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Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 02/07/2022, a pag. 1, con il titolo "La bandiera europea a Kyiv, la volontà di vincere e la fotografia geopolitica con il filtro dell’ottimismo, che si nota solo in alcuni volti", il commento di Paola Peduzzi. Paola Peduzzi
Milano. La bandiera europea è stata portata ieri dentro al Parlamento ucraino riunito in plenaria, mentre i deputati ritmavano un applauso che pareva una marcia e mentre arrivavano le notizie degli attacchi notturni dei russi sui civili, nel sud, la rappresaglia contro la conquista ucraina dell’Isola dei serpenti. Il percorso dell’Ucraina diverge sempre più da quello della Russia: la prima si difende come può e s’avvicina alla sua aspirazione occidentale un passo via l’altro, la seconda colpisce e bombarda e mente, tutto insieme, ogni giorno, con violenza indiscriminata. E la guerra si fa lunga, anche se nessuno lo vuole, non chi combatte, non i diplomatici, nemmeno Vladimir Putin, perché per quanto compensi l’isolamento con la brutalità il tempo non è più nemmeno dalla sua parte. I commentatori e la diplomazia internazionali si stanno chiedendo non solo quanto durerà ancora la guerra, ma anche cosa la farà finire – l’endgame. L’Economist ha messo in copertina il tema centrale, “come si vince la guerra lunga”, e non ha messo il punto interrogativo, il che è quasi rassicurante. La premessa del magazine britannico è semplice: “Più Putin pensa di poter avere successo in Ucraina, più diventerà bellicoso, combatterà domani con qualsiasi arma che vede oggi funzionare”. Il modo migliore per prevenire la prossima guerra “è batterlo in questa”: “L’Ucraina e i suoi sostenitori hanno le armi, i fondi e il materiale per sopraffare Putin”, scrive l’Economist, hanno anche una forza di attrazione e di unità insperata ma potente, ed è qui che compare l’unico punto interrogativo: gli alleati hanno tutto quel che serve, ma “avranno la volontà?”. Volontà e resistenza sono i fattori imprescindibili per affrontare la guerra lunga, conta quasi più la prima che la seconda.
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