Riduci       Ingrandisci
Clicca qui per stampare

Il Foglio Rassegna Stampa
26.10.2022 L’unità segreta russa
Analisi di Cecilia Sala

Testata: Il Foglio
Data: 26 ottobre 2022
Pagina: 1
Autore: Cecilia Sala
Titolo: «L’unità segreta russa»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 26/10/2022, a pag.1, con il titolo "L’unità segreta russa", l'analisi di Cecilia Sala.

Cecilia Sala (@ceciliasala) | Twitter
Cecilia Sala

Mykhailo Hrushevsky's Ukrainian
Mykhailo Hrushevsky

Roma. C’è una coppia appena sposata, dei ragazzi che hanno fatto carriera nel settore dei videogiochi e altri che hanno lavorato nel centro di comando russo a Damasco. Sono tutti giovani con profili nerd e lauree nel settore It, e fanno tutti parte di un gruppo: quello incaricato di programmare manualmente le traiettorie di volo dei missili russi che in questo periodo colpiscono soprattutto obiettivi civili in Ucraina. E’ un’unità che esiste dal ’63 ma di cui non si sapeva quasi nulla fino alla notte tra lunedì e martedì. Il 10 ottobre è stato il giorno della vendetta di Vladimir Putin per l’esplosione sul ponte di Kerch che collega la Crimea alla Federazione russa e quello del più grande attacco missilistico coordinato contro l’Ucraina da quando è cominciata la guerra. Quel giorno era stato colpito un ponte pedonale di vetro dentro un parco che si usa per andare a guardare il tramonto, una giostra per bambini e le auto di civili in coda. I bombardamenti delle infrastrutture civili ucraine, e in particolare delle centrali energetiche, sono poi continuati nelle due settimane successive. Il collettivo investigativo Bellingcat ha passato gli ultimi sei mesi a cercare le identità di donne e uomini che fanno parte del gruppo segreto Gvc (Centro computazionale principale) incaricato di lanciare questi attacchi e inserire le coordinate per il percorso dei missili: li ha trovati e li ha contattati. Uno degli obiettivi dell’inchiesta era scoprire se – come dice il Cremlino – i bombardamenti mirino ai “centri di comando ucraini” ma poi, evidentemente per colpa dei membri del Gvc, colpiscono obiettivi civili “per sbaglio”, oppure se colpire i civili è parte del piano. La colpa non potrebbe che essere degli elementi dell’unità responsabile di inserire le coordinate degli obiettivi perché – sempre secondo il Cremlino – i missili ad alta precisione russi, come i Kalibr, colpiscono con un margine di errore di massimo cinquanta metri, e visto che il 10 ottobre sono stati colpiti i civili nel traffico a più di un chilometro dai palazzi del potere e una statua dello storico ucraino Mykhailo Hrushevsky, eretta vicino all’università, a più di ottocento metri dalla sede dell’intelligence di Kyiv: l’unica spiegazione coerente con ciò che dice il Cremlino sulle proprie intenzioni e sulle caratteristiche dei propri missili è che le ragazze e i ragazzi del Gvc abbiano sbagliato. Se non fosse che ciò che dice il Cremlino è falso. Bellingcat ha analizzato le comunicazioni tra membri del Gvc e tra loro e i loro superiori, si è infiltrata nelle banche dati russe e ha incrociato le informazioni delle università sui laureati in programmazione e ingegneria militare con quelli dei lavoratori che hanno come indirizzo di “residenza” via Znamenka 19 a Mosca, che è l’indirizzo ufficiale dello stato maggiore delle Forze armate russe. Poi Bellingcat ha comprato i metadati telefonici del maggiore generale Baranov, il più alto in grado tra i militari russi di cui si sappia che lavorino al Gvc. In altri paesi sarebbe stata impossibile un’operazione simile, ma in Russia esiste un mercato nero e degli “spacciatori” dei metadati di praticamente chiunque. Dopotutto questo è lo stesso metodo che Bellingcat aveva usato per rintracciare e contattare gli avvelenatori di Alexey Navalny. Partendo dalle comunicazioni di Baranov i giornalisti e gli investigatori guidati da Christo Grozev sono riusciti a collegare i lanci dei missili di precisione al gruppo Gvc e poi a organizzare i suoi membri in squadre: sul sito adesso ci sono nomi, gradi e volti degli “assassini da remoto” che sono quasi tutti volti di ventenni. A ogni squadra corrisponde una tipologia di missile di precisione russo sparato da terra, dal mare (i Kalibr) o dagli aerei. Le telefonate con i superiori in ingresso e in uscita che avvengono in corrispondenza al momento in cui il missile viene sparato e di quello in cui atterra permettono di ricostruire anche le responsabilità individuali di alcuni bombardamenti. Bellingcat ha contattato ciascuno dei componenti ormai conosciuti del team su linee sicure e, al maggiore Matvey Lybavin, ha chiesto: “Come ti senti rispetto alle vittime?”, lui ha risposto: “Cerca di essere professionale, fammi una domanda concreta”. Altri si sono rifiutati di parlare, ma almeno uno di loro ha accettato di condividere le foto, le mansioni e ammettere le proprie responsabilità e quelle dei suoi compagni di squadra.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui