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Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 13/01/2022, a pag. 2, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo " 'Israele è grande'. Perché Helen Mirren è perfetta come Golda Meir".
Giulio Meotti Helen Mirren Roma. Ok, la volta scorsa in "Munich" di Steven Spielberg Golda Meir fu interpretata da Lynn Cohen, che è ebrea. Ora tocca a Helen Mirren vestire i panni del primo ministro d'Israele. "Non è un po' troppo Golda Meir per Helen Mirren?", si domanda il Guardian, mentre l'attrice Maureen Lipman dice che Mirren non può essere Golda perché non è ebrea e in tempi di "appropriazione culturale" questo non va bene. Ma se c'è una grande attrice che può interpretare la donna di ferro di Israele, quella è Mirren. Si è opposta sia agli sforzi dei gruppi filo palestinesi di boicottare Israele sia alla decisione di artisti internazionali di evitare lo stato ebraico. "Penso che l'arte sia un mezzo di comunicazione incredibilmente importante", ha detto Mirren da Gerusalemme. "Non credo assolutamente nel boicottaggio ed eccomi qui". Mirren era nella capitale israeliana per ospitare il Genesis Prize, il "Nobel ebraico" assegnato al violinista israelo-americano Itzhak Perlman. Non soltanto Mirren ha interpretato il ruolo di un ex agente del Mossad in "The Debt" e in "Woman in Gold" è stata un'anziana rifugiata ebrea che ha combattuto contro il governo austriaco per un decennio per reclamare un dipinto di Gustav Klimt rubato alla sua famiglia dai nazisti. Il suo legame con Israele risale addirittura al 1967, quando partì volontaria per lavorare in un kibbutz.
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