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La Repubblica Rassegna Stampa
21.01.2023 Ucraina: l'Italia vara il sesto decreto armi
Cronaca di Tommaso Ciriaco

Testata: La Repubblica
Data: 21 gennaio 2023
Pagina: 13
Autore: Tommaso Ciriaco
Titolo: «Giovedì l’Italia vara il sesto decreto armi. Entro un mese lo scudo anti-missile»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 21/01/2023 a pag.13 con il titolo "Giovedì l’Italia vara il sesto decreto armi. Entro un mese lo scudo anti-missile" l'analisi di Tommaso Ciriaco.


Volodymyr Zelensky

ROMA — Il sesto decreto armi è pronto. Sarà varato tra mercoledì e giovedì della prossima settimana. Toccherà a Guido Crosetto, in quelle stesse ore, illustralo di fronte al Copasir, come da prassi. Il testo conterrà la fornitura degli Aspide, missili terra-aria utili a difendere una città. Quanto allo scudo antimissile Samp-T, la questione è tecnicamente più intricata: alcune componenti saranno assicurate da Roma, altre da Parigi. Per questo, è possibile che il sistema non venga incluso in questo decreto, ma in un successivo provvedimento ad hoc – non secretato - che verrà licenziato al massimo entro un mese. Gli ultimi dettagli saranno limati nel corso di un prossimo bilaterale tra il ministro della Difesa italiano e il collega francese Sébastien Lecornu. Quindi arriverà l’annuncio congiuntocon l’Eliseo. Per la destra di governo è necessario agire. E farlo in fretta, per lanciare un segnale agli alleati e mantenersi in continuità con l’esecutivo di Mario Draghi, che aveva licenziato cinque decreti in otto mesi (con un impegno di oltre un miliardo di euro). Dopo alcuni ritardi, Crosetto si presenta al vertice di Ramstein con in tasca il sesto decreto. Assicura ai partner che l’Italia non vacillerà. Il ministro della Difesa ragiona – e si ritrova in sintonia con l’omologo americano Lloyd Austin, con il britannico Ben Wallace e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. A quest’ultimo promette che Roma «continuerà a fare la propria parte». E si impegna anche con l’omologo ucraino: «Ci sarà un aumento esponenziale degli attacchi. Non vi lasceremo soli di fronte a questa vile aggressione. Bisogna passare dalle parole ai fatti nel più breve tempo possibile». Tradotto: la nuova fornitura di armi italiane è pronta. Di certo saranno spediti gli Aspide. Sono missili di vecchia generazione, ma molto precisi. Sta per essere ultimata l’operazione di “rivitalizzazione” dei propulsori. Reclamati dagli ucraini, che devono fare i conti con una contraerea d’origine sovietica ormai al collasso. Non è nota la dimensione della fornitura, ma potrebbe trattarsi di quattro batterie complete di radar, ciascuna con 18 missili e un raggio d’azione di venti chilometri, utile a difendere una città dai droni e dai cruise russi. Ma il vero fiore all’occhiello a disposizione di Roma sono i Samp-T. Alcuni nodi tecnici hanno certamente rallentato l’operazione di fornitura. E non è detto che vengano inclusi nel sesto decreto, anche perché si tratta di un provvedimento secretato: l’obiettivo è annunciarne l’invio assieme a Parigi. Deciderà Crosetto, ed è possibile che venga assicurato con un successivo provvedimento, da varare comunque entro febbraio. Resta il nodo dei costi: ogni missile costa circa due milioni di euro e la difesa di Kiev reclama forniture costanti. Certo, si potrebbe lavorare per adattare i Patriot al sistema Samp-T. Ma nel frattempo sono proprio i Patriot la soluzione migliore per le esigenze difensive delle prossime settimane. In questa chiave si spiega la decisione italiana di garantire una batteria Samp-T agli americani, che provvederanno a schierarla in Slovacchia. Un accordo a cui aveva già lavorato l’allora ministro della Difesa Lorenzo Guerini - confermato da Crosetto - e utile a liberare una batteria di Patriot che verrà destinata all’Ucraina. Altre due saranno cedute a Zelensky da Olanda e Germania. Hanno costi più contenuti e sono già operative, a differenza dei tempi tecnici necessari per l’assemblaggio del Samp-T italo-francese: almeno altri tre mesi e la necessità di un addestramento mirato. L’Ucraina, comunque, continua a premere per fare in fretta. Ha bisogno della batteria per proteggere le città più popolose del Paese. E reclama anche mezzi cingolati. Su questo fronte, però, Roma non dovrebbe essere della partita, visto che nel decreto non saranno forniti i blindo Centauro, su cui pure è stata effettuata una ricognizione da parte della Difesa. Né ci sarà spazio per i carri armati Ariete, meno evoluti dei Leopard 2, su cui si gioca la sfida tra Berlino e Washington.

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