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La Repubblica Rassegna Stampa
26.01.2023 Scudo italiano sui cieli ucraini
Cronaca di Tommaso Ciriaco

Testata: La Repubblica
Data: 26 gennaio 2023
Pagina: 4
Autore: Tommaso Ciriaco
Titolo: «Scudo italiano sui cieli ucraini, Crosetto: decreto armi a giorni»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 26/01/2023 a pag.4 con il titolo "Scudo italiano sui cieli ucraini, Crosetto: decreto armi a giorni" l'analisi di Tommaso Ciriaco.


Volodymyr Zelensky

ROMA — Tra pochi giorni l’Italia invierà un primo scudo missilistico a Kiev. Lo farà con il sesto decreto interministeriale, i cui dettagli sono stati presentati ieri da Guido Crosetto al Copasir. «Stiamo ultimando il testo — è il senso di quanto detto dal titolare della Difesa nel corso di una riunione secretata — Sarà varato nei prossimi giorni». Conterrà innanzitutto batterie di missili Aspide e il sistema radar Spada. Assieme ai francesi sarà inoltre garantito il Samp-T, fiore all’occhiello della difesa antimissilistica reclamato dagli ucraini. Ma questo sistema potrebbe essere contenuto in un altro testo: «Stiamo ultimando le procedure con Parigi», è la sostanza di quanto riferito dal ministro. Che il decreto sia ormai questione di ore lo dimostra la scelta di Crosetto di illustrare al Copasir — presieduto da Lorenzo Guerini — le singole voci della nuova fornitura militare, a partire dai numeri dei missili Aspide. Una disamina dettagliata che permetterà al titolare della Difesa di non presentarsi nuovamente di fronte al comitato, una volta licenziato il provvedimento, a patto che non venga modificato l’impianto presentato ieri ai parlamentari. Ma cosa contiene il sesto invio? Innanzitutto gli Aspide: sono in dotazione all’Aeronautica e sono stipati in gran numero nei magazzini. Una quota di questi missili — tra l’altro tolti dal servizio un anno fa — sono tecnicamente “scaduti”, perché il combustibile dei motori ha dei tempi tecnici da rispettare: vanno dunque rivitalizzati. Un singolo missile costava nel 2000 circa 620 milioni di lire. Anche sul Samp-T, il ministro informa il Copasir di un dettaglio fondamentale: l’Italia invierà il centrodi comando e controllo, la Francia il radar. I missili — gli Aster30, che costano 2 milioni di euro ciascuno — saranno invece garantiti da entrambi i Paesi. Un modo anche per condividere il costo dell’operazione, che vale da sola 750 milioni di euro. Il sistema potrebbe essere inserito nel sesto decreto, ma è aperta la strada alternativa: un annuncio congiunto con la Francia — entro un mese — e un provvedimento ad hoc. L’imminente varo del decreto è servito anche a Giorgia Meloni per presentarsi di fronte agli alleati con qualcosa di tangibile in mano. La premier ha partecipato ieri alla chiamata organizzata da Joe Biden. Il Presidente americano ha informato il cosiddetto Quint, il gruppo informale che coinvolge Stati Uniti, Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia, dell’evoluzione del conflitto. E la presidente del Consiglio, dopo settimane di attesa per una nuova spedizione che tardava a concretizzarsi, ha potuto garantire: «Con i leader forniremo assistenza a Kiev a 360 gradi». Si è però sfiorato il caso diplomatico, perché in un primo momento la Casa Bianca aveva escluso Meloni dalla call (accadde una volta anche a Mario Draghi, all’inizio del conflitto in Ucraina, probabilmente a causa della primissima posizione italiana sulle sanzioni alla Russia, poi completamente rettificata). La leader di Fratelli d’Italia, d’altra parte, ha necessità di mostrarsi al fianco dell’Ucraina e leale alleata di Washington. E nel frattempo si prepara anche a un tour internazionale: sabato in Libia — come anticipato da Repubblica — poi il 3 febbraio a Stoccolma e Berlino. In quegli stessi giorni dovrebbe recarsi anche in Polonia. E resta sempre imminente il viaggio a Kiev. La scelta di assicurare dotazioni militari all’Ucraina spinge l’esecutivo a preparare anche a un’altra mossa: «ripristinare le scorte» militari. Si tratta in particolare dei proiettili d’artiglieria calibro 155 millimetri, la cui produzione scarseggia, dei missili contraerei portatili Stinger, senza dimenticare i semoventi Pzh2000 e i lanciarazzi MLRS — super Himars. Della prospettiva ha parlato ieri anche Crosetto in Parlamento, insistendo su un punto: l’Europa autorizzi l’esclusione degli investimenti sulla difesa dal Patto di stabilità. «In un momento come questo nessun Paese è in grado di tagliarli. Anche perché l’aiuto che abbiamo dato all’Ucraina ci impone di ripristinare le scorte che servono per la Difesa nazionale». Ma non basta. Davanti alle Camere, il ministro promette pure una revisione delle strutture di vertice dei militari: «Occorre unificare i settori e i servizi comuni alle diverse forze armate».

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