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La Repubblica - Corriere della Sera Rassegna Stampa
31.05.2021 Da Milano a Palermo, ecco l'odio omofobo
Intervista di Carlotta Rocci, commento di Fabrizio Guglielmini

Testata:La Repubblica - Corriere della Sera
Autore: Carlotta Rocci - Fabrizio Guglielmini
Titolo: «Botte dalla baby gang perché gay: la nostra vita è un calvario ovunque - Luca e Fermo, coppia gay. Stanchi di insulti e attacchi. Il paese ci odia: andiamo via»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA - Torino di oggi, 31/05/2021, a pag. 7 l'intervista di Carlotta Rocci dal titolo "Botte dalla baby gang perché gay: la nostra vita è un calvario ovunque"; dal CORRIERE della SERA - Milano, a pag. 15, con il titolo "Luca e Fermo, coppia gay. Stanchi di insulti e attacchi. Il paese ci odia: andiamo via", il commento di Fabrizio Guglielmini.

Ecco gli articoli:

Cosa prevede il ddl Zan contro l'omofobia | L'HuffPost

LA REPUBBLICA - Carlotta Rocci: "Botte dalla baby gang perché gay: la nostra vita è un calvario ovunque"

Stefanesta, 29 anni, si definisce un orgoglioso attivista Lgbt. E' stato aggredito sabato sera a Palermo, dove si trova in vacanza con un gruppo di cinque amici da Torino e Bologna, perché era mano nella mano con un ragazzo. In quattro lo hanno accerchiato e lo hanno colpito con calci e pugni in faccia. «E' successo a Palermo, una città dove non mi sono sentito accolto, ma episodi simili succedono ovunque, anche a Torino, la mia città». Un episodio condannato anche dalla sindaca Chiara Appendino: «Vigliacca e ignobile violenza».

Stefanesta, cosa è successo a Palermo? «Eravamo per strada, io e i miei amici. Eravamo in quattro in via Maqueda, un gruppo di ragazzi ha iniziato a insultarci perché io e un altro ragazzo ci tenevamo per mano, forse ci siamo anche dati un bacio, una carezza. Ma non è quello il punto, ma il Fatto che ci hanno presidi mira per quello che siamo. Era una via pedonale, piena di gente il sabato seme ci siamo allontanati per evitare quei ragazzi ma loro ci hanno seguito, mi hanno spinto lontano dagli altri e minacciato con una bottiglia».

Se era una via piena di gente qualcuno è venuto a soccorrervi? «Nessuno. Sembrava di essere su un ring con gli spettatori intorno: tutti a guardare e nessuno a fare niente. Eravamo invisibili, così come diventano invisibili molte aggressioni nei confronti di persone lgbt»

Diceva che Palermo non è diversa da Torino? «Purtroppo no. Intendiamoci a casa non mi hanno mai aggredito fisicamente, non sono mai finito in ospedale ma non più tardi di due mesi fa, ero a Porta Palazzo, nemmeno tanto distante dal centro e ho dato un bacio a un ragazzo e qualcuno alle nostre spalle ci ha urlato "che schifo", anche quella è violenza, verbale ma pur sempre violenza e intolleranza»

Che direbbe ai ragazzi che l'hanno aggredito se li avesse davanti ora? «Non sono arrabbiato con loro, ma con una sistema che crea persone come loro. I pugni che ho ricevuto in faccia sono l'educazione di una società dove nelle scuole non si insegna che le persone lgbt esistono e hanno tutto il diritto di esistere, dove la politica che dovrebbe dare risposte tace e dove il ragionamento di chi dice "che schifo" è accettato».

Ha paura adesso? «Non giro per strada tranquillo, no. Non dopo ieri sera. Subito dopo quello che è successo volevo andarmene e lasciare Palermo. Adesso ho deciso di finire la mia vacanza».

CORRIERE della SERA - Fabrizio Guglielmini: "Luca e Fermo, coppia gay. Stanchi di insulti e attacchi. Il paese ci odia: andiamo via"

Nessuna eco delle recenti battaglie contro l'omofobia, nessuna tolleranza. Contro la facciata della casa di Luca Ceppi e Fermo Landini, a Mornico Losana, paese di 600 abitanti nell'Oltrepò Pavese, si schiantano uova e pallini d'acciaio tirati con una pistola ad aria compressa, come riscontrato dai carabinieri dopo il raid notturno di venerdì sera. «Ci sentiamo presi di mira. Adesso sparano anche contro casa nostra: c'è qualcuno che vuole spaventarci perché non siamo graditi in paese. Così abbiamo deciso di andare a vivere a Pavia o Voghera, qui il clima è diventato troppo pesante; gli autori potrebbero anche venire da un altro posto, ma non fa differenza, siamo esasperati», dice Luca, 59 anni, originario di Milano e come Fermo pensionato. L'aggressione notturna è il bis di un altro lancio di uova contro la facciata avvenuto alla fine d'agosto del 2020 e che ha un ennesimo precedente, più lontano nel tempo, nel 2009. E adesso Luca insieme al compagno, nato proprio a Mornico 69 anni fa, dice basta: «Abbiamo sporto denuncia contro ignoti ai carabinieri e domani il sindaco dovrebbe consegnare alle forze dell'ordine le immagini delle telecamere per risalire agli autori del gesto». Erano le undici e mezza di sera di venerdì quando i due sentono dei rumori all'esterno della loro abitazione: «Abbiamo sentito prima degli strani colpi contro le finestre e poi un'auto fare retromarcia e allontanarsi velocemente, la dinamica era uguale a quella di agosto. Ed è una storia vecchia, non certo in questo modo ma sono anni che sentiamo commenti omofobi contro di noi, anche andare a bere un caffè al bar è diventato un problema». Subito dopo il raid trovano le pareti e le finestre imbrattate di uova marce e gli infissi danneggiati dai pallini d'acciaio. Il sindaco Paolo Porcellana è categorico: «E un atto che condanno fermamente, è inaccettabile che l'abitazione di qualsiasi cittadino diventi obiettivo di gesti violenti. Ma detto questo, voglio dire che Mornico non è un paese omofobo, nessuno qui ha mai fatto distinzioni fra le persone per il loro orientamento sessuale, e spero che questa vicenda si chiuda una volta individuati i responsabili». Mornico Losana è il paese dove è cresciuta Maria De Filippi e il fratello della conduttrice tv, Giuseppe, è vicino alla coppia, come racconta Luca: «Giuseppino, come lo chiamiamo in paese, ci ha sempre detto di stare tranquilli, di fare la nostra vita e noi siamo d'accordo, solo che adesso questi episodi sono troppo ravvicinati». I lanci di uova marce non sono nati dal nulla. In passato la coppia è stata bersaglio di ripetute battute omofobe in luoghi pubblici, come i bar di Mornico e della vicina frazione di Torricella. «In un bar uno del posto, uno che conosco, mi ha detto : anche qui ci sono i froci», rammenta l'episodio Luca. Voci, pettegolezzi, allusioni: «Ridono alle nostre spalle, è brutto dirlo ma ormai ci siamo abituati. Il nuovo vandalismo però ci ha scosso, è come se volessero dirci: dovete andare via da Mornasco, qui non vi vogliamo. Ho detto a Fermo che è meglio traslocare, in modo da ritrovare la tranquillità». Fermo è cardiopatico e la situazione sta superando il livello di guardia: «Non mi stupirei se fra due o tre settimane quello che è appena successo si ripetesse», è la triste conclusione di Luca.

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