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Nazione/Carlino/Giorno - Libero Rassegna Stampa
11.11.2021 Se è la Ue a progettare i muri
Commenti di Roberto Giardina, Daniel Mosseri

Testata:Nazione/Carlino/Giorno - Libero
Autore: Roberto Giardina - Daniel Mosseri
Titolo: «I migranti sfondano il filo spinato Polonia, la Ue pensa a nuovi muri - L'Ue ci ripensa: i muri si possono fare»
Riprendiamo da NAZIONE/RESTO del CARLINO/IL GIORNO di oggi 11/11/2021, a pag.21 con il titolo "I migranti sfondano il filo spinato Polonia, la Ue pensa a nuovi muri" il commento di Roberto Giardina; da LIBERO, a pag. 15, il commento di Daniel Mosseri dal titolo "L'Ue ci ripensa: i muri si possono fare".

Ecco gli articoli:

NAZIONE/CARLINO/GIORNO: Roberto Giardina: "I migranti sfondano il filo spinato Polonia, la Ue pensa a nuovi muri"

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Roberto Giardina

Tre o quattromila disperati accampati nei boschi sul confine tra Bielorussia e Polonia mettono paura all'Europa. Si teme un'altra invasione come nel settembre del 2015, quando Frau Merkel non chiuse le frontiere e in pochi mesi oltre un milione di profughi entrò in Germania. E si tornano a alzare i muri, tra la Bielorussia e la Polonia e si manda l'esercito a fermare i fuggiaschi. Varsavia ha mandato ottomila soldati per difendere il confine lungo 400 chilometri, ma è un'impresa impossibile. Due gruppi numerosi ieri hanno abbattuto il reticolato vicino al paese di Bialowieza e sono entrati in Polonia, cercando di sfuggire ai militari. Ne sarebbero stati fermati una cinquantina. Frau Merkel ha chiamato Putin per chiedergli di intervenire e fermare Lukashenko: «La strumentalizzazione dei profughi è disumana e del tutto inaccettabile». Ha risposto il ministro degli esteri russo Lavrov: «La Ue dovrebbe risarcire la Bielorussia con miliardi di euro, come ha fatto con Erdogan». Ma è Putin che dirige il dittatore di Minsk come una marionetta per mettere in difficoltà l'Unione Europea, divisa tra accoglienza e egoismo. Ieri, due bombardieri russi in grado di portare l'atomica hanno sorvolato la Bielorussia. Un'azione dimostrativa. Lukashenko arriva a minacciare la guerra se avverranno provocazioni contro il suo Paese, respinge ogni accusa, ma aiuta i profughi a raggiungere il confine, e fornisce anche le cesoie per tagliare il filo spinato: «Non vogliono andare in Polonia, dichiara, tutti vogliono raggiungere la Germania». Il premier polacco Mateusz Morawicki ha accusato Lukaschenko di praticare «un terrorismo di Stato», di agire come un mercante di uomini per ricattare l'Europa. II presidente del consiglio europeo Charles Michel ha minacciato sanzioni, ma allo stesso tempo ha ammesso che sarebbe possibile un aiuto da parte della Ue per rafforzare i confini, cioè alzare nuove barriere. E l'Austria è pronta ad aiutare la Polonia per bloccare i fuggiaschi, ha dichiarato a Vienna il ministro degli interni Karl Nehammer. Ursula von der Leyen, presidente della commissione europea, da Bruxelles dichiara che si è pronti a colpire le compagnie aeree che portano i fuggiaschi a Minsk, dalla Siria, dall'Iran, dalla Libia, tra cui afgani che sono riusciti a lasciare il loro Paese. Inasprire le sanzioni non risolve il drammatico problema, e l'Europa non ha ancora preso una decisione comune dopo il 2015. Frau Merkel a settembre promise «ce la faremo», e a novembre annunciò «ce l'abbiamo fatta». Ma non era vero, e lei stessa aggiunge: «È mancata l'intesa e l'aiuto dei nostri partner europei». Dopo il 2015, l'Afd il partito dell'estrema destra, è balzato da poco più del 4 a oltre il 12, ed è il primo partito in diverse zone della ex Ddr. La Germania, non ha ancora un nuovo governo a sei settimane dalle elezioni, e deve fronteggiare l'aumento dei contagi (mai così tanti dall'inizio dell'emergenza per il Covid), e non prende decisioni concrete. Berlino non vuole rompere con Putin, ma i tedeschi sono meno disposti alla solidarietà rispetto al passato. Horst Seehofer, il ministro degli interni, ha rafforzato i controlli alla frontiera con la Polonia per bloccare i profughi e dichiara di avere comprensione per le decisioni polacche. E i disperati passano ancora una notte all'addiaccio accampati nei boschi nel cuore d 'Europa.

LIBERO - Daniel Mosseri: "L'Ue ci ripensa: i muri si possono fare"

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Daniel Mosseri

Resta alta la tensione sul confine fra Polonia e Bielorussia a seguito di nuovi tentativi di migranti mediorientali di entrare in territorio polacco, sospinti dai militari di Minsk. Le persone che sono riuscite a superare le barriere di difesa sono stati arrestati, ha reso noto il governo di Varsavia che ha anche aumentato la presenza militare lungo il tratto di frontiera diventato bollente lunedì scorso, con il primo grande tentativo di sfondamento nei pressi di Kuznica. Polonia e Bielorussia condividono 418 km di confine destinati a diventare una nuova cortina di ferro est-ovest. Ma se fra la fine del secondo conflitto mondiale e il crollo del Muro di Berlino la guerra fra i due blocchi era fredda, fatta di spie, azioni diplomatiche e corse agli armamenti, oggi assistiamo a un attacco "ibrido" con la Bielorussia che cerca di destabilizzare Ue e Nato creando una crisi migratoria e un'emergenza umanitaria ai loro confini orientali. Ad aumentare il clima di tensione le notizie del dispiegamento di altri 15mila soldati polacchi e sul sorvolo da parte di due bombardieri russia lungo raggio Tu-22M3 dei cieli bielorussi nell'ambito di un'esercitazione congiunta Mosca-Minsk. Mercoledì sera il governo polacco ha affermato che tutte le persone al confine «non cercano protezione in Polonia ma vogliono arrivare in Germania». Parole che non hanno lasciato indifferente Angela Merkel. «La cancelliera ha parlato oggi con il presidente russo Vladimir Putin della situazione sottolineando che la strumentalizzazione dei migranti da parte del regime bielorusso è disumana e inaccettabile», ha affermato il portavoce di Merkel, Steffen Seibert. La cancelliera ha chiesto a Putin di esercitare la propria influenza su Minsk ma il presidente russo, secondo una nota del Cremlino, ha invece suggerito «il contatto diretto tra gli stati membri dell'Ue e Minsk» pur senza escludere di affrontare ancora la vicenda. Un modo diplomatico di lavarsene le mani. In un altro incontro con la stampa, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha difeso Minsk, ricordando che «la Bielorussia ha già più volte suggerito di tenere consultazioni al confine, di parlare, di risolvere queste questioni sulla base del diritto internazionale». COMUNQUE VADA, COSTERÀ Se la grande Federazione Russa sta con la piccola Russia Bianca, l'Ue ha preso apertamente le difese della Polonia per la prima volta dall'inizio della crisi. 11 presidente del Consiglio europeo Charles Michel è volato martedì a Varsavia per incontrare il premier polacco Mateusz Morawiesck e dimostrare «la massima solidarietà» dei 27 alla Polonia «che sta affrontando una crisi grave; un attacco brutale, violento e inumano che può avere solo una risposta: fermezza e unità». Michel si è anche detto scioccato «dalle immagini che abbiamo visto che mostrano come un regime autoritario in modo cinico e abietto violi la dignità umana più elementare spingendo famiglie, donne e bambini in situazioni inaccettabili». Due le soluzioni che si parano davanti a 27: da un lato aiutare economicamente Varsavia a sigillare il proprio confine orientale. La costruzione di un muro non è la soluzione preferita da Bruxelles anche se il presidente Michel ha deciso di «aprire il dibattito sul finanziamento da parte dell'Ue di infrastrutture fisiche alle frontiere per risolvere la questione deve essere risolto rapidamente». L'altra sarebbe replicare il modello Turchia con l'Ue che finanzia Ankara affinché questa blocchi i flussi di migranti sul suo territorio. Con una differenza fondamentale: la Turchia accoglie milioni di profughi dalla confinante Siria in preda da anni alla guerra civile. Il regime dell'autocrate bielorusso Alexander Lukashenko, invece, i profughi li va a prendere in giro per il mondo per poi scaricarli ai confini dell'Ue. Tant'è che la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha minacciato di allargare le sanzioni contro Minsk alle imprese private che portano i migranti in Bielorussia.

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