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La Repubblica Rassegna Stampa
05.12.2022 Iran: adesso l'Occidente deve schierarsi senza ambiguità
Analisi di Gianni Vernetti

Testata: La Repubblica
Data: 05 dicembre 2022
Pagina: 1
Autore: Gianni Vernetti
Titolo: «Occidente, adesso tocca a te»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi 05/12/2022, a pag.1, con il titolo "Occidente, adesso tocca a te" l'analisi di Gianni Vernetti.

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Gianni Vernetti

Iran abolishes morality police after months-long anti-hijab protests -  India Today

L’Iran ha abolito la polizia della morale. L’annuncio è stato dato ieri mattina dal procuratore generale Mohamad Jafar Montazeri, parlando a Qom, in un incontro con il clero. Dopo due mesi di rivolta popolare, 400 morti e 14.000 manifestanti incarcerati, l’annuncio rappresenta una prima crepa nel muro della teocrazia iraniana. Ora la strada per l’abolizione del velo obbligatorio è aperta e lo stesso procuratore è costretto ad ammettere che alcune “regole rigide” potrebbero essere circoscritte alla sola città di Qom, la città santa per il credo sciita. L’annuncio del procuratore generale apre un nuovo capitolo per il regime degli ayatollah che non riesce più a contenere la fortissima voglia di cambiamento che emerge da ampi settori della società. “Donna, vita, libertà” è lo slogan gridato mille volte da milioni di manifestanti che sta facendo tremare le mura anacronistiche della dittatura degli Ayatollah e che potrebbe aprire la strada ad un cambio di regime in Iran. Era lo scorso 16 settembre quando la ventiduenne curda Mahsa Amini fu bloccata a Teheran da una pattuglia della polizia morale che la arrestò soltanto perché portava il velo in modo “non appropriato”. Una volta in caserma è stata torturata e percossa fino alla morte e la sua foto in coma in un letto d’ospedale e la sua morte dopo soli due giorni hanno fatto esplodere il Paese. Il suo tragico destino è condiviso da quelle migliaia di donne oggi incarcerate in Iran solo per essersi levate il velo o per avere partecipato da una manifestazione di protesta. Il voto quasi unanime del parlamento iraniano che ha chiesto la condanna a morte per tutti manifestanti incarcerati, ci diceperò il muro da abbattere è ancora solido. È necessario, ora più che mai, sostenere con più convinzione la rivolta in Iran che chiede libertà e democrazia e la fine della dittatura della repubblica islamica. Il sostegno di quella rivolta è un interesse strategico per tutto l’Occidente di fronte ad una Iran che non solo uccide i propri giovani, ma esporta instabilità e terrorismo in tutto il Medio Oriente e uccide, con i suoi droni, i civili nelle città dell’Ucraina. È necessario un cambio di passo nelle azioni politiche e diplomatiche dell’intero Occidente nella convinzione che un cambio di regime in Iran sia una possibilità concreta. Bene ha fatto il presidente Emmanuel Macron ad incontrare pochi giorni fa Masih Alinejad, la giornalista iraniana dissidente in esilio a New York ed ispiratrice della campagna contro il hijab obbligatorio, dimostrando che un leader occidentale può fare la differenza non soltanto decidendo di non stringere più la mano insanguinata dei dittatori, ma scegliendo in più di offrire una forte legittimazione politica ai suoi oppositori. Questa è la strada giusta da seguire e sulla quale sarebbe auspicabile anche un impegno più esplicito del governo italiano: sostenere in ogni modo i dissidenti del regime autoritario dell’Iran, chiedere in tutte le sedi internazionali un’immediata amnistia per gli arrestati e la liberazione di tutte le donne incarcerate per avere violato le regole della polizia della morale, includere i Guardiani della Rivoluzione nella lista delle organizzazioni terroristiche, decide nuove sanzioni mirate contro i responsabili delle violenze e della repressione.

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