Riduci       Ingrandisci
Clicca qui per stampare

 
Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
<< torna all'indice della rubrica
Il movente del sospettato rimane un enigma 29/05/2019

Il movente del sospettato rimane un enigma
Commento di Michelle Mazel

(Traduzione di Yehudit Weisz)

https://www.jforum.fr/le-mobile-du-suspect-reste-enigmatique.html

Immagine correlata
Il "politicamente corretto" incatena l'Europa di fronte al pericolo islamista

Innanzitutto il nostro plauso va all’eroica impresa degli investigatori che, in meno di 72 ore, sono riusciti a risalire all’individuo che venerdì scorso aveva fatto esplodere una pacco bomba nella zona pedonale del centro di Lione, ferendo tredici persone, tra cui una bambina di dieci anni. “Hanno svolto un’operazione investigativa brillante e impeccabile”, esulta un responsabile di alto livello al Ministero degli Interni, come riporta Le Figaro del 27 maggio. Ora rimane però un mistero che i migliori cervelli della polizia e dell’antiterrorismo dovranno chiarire: “ Perché depositare questa carica esplosiva proprio davanti alla panetteria ”La brioche”, con un nome così invitante?”. Parlando con un giornalista di Le Figaro, un poliziotto ammette le sue perplessità: “La procedura, in particolare l’uso di perossido di acetone (TATP), di viti e sfere di metallo sembrerebbe far propendere per la pista del terrorismo islamista, ma per quel che concerne il movente, è necessaria la cautela”. Che strano, perché, sebbene la pista del terrorismo sembri quella giusta, la polizia si perde in congetture sul suo movente? Si è comunque pensato, che il coinvolgimento in tali attività potesse rientrare in una sorta di estremismo. A quanto pare, prendere di mira brioche, focaccine e panini potrebbe anche essere la vendetta di qualcuno la cui intolleranza al glutine rende impossibile il consumo di questi alimenti e che non può tollerare che altri provino piacere nel gustarli. Il 24 maggio, ovvero tre giorni prima dell’attentato di Lione, un “incidente” a Bordeaux aveva portato la polizia a una conclusione molto più rapida. Giudicate voi: “Bordeaux, danneggiate le tombe di un cimitero ebraico, escluso l’atto antisemita” così titolava Le Figaro, citando fonti della polizia: “Studenti di una Grande Ecole locale (la prestigiosa Ecole de commerce et de management Kedge, N.d.T.) , in preda ad un elevato tasso alcolico, se la sono presa con alcune tombe nel cimitero ebraico. Alcune lapidi sono state danneggiate, rotte, hanno dovuto saltarci sopra o farle cadere dal loro basamento”, ha dichiarato un commissario di polizia all’Agenzia di Stampa francese, AFP. “A prima vista, non ha nulla a che vedere con l’antisemitismo”. Ci sarebbe piaciuto saperne di più. Con oltre un milione di abitanti, Bordeaux è la sesta città della Francia. Della comunità ebraica un tempo fiorente, oggi sono rimasti solo tremila fedeli. Il vandalismo ha colpito l'unico dei tre cimiteri ebraici della città che funziona ancora. Conosciuto come il "Cimitero degli ebrei portoghesi", ospita circa 5.400 tombe. La scelta di questo piccolo cimitero è stata puramente casuale? La polizia basa le proprie conclusioni sul fatto che non è stata trovata alcuna scritta antisemita. Potrebbero non averne avuto il tempo. I fatti, che si sono svolti alle sette del mattino, sono stati scoperti immediatamente perché una pietra tombale era caduta addosso ad uno dei vandali profanatori, che, incapace di liberarsi, era stato obbligato a chiedere aiuto. I suoi compagni erano fuggiti. Lo studente arrestato giura sulle sue grandi divinità, che mai e poi mai, lui e i suoi amici avevano avuto dei moventi antisemiti. È vero che agire sotto i fumi dell'alcool comporta una pena ridotta rispetto a quella di profanare intenzionalmente delle tombe ebraiche. Aspettiamo ora le conclusioni della polizia sull’attacco di Lione. Resta un'interessante convergenza tra i media e la polizia: respingere a priori qualsiasi carattere antisemita nella maggior parte dei casi, e guardarsi bene dal giudicare come un atto di terrorismo islamista quello che ha invece tutta l’aria di esserlo.

Immagine correlata
Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui