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Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 14/05/2023, a pag. 6, con il titolo "Il leader ucraino vola a Berlino. Gli aiuti di Scholz cancellano i dissidi", l'analisi di Tonia Mastrobuoni. Tonia Mastrobuoni
Per la prima volta dall’inizio dell’invasione russa, Volodymyr Zelensky approda stamane in Germania. Il presidente ucraino sarà accolto con tutti gli onori dal capo dello Stato Frank-Walter Steinmeier e dal cancelliere Olaf Scholz. Nel pomeriggio è atteso dal lato opposto del Paese, ad Aquisgrana, dove gli sarà consegnato il prestigioso premio Carlo Magno, assegnato in passato a personalità che si sono distinte per il loro europeismo e il loro impegno civile come Papa Francesco, Angela Merkel, Emmanuel Macron o la dissidente bielorussa Svetlana Tychanovskaja. Il “Karlspreis” a Zelensky «e al popolo ucraino» va inteso, nelle parole del presidente del premio, Jürgen Linden, come «un atto di solidarietà» verso il Paese martoriatodalla guerra di aggressione russa. A poche ore dall’arrivo di Zelensky a Berlino, dopo l’importante tappa romana, il governo Scholz ha annunciato ieri il più massiccio pacchetto di aiuti militari dall’inizio della guerra. Una sorta di regalo di benvenuto che nelle intenzioni del cancelliere vuol testimoniare il convinto supporto di Berlino all’Ucraina. Il ministero della Difesa ha precisato che le forniture belliche valgono 2,7 miliardi di euro. Nel dettaglio, Berlino garantirà a Kiev altri 20 carri armati Marder e 30 Leopard 1, diciotto obici, quattro sistemi antiaerei Iri-T-SLM, dodici Iris-T-SLS, duecento droni di ricognizione, un centinaio di blindati e veicoli di trasporto, e munizioni. Il ministro della Difesa, Boris Pistorius, ha sottolineato che la Germania «non deve nascondersi» sul piano del supporto militare aKiev. Finora Berlino ha fornito quattro miliardi di euro di aiuti all’Ucraina: è tra i Paesi più generosi. E a commento del nuovo, ingente pacchetto militare, Pistorius ha garantito all’Ucraina un sostegno «finché sarà necessario ». Il consigliere di Zelensky, Mikhaylo Podolyak, ha accolto con favore la notizia dei nuovi aiuti: «Indica che la guerra andrà a buon fine, che la Federazione russa è destinata a perdere e a sedersi sulla panchina della vergogna storica, che Mosca non fa più paura a nessuno». Ma quelli di oggi non saranno incontri facili: tra Steinmeier e Zelensky erano volate scintille la scorsa primavera dopo che il presidente ucraino aveva cancellato all’ultimo minuto un invito a Kiev all’omologo tedesco. Steinmeier è stato spesso oggetto di criticheferoci in Ucraina perché considerato tra i principali architetti degli accordi di Minsk. Ma è anche vero che l’ex ministro degli Esteri è tra i pochissimi politici socialdemocratici ad aver chiesto scusa per gli errori commessi in passato con la Russia. Successivamente la visita di Steinmeier è stata recuperata e i due sono riusciti a chiudere l’incidente diplomatico. Anche tra Scholz e Zelensky i rapporti non sono mai stati idilliaci: Kiev ha continuamente accusato il cancelliere di eccessiva riluttanza nel sostegno all’Ucraina. Alla vigilia della missione di Zelensky a Berlino, l’ex ambasciatore in Germania e viceministro degli Esteri ucraino Andrij Melnyk ha accusato Scholz di frenare sull’adesione del suo Paese alla Nato.
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