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La Repubblica Rassegna Stampa
13.02.2023 Berlusconi sempre filo-Putin
Cronaca di Andrea Montanari

Testata: La Repubblica
Data: 13 febbraio 2023
Pagina: 2
Autore: Andrea Montanari
Titolo: «Berlusconi senza freni su Meloni e Zelensky: “Io da premier non l’avrei incontrato”»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 13/02/2023, a pag. 4, con il titolo "Berlusconi senza freni su Meloni e Zelensky: “Io da premier non l’avrei incontrato” " la cronaca di Andrea Montanari.

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MILANO -L’affondo di Silvio Berlusconi contro Giorgia Meloni arriva sulla politica estera, al termine di una settimana difficile per la presidente del Consiglio, che è stata prima esclusa dal vertice trilaterale a Parigi con il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e Volodymyr Zelensky e ha poi incontrato il presidente ucraino a Bruxelles. «Non ci sarei mai andato, se fossi stato presidente del Consiglio. Zelensky non doveva attaccare il Donbass». Il leader di Forza Italia parla senza freni, a seggi aperti, rompendo ancora una volta il silenzio elettorale, subito dopo aver votato nella sezione della scuola di via Ruffini in pieno centro a Milano. Il giudizio di Berlusconi su Zelensky è netto: «Giudico molto, molto, molto negativamente questo signore, perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Sarebbe bastato che non attaccasse le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto». Mentre parla, al suo fianco, ci sono la compagna Marta Fascina e alcuni fedelissimi, tra cui la capogruppo forzista al Senato Licia Ronzulli. Parole dure che hanno provocato la reazione immediata delle opposizioni e costretto fonti di Palazzo Chigi a ribadire che «il sostegno del governo all’Ucraina è saldo, come conferma il programma e tutti i voti parlamentari della maggioranza». Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è affrettato a precisare che «Forza Italia è da sempre schierata a favore dell’Ucraina, dalla parte dell’Europa, della Nato e dell’Occidente». Non è la prima volta che Berlusconi incorre in una gaffe che mette in imbarazzo Meloni. Come quando, a metà ottobre, durante la formazione del suo governo rivelò di «aver riallacciato i rapporti con Putin» durante una riunione dei parlamentari di Forza Italia. Affermazioni che il Cavaliere aveva poi provato a smentire, nononstante la pubblicazione di un audio di quella riunione. «È solo preoccupato dalla guerra, non è mai stato in dubbio il sostegno a Kyev – ha provato a disinnescare la polemica una nota del partito in serata. Senza, però, riuscirci. «Berlusconi ricomincia con i suoi vaneggiamenti putiniani, in totale contrasto con Ue, il governo di cui fa parte e il ministro degli Esteri che è anche espressione del suo partito. Pessimo», commenta Carlo Calenda, leader di Azione. «Berlusconi dice cose gravissime e inaccettabili che fanno il paio con quelle di Salvini dei giorni scorsi», gli fa eco Alessia Morani del Pd. Mentre per Benedetto Della Vedova di +Europa «Berlusconi che sconfessa Meloni sull’Ucraina è gravissimo».

Berlusconi rivela:
Silvio Berlusconi

Il Cavaliere prende le distanze dal governo anche sulla strategia per arrivare alla pace. Alla premier che propone che gli eserciti russo e ucraino si equiparino militarmente, il Cavaliere risponde. «No, Il signor presidente americano Biden dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli: è a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall da sei, sette, otto, nove mila miliardi di dollari per ricostruire l’Ucraina. A una condizione: che tu do mani ordini il cessate il fuoco, anche perché noi da domani non vi daremo più dollari e non ti daremo più armi». Per il Cavaliere infatti «solo questo potrebbe convincere Zelensky a cessare il fuoco». Si smarca anche sulla Rai su Sanremo e sulla richiesta di FdI e Lega di azzerare i vertici della tv pubblica. «Non voglio arrivare assolutamente a questo. Dico soltanto che mi piacerebbe che la televisione pubblica facesse il suo mestiere di televisione pubblica». Assicura di non voler «invocare alcuna censura, non l’ho mai fatto in vita mia», Dimenticando, però, il famoso “editto bulgaro” con cui nel 2002 mise di fatto al bando i programmi di Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi. E non è escluso che l’uscita su Zelensky non sia legata alle Regionali, preoccupato com’è il Cavaliere per l’alta astensione in Lombardia e Lazio. «Chi non vota non è un buon italiano. Se si arrivasse a meno del cinquanta per cento mi domanderei: siamo davvero una democrazia»?. Ma sulle ragioni del non voto taglia corto: «Il mondo è pieno di stupidi».

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