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La Stampa - Libero Rassegna Stampa
15.10.2021 Torino: al via ieri il Salone del Libro
Commenti di Elena Loewenthal, Luca Beatrice

Testata:La Stampa - Libero
Autore: Elena Loewenthal - Luca Beatrice
Titolo: «Sono tornate le code, che meraviglia - Via in attesa di lettori e di Houellebecq»
Riprendiamo oggi, 15/10/2021, dalla STAMPA, a pag. 28, con il titolo "Sono tornate le code, che meraviglia", il commento di Elena Loewenthal; da LIBERO, a pag. 24, con il titolo "Via in attesa di lettori e di Houellebecq", il commento di Luca Beatrice.

Ecco gli articoli:

Salone del Libro di Torino 2021: le anticipazioni

LA STAMPA - Elena Loewenthal: "Sono tornate le code, che meraviglia"

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Elena Loewenthal

Al Salone sono tornate le code. Che meraviglia. Code di bambini in fila davanti a uno stand: in fila per sfogliare i libri! Code alle casse dei punti di ristoro, vuoi all'aria aperta vuoi nei padiglioni, lungo i corridoi. Code pazienti e ordinate in attesa di entrare nelle sale per sedersi e ascoltare. Sono code modeste, educate, mai troppo lunghe perché quest'anno il Salone è più spazioso che mai, si respira un'aria così buona che par quasi di stare all'aperto. Ma sono code - e chi l'avrebbe mai detto, immaginato, sperato, di tornare a vedere le code di persone in fila. Distanziate il giusto, tutti con la mascherina addosso. Tranne i bambini più piccoli, e come è bello vedere le loro faccine: occhi, bocca, naso, bronci e sorrisi. Sono tornate le code come è giusto che sia in un Salone del Libro più vero e grande che mai come è quello di quest'anno. Sono tornate le code di gente che aspetta. Che cosa, in fondo poco importa, perché la cosa bella e insperata fino a ieri, l'altro ieri, è pensare che in fondo anche le code ci sono mancate, in questi mesi tremendi trascorsi con e dentro la pandemia. Che belle queste code al Salone, che brutte e tristi che erano le code che ci hanno accompagnato in questi mesi tremendi: le interminabili, surreali code davanti al supermercato dentro il centro commerciale deserto, in quell'ora di libera uscita che avevamo per comprare giusto i generi di prima necessità. Code fuori dei negozi, perché dentro non si poteva stare. Sono tornate le code al Salone - per leggere, guardare, mangiare. E com'è bello vedere grandi e bambini in coda al Salone. I bambini: sono tornati tra noi, e chi non ne ha in casa li guarda, in coda al Salone, e pensa a quanto sono mancate, le facce dei bambini, in questi mesi, per chi non li ha più per casa. E sono tornati anche loro, in coda al Salone, seduti per terra in cerchio, gli zaini più grandi di loro addosso alle spalle. Che belle che sono le code al Salone, finalmente.

LIBERO - Luca Beatrice: "Via in attesa di lettori e di Houellebecq"

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Luca Beatrice

Sembra proprio non sia cambiato nulla. Il meccanismo è sempre lo stesso e sarebbe difficile trovarne un altro che funzioni subito. Una fiera è una fiera, si tratti di opere d'arte, design o libri: il pubblico ci va per curiosare, comprare e aldilà del giro d'affari serve a capire lo stato di salute e di attenzione nella cultura del nostro tempo. Da ieri a lunedì 18 ottobre toma a Torino il Salone del Libro, edizione numero 33 escludendo quella tutta virtuale del 2020, posizionata a settembre rispetto alla calendarizzazione solita di maggio, ma d'altra parte c'era urgenza di far partire subito il motore. Aldilà dei corridoi più ampi, di stand più spaziosi e distanziati altre novità particolari non ne vediamo. Le persone sono le stesse di due anni fa, qualche centinaia di addetti ai lavori che in Italia "fa" il sistema cultura, preoccupatissimo che il grande pubblico risponda. «Le scolaresche ci sono», «guarda le file, è stata una gran risposta», i commenti più gettonati come ci fosse bisogno di autorassicurazione, quando invece ci sarebbe da lavorare in prospettiva per nuove utenze da fidelizzare, ragazzi che leggono poco o nulla mentre qui l'età media continua a essere alta. Prima o poi qualcuno sarà costretto ad affrontare la questione, per il momento è giusto godersi la festa del Salone del libro ritrovato, con un'ampia partecipazione di autori italiani e una discreta rappresentanza internazionale nonostante i limiti. Bello ed evocativo il titolo «Vita Supemova» che accompagna il manifesto disegnato dall'illustratrice Elisa Seitzinger, di cui è già stata notata la somiglianza con la copertina dell'album Mellon Collie and The Infinite Sadness degli Smashing Pumpkins uscito nel 1995, ma si sa le immagini hanno ancora meno memoria delle parole ed è forse per questo che una delle iniziative più interessanti ripercorre la storia letteraria degli ultimi secoli attraverso figure controverse come Burroughs, Simenon, Dostoevskij, persino Stephen King riletti da scrittori del presente. Tanta attualità, ovviamente, il rapporto sessuale secondo Massimo Recalcati, l'autobiografia di Romano Prodi, il primo romanzo di Pierluigi Battista per una partenza abbastanza in folle in attesa dei big che saranno in scena nel fine settimana, tra ricerca (poca) e mainstream (tanto): Joyce Carol Oates, Hervé Le Tellier, Valerie Perrin, Paula Hawkins, Matthias Enard, Zerocalcare, André Aciman, Alessandro Piperno, Roberto Saviano e il più atteso di tutti, Michel Houellebecq. In questi stessi giorni Torino andrà al ballottaggio per l'elezione del nuovo sindaco. Potrebbe dipendere da lui il destino di Nicola Lagioia, la cui direzione scade nel 2021 ma che i ben informati danno la riconferma di almeno un giro, avendo di fatto perso il 2020. Stupisce invece che per una volta il Salone non sia stato accompagnato da una qualche polemica su editori neofascisti che andrebbero esclusi. Ora il dibattito si è spostato alla politica, che come sempre arriva tardi. Tutto tranquillo insomma, neppure le scemenze di Sally Rooney che boicotta Israele hanno turbato il clima amichevole e conciliante del libro ritrovato. Intanto si ricomincia, per il resto vedremo poi.

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