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Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 08/12/2023, a pag. 1, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo "Ogni giorno un attacco antisemita. La vita ebraica è un rischio mortale in Europa. Ripasso degli ultimi mesi"
Giulio Meotti Roma. Mentre il rabbino capo di Copenaghen, Jair Melchior, veniva accerchiato, spintonato e riceveva sputi da un gruppo di persone che lo aveva notato mentre scendeva dal treno indossando la kippah e alla biblioteca di Malmö, in Svezia, saltava fuori una copia in arabo del “Mein Kampf” di Hitler, la polizia inglese indagava sui bambini ebrei a cui è stato impedito di salire sugli autobus a Londra e veniva fuori che l’attentatore di Parigi di qualche giorno fa intendeva colpire il Velodromo, dove furono rastrellati gli ebrei francesi dai nazisti prima di essere deportati ad Auschwitz. Diversi scolari ebrei stavano aspettando alla fermata dell’autobus di Egerton Road a Stamford Hill, a nord di Londra. Il conducente inizialmente ha rallentato, ma vedendo gli studenti ha proseguito senza fermarsi. “Diversi passeggeri avevano incoraggiato l’autista facendo commenti antisemiti ed esprimendo la loro gratitudine che non si fosse fermato”, ha detto la polizia. Un sondaggio di questa settimana dice che metà degli ebrei sta pensando di andarsene dall’Inghilterra, l’unico paese europeo che non aveva conosciuto ghetti o deportazioni. Intanto uno degli intrattenitori radiofonici e televisivi più famosi di Francia, nome d’arte “Arthur” (vero nome Jacques Essebag), ha scioccato il paese quando ha rivelato di vivere sotto scorta dal 7 ottobre. “Questa è la Francia nel 2023, vivo a Parigi e ho agenti che proteggono me e la mia famiglia perché sono ebreo, non è pazzesco?”, ha detto Arthur. “Ci sono persone nel nostro paese che non osano più uscire per fare la spesa, ci sono persone, perché sono ebree, che non osano più prendere un Uber’, ha lamentato anche il portavoce del governo, Olivier Véran. Basta leggere una inchiesta da brivido del Figaro. Yaël, 31 anni, è ancora sotto choc per la frase del suo parrucchiere, il 9 novembre, a Gagny, nella Seine-Saint-Denis, crogiolo di conflitti etnico culturali: “Sei ebrea, quindi non ti farò i capelli”. Pochi giorni dopo l’attentato di Hamas, una famiglia proveniente da Tel Aviv, ha rivelato Le Canard enchaîné, è stata respinta all’aeroporto di Orly da un tassista. “Sporco ebreo! Se ti avessi preso, avrei massacrato te, tua moglie e i tuoi figli”, ha detto il tassista al padre. Il Jerusalem Post ci porta in Spagna: “L’Iran è riuscito a penetrare finanziando i partiti politici nel governo spagnolo. Il ministro degli Esteri spagnolo è vicino alla posizione iraniana e critica Israele. Il 90 per cento dei canali televisivi copre gli eventi con un pregiudizio anti israeliano. Perché gli ebrei dovrebbero restare a Barcellona o Madrid? La storia storica delle comunità ebraiche di Toledo che nascondevano il tavolo del Seder dovrebbe riemergere nel mondo moderno? Oggi hanno già tolto le mezuzah dagli stipiti delle porte”. In Svezia, solo il 15 per cento degli ebrei non ha timore a mostrare i simboli della fede ebraica in pubblico. Con 176 nazionalità, Malmö è la quarta città più multietnica del mondo dopo Londra, New York e Washington. Ma non sembra esserci posto per una piccola minoranza: gli ebrei. Un terzo degli abitanti di Malmö ha un’origine straniera e la percentuale è in costante aumento. Negli anni Settanta, la comunità ebraica contava oltre duemila membri: oggi ne sono rimasti meno di quattrocento. Joël Rubinfeld, presidente della Ligue belge contre l’antisémitisme, rivela a Paris Match che “ci sono buone possibilità, in vent’anni, di finire con un Belgio jüdenrein”. Leon de Winter è uno degli scrittori olandesi più noti che vivono ad Amsterdam, i cui genitori sono sopravvissuti all’Olocausto nascondendosi. Pochi giorni fa, quando il sindaco di Amsterdam Femke Halsema si è espressa a favore di un cessate il fuoco tra Israele e Hamas, De Winter ha scritto su X (ex Twitter) che purtroppo c’erano due problemi. Israele vuole riportare nella Striscia di Gaza le persone rapite, ma gli islamisti vogliono comunque tenerle sotto il loro controllo. Ma esiste una soluzione elegante, scrive De Winter: “240 sindaci prendono il posto degli ostaggi. Gli ostaggi israeliani tornano in Israele e Hamas tiene 240 sindaci occidentali. In questo modo semplice i sindaci rendono possibile il cessate il fuoco”. In un’intervista con il Times of Israel, De Winter, 69 anni, ha spiegato perché gli ebrei europei scompariranno entro il 2050. “Penso che la vita ebraica in Europa sarà una cosa del passato entro il 2050”, dice De Winter. “Non c’è futuro per loro qui e il loro amore disperato per il vecchio e amato continente morirà. Questo è inevitabile. Ma nemmeno io, realista pessimista, avevo previsto che la situazione sarebbe sfuggita di mano così velocemente in così tante città. Non me lo aspettavo. Sta accadendo molto velocemente. L’Europa non perdonerà mai gli ebrei per Auschwitz”. Entrambi i suoi figli vivono nei Paesi Bassi. “Entrambi indossano ciondoli con la stella di David e dico loro di assicurarsi che non si vedano se sono per strada. Nascosti sotto la camicia o il cappotto. Questa è la procedura”. Essere visti per strada con il padre non è più pericoloso che con una stella di David. “Sì, beh, cerco di mostrare la mia faccia il meno possibile per strada”. Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante
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