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La Repubblica Rassegna Stampa
22.05.2023 A luglio il summit che segnerà la sconfitta di Putin
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Repubblica
Data: 22 maggio 2023
Pagina: 14
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Al G7 il "Sud globale" si schiera con Zelensky: "A luglio vertice di pace"»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 22/05/2023, a pag. 14, con il titolo "Al G7 il "Sud globale" si schiera con Zelensky: "A luglio vertice di pace" " la cronaca di Paolo Mastrolilli.

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HIROSHIMA — «Tra poco, già a luglio, la guerra raggiungerà la soglia dei 500 giorni. Questo è un periodo di tempo simbolico, un buon mese per convocare il Summit della Formula di pace, il vertice della maggioranza globale. Il vertice di tutti coloro che sostengono l’onestà e sono determinati a porre fine a questa guerra. Vi invito a unirvi agli sforzi comuni». Così ha parlato ieri il presidente ucraino Zelensky, al vertice dei G7 allargato al "Sud del mondo", perché la visita a Hiroshima ha rafforzato la sua fiducia di poter vincere. Non solo per gli aiuti militari come gli F-16, ma perché l’isolamento di chi si ostina a non voltare le spalle all’aggressore Putin diventa sempre più vasto. La giornata era cominciata con la rivendicazione russa di aver preso Bakhmut, che il leader di Kiev aveva dato l’impressione di confermare a margine del bilaterale col presidente Usa Biden: «La città è rasa al suolo, ormai resta solo nei nostri cuori». Più tardi però, in conferenza stampa, lui stesso ha negato di aver inteso che fosse caduta. Anche se i suoi soldati sono ormai aggrappati ad un fazzoletto di terra. Questo spirito di resistenza ha determinato finora il successo degli ucraini, sommato all’aiuto internazionale. Quello militare, rafforzato dalla consegna degli F-16 e un altro pacchetto di forniture da 375 milioni di dollari annunciato da Biden: «Putin non riuscirà mai ad incrinare la nostra determinazione». I caccia sono stati concessi ora perché nelle fasi precedenti del conflitto non servivano, mentre adesso offrono a Kiev la possibilità di prevenire nuove aggressioni: «La Russia dice di temerli? E fa bene». Quanto al rischio che provochino un’escalation, «Zelensky mi ha dato una chiara rassicurazione che non saranno usati per colpire il territorio geografico russo». Anche la premier italiana Meloni, ringraziata dal collega ucraino «per la forza del tuo carattere che dà forza a tutti noi», ha deciso di partecipare alla coalizione addestrando i piloti. Restano da chiarire i dettagli logistici, anche se per ragioni geografiche vengono subito in mente le basi di Aviano o Ghedi, ma la scelta politica è chiara e forse avvicina la visita di Meloni alla Casa Bianca, che negli auspici di Palazzo Chigi dovrebbe avvenire tra fine giugno e inizio luglio. Altrettanto importante però è l’aiuto politico, che ha acquistato un’evidente proiezione globale a Hiroshima. Visitando col premier Kishida il Memoriale della Pace, Zelensky ha detto che «non sarebbe corretto fare paragoni, ma oggi direi sinceramente che le immagini di Hiroshima in rovina mi ricordano Bakhmut ». Una colpa di cui Putin dovrà rispondere davanti alla Storia: «Questi luoghi sono un importante promemoria della necessità di mantenere la sicurezza nucleare. Nessuno ha il diritto di ricattare il mondo con il disastro delle radiazioni», ha aggiunto Zelensky. Finora la strategia di Mosca, appoggiata da Pechino, ha puntato sull’obiettivo di spaccare la comunità internazionale, aizzando il "Sud globale" contro le democrazie liberali. La sfida delle autocrazie si regge sulla speranza ch e questo risentimento diventi il collante di un’alleanza alternativa. Hiroshima però dimostra che più prosegue l’invasione, più siallontana questo risultato. Intorno al tavolo del G7 infatti si sono viste le prime crepe, come quella del premier indiano Modi, che ha parlato così a Zelensky: «Comprendo pienamente la sua sofferenza e quella del popolo ucraino. Posso assicurarle che per risolvere questa guerra, l’India e io personalmente faremo tutto il possibile». È vero che il brasiliano Lula è rimasto a sedere durante la sessione aperta sull’Ucraina, giustificando il mancato bilaterale con problemi di calendario. Però «credo sia rimasto deluso più lui», ha commentato sarcastico Zelensky. Perché ormai chi nega l’evidenza della brutalità di Putin si isola sempre più, come l’alleato cinese Xi, presodi mira esplicitamente per il rifiuto di usare la propria influenza allo scopo di riportare il Cremlino alla ragione. Il summit proposto da Zelensky non è ancora una conferenza di pace, perché «finché gli invasori rimarranno sulla nostra terra, nessuno siederà al tavolo con la Russia». È però «il vertice della maggioranza globale», chiamata a sostenere la proposta di pace di Kiev, perché Hiroshima ha dimostrato che da questa parte si sta spostando il pendolo del consenso internazionale. Oltre a non vincere sul campo di battaglia, Putin sta perdendo anche nelle teste e nei cuori delle persone di buona volontà.

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