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La Nazione Rassegna Stampa
02.06.2021 Storia della razzia musicale dei nazisti
Commento di Roberto Giardina

Testata: La Nazione
Data: 02 giugno 2021
Pagina: 23
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Violini e dischi, il saccheggio musicale di Hitler»
Riprendiamo da NAZIONE/RESTO del CARLINO/IL GIORNO di oggi 02/06/2021, a pag.23 con il titolo "Violini e dischi, il saccheggio musicale di Hitler" il commento di Roberto Giardina.

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Roberto Giardina

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Un Guarneri è stato comprato all'asta per dieci milioni di dollari. Un altro violino, opera del liutaio di Cremona, di proprietà di un negoziante di strumenti antichi ebreo, fu rubato dai nazisti, e dopo anni di processi gli eredi non hanno ancora ottenuto neppure un parziale risarcimento. È risaputo che le opere d'arte di collezionisti ebrei furono confiscate e comprate a un prezzo molto lontano dal valore reale. Di molte si è perduta la traccia, altre si trovano oggi nei musei che cercano di non restituirle, ricorrendo a ogni cavillo legale. Meno noto, che i nazisti si impossessarono di antichi strumenti musicali, di spartiti rari, persino di libri e di dischi. È appena uscito da Salani L'orchestra rubata di Hitler, il romanzo di Silvia Montemurro. La moglie di un ufficiale delle SS si insospettisce perché il marito si rifiuta di rivelare l'incarico ricevuto. Lo segue, e lo vede uscire da un appartamento con la custodia di un violino. Scoprirà che appartiene a una giovane musicista ebrea. Tra loro nascerà un legame. Una storia romanzesca ispirata allo Sonderstab Musik, l'unità speciale incaricata di depredare le collezioni musicali nei paesi occupati. La realtà è meno romantica ma più romanzesca. Il musicologo olandese Wilhelm De Vries pubblicò nel 1998 sullo Sonderstab un voluminoso saggio (Dietrich Verlag, 380 pagine, e 40 marchi all'epoca), riportando minuziosamente i nomi di chi fu coinvolto, e le opere trafugate. Hitler era stonato, amava Wagner, e le operette di Franz Léhar. L'autore de La vedova allegra era protetto dal Führer, ma il 4 dicembre del '42, fu ucciso a Auschwitz Fritz Löhner-Beda, uno dei suoi librettisti ebrei. «II maestro della musica è un tedesco», diceva Goebbels, il ministro della propaganda. Ed era implicita la condanna di ogni compositore italiano o francese. Giuseppe Verdi veniva disprezzato. La musica degli ebrei derisa come «sdolcinata». Venne proibito eseguire le opere di Meyerbeer e Mendelssohn. Ma Furtwängler si oppose alla messa al bando dell'ebreo Mahler. I musicisti ebrei non erano degni di possedere violini di Giuseppe Guarneri (1698-1744) e di Antonio Stradivari (1648-1737), e violini, viole, cembali, pianoforti vennero confiscati. La Sonderstab era diretta da Herbert Gerigk, scomparso nel 1996 a 91 anni, e aveva 350 collaboratori.

In Olanda, Francia e Belgio, i nazisti confiscarono i beni di settantamila famiglie ebree, tra cui quelle di noti musicisti e compositori. Per trasportare i beni rubati servirono 669 treni merci, finirono nei magazzini un milione e mezzo di metri cubi. In un mese arrivarono a Berlino duecento pianoforti d'epoca. A Parigi, fu trovato anni fa, nascosto dietro una parete in cartongesso un Guarneri del 1725. In una lista del governo francese, sono riportati gli strumenti confiscati dai nazisti, tra cui dieci Stradivari e due Guarneri. Uno apparteneva a Yves Le Tac, un combattente della resistenza, sopravvissuto alla deportazione a Dachau. Era quello ritrovato dietro la parete? Ci si mise in contatto con Monique Le Tac, la figlia del musicista, che aveva foto del violino: «Sul Guarneri mio padre mi insegnò a suonare», ricordava. Lo strumento le è stato restituito, anche se un esperto ha scoperto che non era un autentico Guarneri. «Non ha alcuna importanza per me», ha detto Madame Monique. Una storia fra tante. Un Guarneri, uno dei circa 150 ancora esistenti, era di proprietà di Felix Hildesheimer, che aveva un negozio di strumenti d'epoca a Speyer, in Renania Palatinato. A causa delle leggi razziali nel '38 fu costretto a vendere la casa e il negozio. La moglie e le due figlie riuscirono a fuggire all'estero. Lui si tolse la vita il primo agosto del '39. I I Guarneri scompare, riappare nel 1974 e lo compra la violinista Sophie Hagemann, di Norimberga. Lei muore nel 2010, e il violino passa alla fondazione che porta il suo nome, e che ha lo scopo di aiutare i giovani musicisti. I nipoti di Hildesheimer vivono negli Stati Uniti e chiedono di rientrare in possesso del violino. Solo nel 2016, la Limbach Kommission, la speciale commissione che a Berlino si occupa della restituzione dei beni sottratti agli ebrei, dà loro ragione. La fondazione è d'accordo, ma cerca un compromesso: il Guarneri non viene restituito, ma offre di risarcire i legittimi proprietari con centomila euro, una minima parte del valore reale: «II violino è pessime condizioni e il restauro sarà lungo e costoso», si obietta. I nipoti sono d'accordo, ma cinque anni dopo non hanno ancora ricevuto un euro.

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