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Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 06/10/2022, a pag.1, con il titolo "Kyiv sfonda di nuovo", l'analisi di Cecilia Sala.
Cecilia Sala
Volodymyr Zelensky Roma. A Novopetrivka, un villaggio appena liberato nella regione di Kherson, delle signore anziane corrono verso i soldati ucraini con in mano le mele che hanno raccolto in giardino, i soldati ringraziano e poi le signore li abbracciano e piangono. Esattamente come era accaduto un mese fa con lo sfondamento a sorpresa nella regione di Kharkiv, le notizie più interessanti sulla controffensiva nel sud le danno i blogger militari russi. Le rivendicazioni di Kyiv e le mappe degli istituti internazionali di analisi militare sono prudenti, quelle del canale Telegram filo Cremlino Rybar mostrano una superficie liberata grande il doppio. Un mese fa era successa la stessa cosa e avevano ragione i blogger russi. All’inizio di questa settimana gli ucraini si trovavano a Osokorivka, dove c’è una grande statua di un’anguria che simboleggia la vocazione agricola del sud, adesso – secondo Rybar – sarebbero ai confini di Mylove: significa un avanzamento di circa cinquanta chilometri in tre giorni. Quando Kyiv all’inizio di settembre aveva sorpreso tutti, i suoi uomini nel nord-est erano avanzati per novanta chilometri senza mai fermarsi. Oggi siamo più consapevoli di allora della capacità di contrattaccare degli ucraini e i loro successi ci fanno meno impressione, ma riprendere cinquanta chilometri nel sud è un’impresa assai più spettacolare che liberarne novanta nell’area di Kharkiv. Le due operazioni sono speculari: a settembre il generale Sirsky (lo stratega della controffensiva) aveva beneficiato di mesi di retorica bellica delle autorità di Kyiv che preannunciava una controffensiva nel sud, i russi avevano concentrato lì le unità migliori lasciando scoperto il fianco est dove Sirsky ha potuto avanzare mentre i russi, ormai in minoranza, fuggivano. Per le stesse ragioni, il fronte sud – con quasi trentamila russi schierati – sembrava difficilissimo da penetrare. Gli ucraini invece avanzano veloci anche lì e significa che la campagna di attrito portata avanti con i lanciarazzi americani Himars che colpiscono concentrazioni di soldati e depositi di munizioni ha funzionato, che i soldati di Mosca sono spaventati e spaesati, ma probabilmente anche che gli ucraini stanno accettando di pagare un prezzo in termini di perdite di uomini molto più alto di quello che hanno sostenuto negli altri attacchi dell’ultimo mese. Gli ucraini stanno sgretolando le difese russe premendo dall’alto, da nord, e il fianco lungo il quale c’è stato lo sfondamento di cinquanta chilometri parte dal punto estremo di nord-est: dove c’è Osokorivka e l’enorme anguria. Da lì i carri armati di Kyiv hanno costeggiato la sponda del fiume Dnipro, che nella regione di Kherson scende in verticale e poi fa una curva verso ovest, una specie di “L” ribaltata. Proseguendo in questa direzione, il primo obiettivo strategico è Nova Kakhovka: quaranta chilometri dal punto di maggiore penetrazione nel territorio occupato raggiunto dai soldati della controffensiva finora. Se proseguissero al ritmo di questa settimana, arriverebbero all’altezza di Nova Kakhovka nel weekend. E’ una cittadina di quarantacinque mila abitanti sull’altra sponda del fiume ed è tremendamente importante perché dalla diga sul Dnipro di Nova Kakhovka si regolano i flussi di acqua potabile verso la Crimea occupata. Ieri Putin ha annesso alla Russia la centrale nucleare di Zaporizhzhia, contemporaneamente, era in corso un attacco da parte delle truppe che lo scorso fine settimana hanno liberato Lyman, in Donbas. Sono state raggiunte dai rinforzi e ora spingono per varcare il confine tra l’oblast di Donetsk e quello di Luhansk, che è quasi completamente in mano ai russi. Secondo fonti militari citate dal Wall Street Journal, gli ucraini hanno già rimesso in funzione centinaia di pezzi di equipaggiamento abbandonati e adesso, in Donbas, stanno sparando contro i russi con le armi che i loro colleghi si sono lasciati alle spalle nella fretta della fuga dalla confinante regione di Kharkiv. I soldati che hanno riconquistato Lyman adesso puntano a Kreminna, ma il primo obiettivo è cancellare la linea di rifornimento che collega Svatove, più in profondità nel territorio controllato da Mosca, a Kreminna. La tecnica è, su scala ridotta, la stessa portata avanti per mesi nel sud: prima si lasciano gli occupanti a secco, senza nuove munizioni, rinforzi e carburante, poi li si attacca quando sono propensi a reagire scappando.
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