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La Repubblica Rassegna Stampa
15.03.2023 Senato, destra contro i diritti dei figli delle coppie gay
Cronaca di Lorenzo De Cicco

Testata: La Repubblica
Data: 15 marzo 2023
Pagina: 2
Autore: Lorenzo De Cicco
Titolo: «Il veto della destra ai diritti dei figli di coppie gay. Bocciato il regolamento Ue»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 15/03/2023, a pag.2, con il titolo "Il veto della destra ai diritti dei figli di coppie gay. Bocciato il regolamento Ue", la cronaca di Lorenzo De Cicco.

Il veto della destra ai diritti dei figli di coppie gay. Bocciato il  regolamento Ue - la Repubblica

ROMA — Per le famiglie arcobaleno, la sensazione è quella di una manovra a tenaglia. Ieri l’altro il Viminale ha ordinato al Comune di Milano di non registrare più i figli delle coppie dello stesso sesso. Ventiquattr’ore dopo la maggioranza ha cassato al Senato il certificato europeo di filiazione. Era solo una bozza, presentata il 7 dicembre scorso dalle commissarie V?ra Jourová e Helena Dalli (che venerdì ha incontrato a Roma Elly Schlein), che prevede che la genitorialità stabilita in uno Stato membro sia riconosciuta in ogni altro Stato membro, senza una procedura speciale, che si parli di figli di coppie omogenitoriali o eterosessuali, di figli adottati o avuti con la maternità surrogata dov’è consentita. Non si tratta, come vorrebbe far passare la destra di uno «sdoganamento della compravendita di bambini » (copyright del leghista Claudio Borghi), perché la bozza sul punto è molto chiara: «Se la proposta passasse, ogni Stato continuerebbe ad applicare ai propri cittadini le vecchie regole nazionali. Semplicemente, le coppie che si spostano in un altro Paese dell’Unione, vedrebbero riconosciuti più agevolmente i diritti del minore già acquisiti nello Stato di provenienza», spiega l’avvocato Alexander Schuster, uno dei massimi esperti della materia in Italia. In sostanza, «il figlio di una coppia omosessuale regolarizzato in Germania, se i genitori si trasferissero per lavoro in Italia, avrebbe gli stessi diritti tedeschi, sempre che lo Stato italiano non invochi la contrarietà ai propri valori fondamentali».

Figli di coppie gay, al Senato la destra boccia il regolamento Ue - la  Repubblica

Mentre per due genitori italiani non cambierebbe nulla. Lo stesso ha provato a spiegare ieri in Senato la capogruppo del Pd, Simona Malpezzi: «Il regolamento Ue non andava a intaccare ordinamenti e leggi italiane ma semplicemente metteva al primo posto il diritto prioritario dei minori». Tutele importanti come la successione, i diritti alimentari o il diritto dei genitori di agire in qualità di rappresentanti legali, per motivi di scolarizzazione o di salute. Ma la destra ha comunque voluto dare un segnale. E con 11 voti a favore su 18, ha fatto passare nella Commissione Politiche Ue di Palazzo Madama una risoluzione che stronca il regolamento, presentata dal relatore di FdI, l’ex ministro Giulio Terzi. Le opposizioni, per una volta compatte, non sono riuscite a bloccare l’operazione, che mette l’Italia in testa «all’asse di Orban e della Polonia»,fanno notare i 5 Stelle. La mossa, come rimarca la vicepresidente del Parlamento Ue, la dem Pina Picierno, arriva peraltro in anticipo: «Non c’era alcuna fretta — spiega Picierno — dato che la proposta è stata appena incardinata nella Commissione Juri dell’Eurocamera e per approvarla definitivamente passerà probabilmente un anno». Non c’era alcuna fretta, «se non trasformare la posizione del governo italiano in un manifesto politico per i reazionari». È un messaggio in bottiglia a Bruxelles, che suona così: per Roma il testo va stravolto, dato che per passare c’è bisogno dell’unanimità nel Consiglioeuropeo.Il tema diritti, a destra, è caldo. Ieri a Viareggio i consiglieri meloniani se la sono presa con una preside, “rea”di avere sospeso il laboratorio per la festa del papà. «Ora colpiranno anche la festa della mamma», gli strali di FdI. Mentre a sinistra, i sindaci hanno le mani legate sulle trascrizioni. Per Beppe Sala, lo stop imposto dal Viminale è «un passo indietro politico e sociale», che gioca di sponda col vuoto legislativo a cui i Comuni hanno dovuto sopperire, in assenza di una legge nazionale, chiesta ieri anche dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Proprio in assenza di una legge, tutto è demandato ai tribunali, con responsi variabili. Ieri in Puglia due giudici hanno riconosciuto la trascrizione dei certificati di nascita ai figli nati da due coppie eterosessuali con maternità surrogata in Ucraina. I Comuni avevano bocciato la richiesta.

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