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Il Foglio Rassegna Stampa
23.05.2022 Putin è spacciato
L’opinione di Robert Littel su Le Point

Testata: Il Foglio
Data: 23 maggio 2022
Pagina: 6
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Lo scrittore Robert Littell dice che il 'padrino' Putin è spacciato»
Riprendiamo oggi, 23/05/2022, dal FOGLIO, a pag. 6 l'articolo "Lo scrittore Robert Littell dice che il 'padrino' Putin è spacciato".

Leggere a lume di candela.: Robert Littell
Robert Littell

Autore di un romanzo sulla mafia russa degli anni Novanta, Robert Littell analizza gli errori di Putin e dell’occidente. Lo scrittore e giornalista americano non ha soltanto scritto la grande epopea della Cia, ha anche frequentato molto l’Unione sovietica, e in seguito la Russia, ai tempi in cui lavorava per il magazine Newsweek. Terre che gli erano lontanamente familiari, poiché suo nonno farmacista aveva abbandonato nel 1885 la città di Lida, situata oggi in Bielorussia, per sfuggire ai pogrom. L’occidente ripete che non fa la guerra con la Russia. “E’ una formula diplomatica” dice Littell. “Veniva impiegata già all’epoca dell’Afghanistan, quando gli Stati Uniti non ‘facevano la guerra’ con i sovietici ma fornivano armi e missili ai mujaheddin. Siamo nel quadro di una proxy war, di una guerra per procura, dove una nazione minore rappresenta gli interessi di una grande coalizione. Per fortuna abbiamo trovato un popolo estremamente coraggioso con un leader che sta cambiando il volto del mondo, Zelensky, un popolo che accetta di battersi al nostro posto e neutralizzare un esercito minaccioso che credevamo superiore a ciò che è in realtà”.

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Vladimir Putin

La cosa più significativa nel corso degli ultimi due mesi è che “la Nato, che era prossima alla morta cerebrale descritta da Emmanuel Macron, è resuscitata. Ma umilia Putin. E un uomo umiliato, non dimentichiamocelo mai, è molto pericoloso. Dal punto di vista russo, è naturalmente una catastrofe. Putin era convinto che sarebbe stata una passeggiata di salute, pensava che Zelensky sarebbe scappato all’estero a bordo di un aereo dopo due giorni. Ma il peggio per loro è che hanno creato alle loro porte un grande paese che sarà, dopo tutti i crimini commessi nei confronti della sua popolazione, un nemico per diverse generazioni, come Israele con i palestinesi. In Russia, non ci sono dubbi sul fatto che le persone attorno a Putin e anche la popolazione sappiano ciò che sta veramente accadendo. L’instaurazione della legge marziale ne è la prova migliore. Diamo un’occhiata alle cifre. I britannici che, sia detto en passant, sono protagonisti di un ritorno significativo sul piano dello spionaggio via satellite e hanno scelto la carta della comunicazione su tutti i fronti, sostengono che ci siano circa 15 mila morti dal lato dell’esercito russo. Per avere il numero di feriti, bisogna moltiplicare per tre. Ciò significa che sono stati feriti 60 mila soldati, il che rappresenta 120 mila genitori, più di 200 mila nonni, senza contare i milioni di cugini, di nipoti, di zii, di zie… Tutti, alla fine, verranno a conoscenza dell’entità del disastro. Il padrino Putin è spacciato”. L’errore dell’occidente è quello di aver ignorato che la guerra con la Russia era iniziata da molto tempo. “Certo, è un nostro errore. Come nel 1938, ci siamo convinti che l’appetito di Hitler si fosse saziato con l’Anschluss, poi con i Sudeti e infine con i cechi. Putin ha raso al suolo Grozny e non abbiamo fatto nulla. Si è accaparrato l’Ossezia e non abbiamo fatto nulla. Ha conquistato Aleppo e non abbiamo fatto nulla. Ha annesso la Crimea e non abbiamo quasi fatto nulla. Ha messo le mani sul Donbas e abbiamo alzato le spalle. I Paesi baltici lo avevano capito prima di noi, perché hanno delle popolazioni di origini russe e conoscono la falsa scusa dei russi di voler proteggere i loro compatrioti all’estero. Se non ci fossimo mossi questa volta, avremmo avuto una vera guerra a casa nostra”.

Littell non condivide la critica degli anni Novanta durante i quali sarebbe mancato un appuntamento con la Russia. “Se andate a Vilnius, in Lituania, visitate l’ex centro del Kgb, con le cellule di tortura e di esecuzione. Andate a vedere le targhe dove sono scritti i nomi delle persone che si sono gettate dalla finestra. E capirete perché questi paesi dell’est hanno chiesto l’ombrello della Nato. Tra l’altro l’America non ha cercato di minacciare la Russia, basta consultare l’articolo 5 della carta della Nato che afferma la dimensione difensiva dell’organizzazione: se un paese membro viene aggredito, allora va in suo soccorso. Il mio vero incubo, oggi, è pensare a ciò che si sarebbe prodotto se Trump fosse stato rieletto alla fine del 2020. Lui che detestava Zelensky, lui che aveva tagliato l’aiuto militare all’Ucraina per 300 milioni di dollari, lui che aveva un’ammirazione per Putin e che ha ammesso, pochi giorni fa, di aver dichiarato davanti ai membri della Nato che se uno di loro fosse stato attaccato non lo avrebbe soccorso con certezza”. Non crede alle minacce nucleari di Putin. “Per schiacciare il bottone, Putin deve passare per dieci persone prima di far eseguire il suo ordine. E se utilizza il nucleare tattico sull’Ucraina o un paese vicino, tutte le navi russe del mar Nero e del mare del Nord sparirebbero nel giro di un’ora, distrutte dalla Nato. Non avrebbe più un esercito (…). I carri armati russi sono obsoleti, protetti male. Al minimo impatto, esploderebbe tutto”.

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