Riduci       Ingrandisci
Clicca qui per stampare

La Stampa Rassegna Stampa
27.07.2022 Julianne Smith: 'Gli italiani sceglieranno da soli ma la Nato non si può discutere'
La intervista Francesca Sforza

Testata: La Stampa
Data: 27 luglio 2022
Pagina: 13
Autore: Francesca Sforza
Titolo: «'Gli italiani sceglieranno da soli ma la Nato non si può discutere'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 27/07/2022, a pag.13 con il titolo 'Gli italiani sceglieranno da soli ma la Nato non si può discutere' l'intervista di Francesca Sforza.

Immagine correlata
Francesca Sforza

Julianne Smith, @USAmbNATO says she wouldn't call the peacekeeping mission  proposed by Poland
Julianne Smith

«Capisco le difficoltà e le paure che attraversano l'Europa – dice dal quartiere generale della Nato a Bruxelles l'ambasciatrice americana Julianne Smith – C'è l'inflazione, la crisi economica, i rischi di instabilità, l'insicurezza sul fronte alimentare. Ma gli Stati Uniti si aspettano dagli stati membri che rispettino gli impegni presi a Madrid, restino al fianco dell'Ucraina e lavorino per la protezione del fianco orientale europeo. Da quello che sento qui a Bruxelles – aggiunge – non ho motivi per dubitare della nostra unità».

Ambasciatrice Smith, il summit Nato di Madrid è stato un punto di svolta per definire l'unità della Nato. Quali sono oggi le linee di lavoro? «L'alleanza è di fronte a politiche nuove rispetto al passato, che si concentreranno in particolare sulla Russia – cosa che rappresenta una differenza rispetto al 2010 – e per la prima volta sulla Cina. Le prossime sfide sono sostanzialmente quattro: la prima è relativa alla cybersicurezza e alla gestione di nuove e dirompenti tecnologie emergenti; poi ci occuperemo del processo di piena adesione di Finlandia e Svezia, faremo in modo che tutti gli alleati firmino a favore del loro ingresso; al terzo punto c'è il rapporto con le democrazie asiatiche, che hanno partecipato come ospiti al summit - Australia, Nuova Zelanda, Sud Corea e Giappone; il quarto punto, infine, riguarda la strategia nel medio e lungo termine per il fronte dell'Europa orientale, dove l'alleanza ha rafforzato la sua presenza istituendo gruppi tattici multinazionali in Bulgaria, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia e inviando più navi, aerei e truppe. I risultati di Madrid sono storici, direi».

I russi accusano la Nato di essere in combutta con l'Ucraina per dirottare aerei russi. Cosa risponde? «Da settimane ci arrivano continue accuse, da parte russa, di voler entrare direttamente nella guerra. Il dirottamento degli aerei russi è l'ultimo capitolo della disinformazione di Putin, ricordo che hanno cominciato negando di aver invaso l'Ucraina in modo unilaterale... L'obiettivo è solo quello di attaccare l'Occidente, gli Stati Uniti e i loro alleati».

L'Interpol è preoccupata che molte armi inviate dalla Nato in Ucraina finiscano sul dark web o in mano ai terroristi. Chi controlla che questo non avvenga? «Ogni nazione che sta operando per la sicurezza dell'Ucraina è chiamata in questa fase a verificare che ogni arma spedita in Ucraina finisca nelle mani delle forze armate ucraine. E siamo impegnati ogni giorno per tracciare il percorso dei rifornimenti militari, anche prima che vengano consegnate verifichiamo che le condizioni di arrivo sul terreno siano ottimali. È una preoccupazione che negli Stati Uniti teniamo in grande conto, non siamo estranei a questo genere di allarmi, li prendiamo molto sul serio.

La situazione sul terreno è ancora difficile per gli ucraini. Crede che l'invio di sistemi anti-droni promessi da Stoltenberg possa cambiare il corso della guerra? «Siamo in contatto con la parte ucraina quasi quotidianamente: ascoltiamo le loro domande, ciò di cui hanno bisogno, e le loro liste sono in continuo aggiornamento. Noi facciamo in modo di analizzare queste liste, di capire quale nazione possa rispondere meglio alle loro richieste e facciamo in modo che siano soddisfatte. Nei primi giorni della guerra il tema era prevalentemente sui costi della difesa, adesso invece parliamo di carenza di munizioni e di come intervenire su questo».

In Europa Orientale hanno paura di essere attaccati, e il fatto che le truppe Nato, in caso di attacco, debbano arrivare da fuori è motivo di preoccupazione. Cosa ne pensa? «Ci sono amici che sono particolarmente vicini alla guerra e hanno ragione ad avere paura. Per questo anche prima dell'invasione russa abbiamo fatto in modo di capire come aiutarli. Abbiamo raddoppiato la presenza delle nostre truppe nell'area, questa alleanza spende molto del suo tempo per occuparsi di questi alleati».

Il populismo e il sovranismo tradizionalmente non sono amici della Nato, né del multilateralismo. Cosa significherebbe per l'alleanza la vittoria delle destre in Italia, da sempre piuttosto vicine a Vladimir Putin? «Non voglio commentare la politica italiana, c'è un processo politico, lasciamo che gli italiani decidano da soli. Ciò che possiamo dire è che fino a oggi abbiamo avuto una collaborazione molto stretta ed efficace con l'Italia, sul fronte economico, umanitario, dell'assistenza al popolo ucraino e della gestione dei flussi di migranti. Mi auguro che questa relazione continui così».

Molti analisti sostengono che la Nato sia molto interessata al fronte Est e poco al fronte Sud, che è invece strategico per i paesi che affacciano sul Mediterraneo. È così? «Abbiamo un approccio che cerca di essere a 360 gradi sul territorio della Nato. È chiaro che adesso siamo focalizzati sulla Russia ma recentemente abbiamo dedicato una sessione speciale di lavoro sul fronte sud dell'Europa, è un'area che consideriamo molto, ed è importante che un partner come l'Italia sia al nostro fianco per affrontare la sfida delle migrazioni».

Per inviare la propria opinione alla Stampa, telefonare: 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui