Riduci       Ingrandisci
Clicca qui per stampare

La Stampa Rassegna Stampa
27.02.2023 Netanyahu: "Pena di morte per i terroristi"
Cronaca di Nello Del Gatto

Testata: La Stampa
Data: 27 febbraio 2023
Pagina: 20
Autore: Nello Del Gatto
Titolo: «Sangue in Cisgiordania, uccisi due israeliani. Netanyahu: "Pena di morte per i terroristi"»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 27/02/2023, a pag.20 con il titolo "Sangue in Cisgiordania, uccisi due israeliani, Netanyahu: "Pena di morte per i terroristi" " la cronaca di Nello Del Gatto.


Primo colloquio tra Joe Biden e Benjamin Netanyahu:
Benjamin Netanyahu

Due fratelli israeliani sono stati uccisi in Cisgiordania, nei pressi di Nablus, da un palestinese. Il tutto, mentre ad Aqaba, in Giordania, esponenti del governo israeliano e dell'Autorità Nazionale Palestinese si incontravano per tentare di fermare l'escalation di violenza che dall'inizio dell'anno ha fatto 61 vittime palestinesi e 13 israeliane. I fratelli Hillel Yaniv di 21 anni e Yagel Yaniv di 19, residenti nell'insediamento di Har Bracha, pochi chilometri a sud della città palestinese di Nablus, stavano percorrendo la superstrada 60, che da sud a nord attraversa la Cisgiordania passando per Gerusalemme, Nablus e Jenin, quando, all'altezza della città palestinese di Huwara, sono stati uccisi. A una prima ricostruzione, pare che i due, complici il traffico, erano fermi sulla strada che taglia la cittadina, quando un uomo ha sparato dodici colpi contro l'auto, colpendoli mortalmente. Inutile la corsa in ospedale.

New Palestinian Terror Group Rapidly Gaining Popularity

Le forze israeliane sul luogo hanno trovato almeno dodici bossoli riconducili a una pistola o ad una piccola mitragliatrice. Non si conoscono le generalità dell'attentatore, verso il quale è in corso una vera e propria caccia all'uomo. Gli agenti israeliani stanno visionando le telecamere di sorveglianza di una zona comunque già militarizzata, perché su quella strada passano diversi israeliani, sia arabi ma soprattutto ebrei: questi, sono o residenti negli insediamenti dell'area, oppure vanno a Nablus a visitare la tomba del patriarca Giuseppe. Il luogo dell'attentato dista pochi chilometri dal centro storico della città palestinese, dove in un raid dell'esercito israeliano mercoledì scorso sono state uccise 11 persone. Per il portavoce di Hamas, Hazem Qassam, l'attacco terroristico di ieri è stata una «reazione naturale ai crimini dell'occupazione e la resistenza in Cisgiordania si intensificherà». L'attacco è arrivato poche ore dopo che i media israeliani avevano riferito che i capi israeliani della difesa avevano deciso di ridurre le operazioni in Cisgiordania per cercare di calmare la situazione prima del Ramadan. Decisione questa poi ribaltata in serata dallo stesso ministro Yoav Gallant che ha mandato più truppe in un'area che, secondo alcuni sindaci israeliani della zona, è totalmente senza controllo. In serata ci sono state manifestazioni di protesta dei coloni che abitano nella zona dell'attentato e le strade, sia la 60 che quelle intorno all'area dell'omicidio, sono state chiuse. Si sono registrati scontri tra coloni e palestinesi, con lanci di pietre, case in fiamme, un palestinese morto e altri 98 feriti. Non si è fatto attendere il commento del premier Netanyahu. «Continueremo ad agire con tutti i mezzi necessari, con la sicurezza, le attività operative e con la legislazione, per scoraggiare i terroristi e mantenere la sicurezza», ha detto il premier via Twitter, appoggiando la decisione del ministro della Difesa di continuare le operazioni in Cisgiordania alla ricerca del colpevole, dei suoi fiancheggiatori e di altri terroristi ritenuti vicini ai gruppi che gravitano in zona, primo fra tutti la Fossa dei Leoni. Eppure la giornata era cominciata con i migliori auspici, con l'annuncio di un incontro a sorpresa ad Aqaba, in Giordania, tra i responsabili dell'intelligence di Israele e Autorità Palestinese. Tra i partecipanti, Majed Faraj, capo dell'intelligence palestinese e il capo dell'agenzia di sicurezza interna israeliana Shin Bet Ronen Bar che, in una dichiarazione congiunta al termine dell'incontro, hanno «ribadito la necessità di impegnarsi a ridurre l'escalation sul campo e a prevenire ulteriori violenze». All'incontro, che è il primo da anni, erano presenti anche il coordinatore del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti per il Medio Oriente e il Nord Africa, Brett McGurk, insieme a funzionari della sicurezza giordani ed egiziani, ed è stato organizzato sotto l'egida del re giordano. Si è deciso di bloccare la nascita di insediamenti per sei mesi e riattivare il coordinamento di sicurezza, il tutto per garantire un clima di tranquillità durante il Ramadan e le festività pasquali ebraiche. Ma l'attentato di Huwara ha sbaragliato le carte. Da un lato il ministro delle finanze Bezalel Smotrich, che da pochi giorni ha ottenuto anche ampia autorità sulle questioni civili in Cisgiordania come la costruzione di insediamenti, ha liquidato i risultati dell'incontro di Aqaba come privi di significato. Dall'altra, in serata il comitato ministeriale per la legislazione ha approvato un disegno di legge che istituisce la pena di morte per i terroristi. La cosa era nell'aria da tempo, ed era stata proposta dal ministro della sicurezza nazionale, Itmar Ben Gvir, all'indomani dell'attentato di venerdì 10 a Ramot, nei pressi di Gerusalemme, quando un palestinese piombò in auto contro la fermata di un autobus facendo tre vittime, tra le quali due bambini. Contro la legge, si è mosso già il procuratore generale Gali Baharav-Miara parlando di impedimenti legali. La legge sarà portata mercoledì alla Knesset per la prima lettura.

Per inviare la propria opinione alla Stampa, telefonare 011/ 65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui