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La Ragione Rassegna Stampa
15.06.2021 Naftali Bennett alla prova dei fatti
Commento di Anna Mahjar-Barducci

Testata:La Ragione
Autore: Anna Mahjar-Barducci
Titolo: «Bennet messo subito alla prova»
Riprendiamo dalla RAGIONE di oggi, 15/06/2021, a pag. 5, l'analisi di Anna Mahjar-Barducci dal titolo "Bennet messo subito alla prova".

La mia scuola è il mondo. Intervista a Anna Mahjar-Barducci
Anna Mahjar-Barducci

Palestijns-Israelisch conflict niet op te lossen
Naftali Bennett

Dopo 12 anni è finito il regno di Bibi Netanyahu. Il nuovo primo ministro di Israele è Naftali Bennett, il leader del partito di destra Yamina. Domenica sera il nuovo governo è passato alla Knesset con 60 voti a favore e 59 contro, grazie anche ai voti dei deputati arabi. Nel suo discorso ai sostenitori del Likud, Netanyahu ha detto di non perdere la speranza: «Vi guiderò in una lotta quotidiana per rovesciare questo pericoloso governo di sinistra e, con l'aiuto di Dio, accadrà molto più velocemente di quanto si possa pensare». Dopo il voto, il nuovo esecutivo si è messo subito al lavoro. Benny Gantz, leader del partito centrista Kahol Lavan, è stato riconfermato ministro della Difesa; Yair Lapid, leader del partito centrista Yesh Atid, è il nuovo ministro degli Affari esteri (in base agli accordi sarà lui, tra due anni, a essere nominato primo ministro); Avigdor Liberman, leader del partito di destra e laico Yisrael Beiteinu, è invece il nuovo ministro delle Finanze. I commentatori israeliani fanno notare come con il nuovo governo — che include forze politiche di destra, di centro e di sinistra — non sia soltanto Netanyahu ad andarsene ma anche i partiti ortodossi, che negli anni avevano sostenuto il Likud negando al Paese riforme laiche. I media informano già che una grande riforma di questo governo potrebbe essere l'introduzione del matrimonio civile. Oggi in Israele esiste soltanto quello religioso, pertanto le coppie israeliane e quelle di fedi diverse devono andare nella vicina Cipro per potersi sposare civilmente. La priorità resta comunque la sicurezza nel Paese. Nonostante per le strade di Gerusalemme il clima sia all'insegna del business as usual, Israele rimane in uno stato di massima allerta. La polizia ha infatti deciso di permettere la "Marcia delle bandiere" organizzata per questo pomeriggio dai settlers (i coloni israeliani) e dai movimenti di estrema destra. La manifestazione dovrebbe passare proprio da Bab Al Amoud, la porta della città vecchia che conduce al quartiere musulmano. Hamas, dopo qualche giorno di silenzio, ha ripreso a farsi sentire. Nella mattinata di ieri Mahmoud al-Zahar, co-fondatore di Hamas e membro della leadership del movimento, ha dichiarato: «La resistenza palestinese ha smesso di tacere... Occhio per occhio, dente per dente». Ha poi aggiunto che Hamas si sta preparando seriamente a ricominciare l'escalation e che la sconfitta del nemico «è più vicina che mai». Il quotidiano libanese "Al-Akhbar" ha anche scritto che Hamas avrebbe informato il Cairo che la "Marcia delle bandiere" causerà «una grande esplosione» e che la risposta sarà il lancio dei missili verso Israele, come accaduto nello scorso mese di maggio. Il nuovo governo è pertanto subito messo alla prova. Prima del suo insediamento, Bennett aveva detto di essere persino pronto a un'operazione di terra a Gaza. Intanto Netanyahu, adesso a capo dell'opposizione, rimane a guardare aspettando un passo falso del suo successore. «Ritorneremo», continua a ripetere ai suoi sostenitori.



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