ottenuto un risultato molto buono conquistando 20 seggi). I centristi stanno ora corteggiando i religiosi sefarditi di Shas (13) e forse quelli ashkenaziti di Torah Unita (6), il Partito dei Pensionati (7), grande sorpresa delle elezioni. La trattativa con i probabili partner della nuova maggioranza si annuncia delicata. La posizione negoziale di Kadima è meno forte di quanto Olmert avrebbe sperato. Con il Labour ci sono già alcune scintille. Peretz chiede per il suo partito sei o sette ministeri, e in primo luogo quello delle Finanze, che Kadima per ora non sembra voler cedere. Labour, Shas e Pensionati vogliono costituire un «blocco sociale» in seno al governo per riparare gli strappi al tessuto sociale del paese, conseguenza della politica liberista attuata dall'allora ministro delle Finanze Netanyahu, l’ultra di destra leader del Likud, umiliato dal voto di martedì. A Olmert, tra le telefonate di congratulazioni è giunta ieri quella del presidente palestinese Abu Mazen, che gli ha augurato di riuscire a mettere in piedi in fretta il nuovo governo. Abu Mazen preme per un rilancio del dialogo con Israele, nonostante la formazione del governo di Hamas, entrato in carica ieri, e chiede a Israele di rinunciare alle misure unilaterali - ritiro di parte delle colonie e fissazione delle frontiere orientali definitive - previste in Cisgiordania da Olmert

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