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Linkiesta Rassegna Stampa
12.02.2021 Il Marocco e gli Accordi Abramo
Analisi di Carlo Panella

Testata:Linkiesta
Autore: Carlo Panella
Titolo: «Il Marocco e gli Accordi Abramo»
Il Marocco e gli Accordi Abramo
Analisi di Carlo Panella, da Linkiesta

Il fatto più importante della settimana, Marocco e Israele | Sicurezza  internazionale | LUISS

Ex malo, bonum: classico esempio del detto di Sant’Agostino, l’ultimo atto di politica estera del pazzotico Donald Trump lascerà un grande segno positivo in tutta la dinamica mediorientale e africana. L’ingresso del Marocco nell’Accordo di Abramo, regista Trump, ha fatto fare infatti un sostanziale salto di qualità al riconoscimento di Israele già siglato dagli Emirati Arabi Uniti, dal Bahrein e dal Sudan, sotto la regia dell’Arabia Saudita. A differenza di questi paesi, infatti, il Marocco ha ormai acquisito dal punto di vista politico ed economico un ruolo di potenza regionale. Innanzitutto va detto che il riconoscimento di Israele da parte del Marocco ha un enorme impatto sul piano religioso. L’ingresso del Regno nell’Accordo di Abramo, infatti è stato gestito personalmente da re Mohammad VI, che gode di un enorme prestigio religioso nella Umma in quanto unico regnante musulmano che, ultimo esponente della dinastia Alawita, vanti una discendenza diretta dal Califfo Ali e da Fatima, quindi dal profeta Maometto. Poco valutato in Occidente, questo prestigio ha invece un enorme impatto nel mondo islamico. Infatti, il “rifiuto” di Israele da parte dei paesi arabi e islamici, sin dal 1920, dai tempi della direzione politica e religiosa della lotta contro lo Stato degli ebrei da parte del Muftì dì Gerusalemme, si basa sul fatto che in quanto sede dì Gerusalemme, città santa per l’Islam, l’intera regione “tra il Giordano e il mare”, dovrebbe essere sotto il dominio politico e religioso dei musulmani. Il dominio politico degli ebrei su quelle terre è considerato da questa componente musulmana, sinora egemone, un offesa inaccettabile all’Islam. Quindi , un a priori religioso ben più importante del dato nazionalistico, “di terra”, anche se l’Occidenre mai ha voluto comprendere questo nodo religioso inestricabile. Ora, Mohammed VI, col suo prestigio e la sua ascendenza, ha destrutturato il principale ostacolo al riconoscimento islamico dello Stato di Israele. Detto questo, il Marocco, che ha avuto da decenni una collaborazione intensa con Israele anche sul piano militare e economico (la grande barriera elettronica al confine con l’Algeria per contenere il Polisario è stata impiantata grazie a tecnici israeliani) ora proietterà su tutta l’Africa i frutti enormi della intesa con Gerusalemme. Legato intensamente con l’Unione Europea (più del 50% del suo import-export), il Marocco per volontà di Mohammed VI e di suo padre Hassan II, da decenni si è attrezzato per funzionare da grande hub nei confronti dei paesi africani. Un hub che proietta sul continente un grande flusso di investimenti (moltiplicati per mille dall’inizio del secolo), di accordi commerciali, di collegamenti aerei, di esportazione delle più moderne reti di comunicazione, ma non solo. Mohammed VI infatti ha curato personalmente accordi di formazione del personale religioso (donne predicatrici incluse) in funzione anti jihadista, con tutti i paesi dell’Africa sub sahariana, che vanno di pari passo con intese tra servizi segreti (intensissime quelle tra Marocco, Spagna, Francia e Italia) nel contrasto al terrorismo. Legato ad Israele da enormi rapporti personali (un milione di israeliani vanta oggi origini marocchine), dotato di una economia matura in molti settori (finanza, agricoltura, industria, telecomunicazioni) il Regno si appresta ora a “fare sistema” con l’enorme potenziale economico, finanziario e tecnologico espresso da Israele, oltre a veicolare le grandi potenzialità della finanza ebraica internazionale. Un poderoso polo di sviluppo israelo arabo integrato che si riverbererá su tutta l’Africa. Infine, va notato che da più di un decennio il governo del Marocco, tramite le uniche elezioni democratiche in un paese arabo, è controllato dai Fratelli Musulmani, in principio più che avversari dell’intesa con Israele. Ma l’enorme prestigio di Mohammed VI li ha costretti ad approvare, obtorto collo, questo accordo, che peraltro ha garantito a Rabat il pieno assenso degli Stati Uniti all’annessione dell’ex Sahara spagnolo.

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Carlo Panella
Giornalista, scrittore, autore de “Il libro nero del Califfato”


takinut@gmail.com

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