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Auschwitz ero il numero 220543 02/09/2013 -

Denis Avey con Rob Broomby
Auschwitz ero il numero 220543
Newton Compton

E’ una storia sconvolgente che commuove nel profondo quella che giunge a noi dopo più di sessant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale. Il racconto scioccante che il giornalista della BBC, Rob Broomby, ha reso pubblico nel 2009, è la testimonianza di Denis Avey, un soldato inglese che arruolatosi nel 1939 nell’esercito britannico, combatte nel deserto durante la seconda guerra mondiale, viene fatto prigioniero e traferito prima in Italia e poi nel campo di prigionia vicino ad Auschwitz III. Nel 1944 questo giovane soldato che durante il giorno è costretto ai lavori forzati insieme ai detenuti ebrei, compie un gesto di estremo coraggio per il quale nel marzo del 2010 è stato insignito della medaglia di “eroe dell’Olocausto”. Dopo aver intuito le atrocità che attendono gli ebrei ogni sera al ritorno nel campo di sterminio, Denis Avey decide di scambiare la sua uniforme di militare inglese con la casacca a righe di un ebreo olandese di nome Hans ed entrare nella sezione riservata ad essi nell’inferno di Auschwitz. Da quel momento Denis diventa un testimone prezioso delle atrocità commesse a danno degli ebrei ed inizia la sua strenua lotta per salvare la propria vita e quella di tanti altri prigionieri.
“Questo è un libro di capitale importanza – scrive Martin Gilbert nella prefazione – perché ci riporta subito alla mente i pericoli che incombono sulla società quando intolleranza e razzismo riescono a mettere radici”.
Leggere la testimonianza di Denis Avey , il cui “gesto di umanità rappresenta un raro spiraglio di luce e di pietà”, è un tributo all’autore e a tutti coloro che non hanno potuto raccontare, le cui esistenze rivivono attraverso il racconto di un uomo che, a rischio della propria vita, ha scelto di tenere viva la fiaccola della Memoria.

I farisei 18/03/2013 -

Leo Baeck
I farisei
Giuntina


La risposta alla domanda di quali siano le condizioni che danno all’ebraismo il diritto di esistere indipendentemente dal cristianesimo si trova nell’evidenza stessa dei suoi valori e dei suoi contenuti eterni trasmessi dalla tradizione. Il fariseismo e il rabbinismo si presentarono per Baeck come una forza rinnovatrice dell’etica dei profeti. Sarebbe, quindi, del tutto riduttivo attendersi da queste pagine una replica diretta alle accuse di ipocrisia che tanto hanno pesato sia sulla sorte linguistica del termine «farisei» sia su quella effettiva del popolo ebraico. La confutazione di un simile atteggiamento sta tutta nel fatto che l’ebraismo si presenta come una religione che prolunga fino al tempo presente la morale universale dei profeti. Ciò è avvenuto solo grazie al rinnovamento della tradizione compiuto dai Farisei. La loro etica vale, dunque, anche nell’ambito della cultura moderna; essa è infatti ancora in grado di rispondere agli interrogativi sollevati dall’età contemporanea.

Valentino Baldacci - 1967. Comunisti e socialisti di fronte alla guerra dei Sei giorni - 23/01/2015 -
Shimon Peres. La biografia 21/01/2010 -

Michael Bar Zohar
Shimon Peres. La biografia
UTET


Storico e biografo di Ben Gurion, Bar Zohar affida ai lettori una straordinaria biografia di Shimon Peres. Avvalendosi dei diari, delle lettere e dei documenti personali, lo storico israeliano racconta, con la sua piena collaborazione, la vita del Presidente della Repubblica d'Israele. Premio Nobel per la Pace nel 1994, due volte Primo Ministro d'Israele, intellettuale e filosofo, Peres ha contribuito alla costruzione della potenza militare d'Israele ed è diventato un uomo di pace che cerca di spegnere il fuoco della violenza e del fanatismo in Medio Oriente. Sfidando tutte le previsioni, ha progettato la campagna di Suez, ha costruito il reattore nucleare israeliano ed è stato la mente direttiva dell'operazione di Entebbe.
Questo saggio ci restituisce il percorso compiuto da un leader spesso definito “perdente” e invece destinato a identificarsi con questi primi sessant’anni della tormentata vicenda israeliana.

Mossad. Le più grandi missioni del servizio segreto israeliano 17/12/2012 -

Michael Bar Zohar Nissim Mishal
Mossad. Le più grandi missioni del servizio segreto israeliano
Feltrinelli

Questa non è una "storia" del Mossad nel senso proprio del termine, quanto piuttosto una galleria di "storie" del Mossad, una raccolta di episodi, ritratti e momenti chiave, che copre l'arco di tempo tra gli anni cinquanta e oggi. Il Mossad, sin dalla spettacolare cattura di Adolf Eichmann a Buenos Aires nel 1960, è considerato una delle organizzazioni di intelligence più efficaci al mondo. In quest'opera di giornalismo d'inchiesta viene in parte sollevato il fitto velo di segretezza che l'avvolge per osservare da dietro le quinte alcune delle sue principali missioni. Michael Bar-Zohar e Nissim Mishal come in un autentico romanzo di spie, raccontano alcune delle operazioni più emblematiche (nomi in codice Camaleonte, Pigmalione, Diamante, Tigrotto...), rivelando particolari inediti e mostrando secondo quali logiche si muove e colpisce il servizio segreto israeliano. Si svelano le identità di alcuni degli agenti e capi del servizio segreto, la cui vita è indissolubilmente legata a quella dell'organizzazione e le cui personalità hanno influito sulle sue strategie. Un racconto che si rivolge tanto agli appassionati di storie di spie quanto a chi voglia scoprire qualcosa di più su come funziona un servizio segreto ancora attivo, per definizione imperscrutabile.

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