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Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 17/11/2022, a pag.29 con il titolo "Putin e la tentazione della rappresaglia" il commento di Anna Zafesova. A destra: Hitler e Putin in un fotomontaggio
Non poteva non accadere, non è la prima volta che accade - missili russi erano già caduti in Moldova, e le mine vaganti avevano creato problemi alla navigazione nel Mar Nero - e accadrà di nuovo. Le due vittime civili che un attacco missilistico russo ha fatto in territorio polacco ricordano che una guerra è in corso in Europa, non alle porte di casa, ma dentro casa. Una guerra non può essere circoscritta, meno che mai quando assume queste dimensioni: la Russia aveva colpito Leopoli, a pochi passi dal confine con la Polonia, già il 24 febbraio scorso, ed era tornata a farlo ripetutamente. Lo sfoggio di potenza con piogge di missili e bombe è uno strumento di guerra anche psicologica, e Mosca vi fa ricorso metodicamente, anche perché è l'unica vera arma che le è rimasta. Il raid di martedì, con quasi 100 missili e droni lanciati contro l'Ucraina, è costato al Cremlino all'incirca un miliardo di dollari. Soldi tolti alle scuole e agli ospedali, ai pensionati e ai bambini, alle innovazioni e alla cultura, a tutto quello che Vladimir Putin dichiara di avere a cuore in Russia. Sono soldi tolti al futuro per rivendicare un passato impossibile. Eppure con una cadenza ormai settimanale il comando russo ordina un bombardamento spietato dell'Ucraina. Aleksandr Baunov, analista di Carnegie Politika, nota che questi bombardamenti, iniziati il 10 ottobre, segnano un cambiamento: «Se fino a settembre il ministero della Difesa russo... sosteneva di colpire soltanto bersagli militari e mai civili... oggi riferisce di centrali termiche distrutte, acclamato dalla folla».
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