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La Repubblica Rassegna Stampa
13.11.2022 Dugin e Putin
Commento di Rosalba Castelletti

Testata: La Repubblica
Data: 13 novembre 2022
Pagina: 15
Autore: Rosalba Castelletti
Titolo: «Il mistero di Dugin l’ideologo attacca 'il re', poi ritratta: sto con Putin»

Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 13/11/2022, a pag.15, l'analisi di Rosalba Castelletti dal titolo "Il mistero di Dugin l’ideologo attacca 'il re', poi ritratta: sto con Putin".

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Rosalba Castelletti

Chi è Aleksandr Dugin, ideologo di Putin
Aleksandr Dugin

«Il Potere. È esso il responsabile». Il 10 novembre, giorno del ritiro delle truppe russe da Kherson, mentre persino i falchi sostenevano la decisione dei generali come «necessaria » e «giusta», seppure «dolorosa», Aleksandr Dugin sembrava scagliarsi contro il “Sovrano” per la perdita di quello che definiva «il capoluogo di una delle regioni russe» fino a evocarne l’eliminazione. Una dichiarazione che in Russia non aveva fatto alcuno scalpore, abituati come si è alle sue invettive al limite della farneticazione, ma che in Occidente dove Dugin è etichettato a torto come “l’ideologo di Putin” è risuonata come la sconfessione del maestro che ripudia il discepolo tanto da costringere il filosofo a una singolare smentita. «Kherson si è arresa. Se vi lascia indifferenti, allora non siete russi. I russi ora digrignano i denti per il dolore, piangono e soffrono come se il loro cuore fosse strappato via, come se i loro figli, fratelli, madri e mogli fossero stati uccisi davanti ai loro occhi», ha scritto il vate delle destre occidentali in quella che è sembrata un’allusione alla perdita della figlia Daria nell’attentato dinamitardo dello scorso agosto ordito, stando agli Stati Uniti, dai servizi segreti ucraini. «Qual è il significato di autocrazia, esiste? Diamo al Sovrano la pienezza assoluta dei poteri, affinché ci salvi tutti — persone, Stato, cittadini — in un momento critico. Se per questo si circonda di merda o sputa sulla giustizia sociale, è spiacevole, ma almeno ci salva. E se non ci salva? In tal caso lo attende il destino del “Re delle piogge”», ha aggiunto alludendo al libro Il ramo d’oro dell’antropologo britannico James Fraser che spiega che se il “re dei re” non si rivela «all’altezza delle aspettative» o non è in grado di scongiurare la siccità «viene lapidato». «Anche l’autocrazia ha un aspetto negativo. Totalità del potere in caso di successo, ma anche totalità della responsabilità in caso di fallimento», continua Dugin. Una dura accusa che sembrerebbe avere un solo imputato, visto che lo stesso filosofo assolve il comandante delle forze russe in Ucraina Serghej Surovikin. «Non è un politico, è responsabile della parte tecnica del fronte. Non prendetevela con lui. Sapete con chi. Questo non è un tradimento, questo è un passo verso l’Armageddon», continuava ermeticamente Dugin prima di proporre di trasformare la «dittatura sovrana in un commissariato, vale a dire di introdurre un’ideologia… Quella vera. L’idea russa. C’è solo essa». Per il primo consigliere del ministero dell’Interno ucraino, Vadim Denisenko, non ci sono dubbi: «Di fatto, Dugin avverte Putin: o la situazione migliora, o Putin deve essere rimosso ». Una lettura che il filosofo ieri ha contestato. «L’Occidente e il TsIPSO (il Centro ucraino per le informazioni psicologico-informative, ndr) hanno iniziato a inventare il falso che io e i patrioti russi, dopo la resa di Kherson, abbiamo voltato le spalle a Putin e avremmo chiesto la sua partenza. Questo non ha nessun appiglio. È chiaro che nessuno ci crederà. Ma per ogni evenienza: nessuno si è allontanato da Putin, io e tutti i patrioti russi lo sosteniamo incondizionatamente. Siamo fedeli a Putin e sosteniamo l’operazione militare speciale e la Russia fino alla fine», ha scritto Dugin evocando ancora una volta l’uso delle armi nucleari, evitabile solo se si fa ricorso alla «ideologia e idea russa». Il Potere a cui alludeva, spiega, altri non sarebbe che «l’élite dominante che sta già correndo in tutte le direzioni e tradendo il Supremo». Seppure fosse così, sarebbe comunque ilsegnale di una crepa.

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