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Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 08/11/2022, a pag. 14, con il titolo "Podolyak: 'Trattare dopo Kherson è un regalo a Putin' " l'intervista di Paolo Brera.
Mikhailo Podolyak «Non ci sarà negoziato finché i russi occuperanno la nostra terra». Rilanciato ieri da tutti i siti, l’articolo diRepubblica che rivela le pressioni di Nato e Casa Bianca per riaprire la trattativa quando Kiev avrà ripreso Kerson ha provocato un terremoto politico in Ucraina. Ma il governo non arretra dalla linea dura: «Trattare con Putin — dice a Repubblica Mikhailo Podolyak, capo consigliere del presidente Zelensky — vorrebbe dire arrendersi. E noi non gli faremo mai questo regalo».
Sapevate di questo piano? «Non con dichiarazioni così dirette, ma ogni metro di terra liberato ci rafforza. Sono cose ovvie. Questa o quella vittoria militare significherà poter riprendere le trattative? Solo se la Russia si dimostra pronta: “l’offerta negoziale” del Cremlino è un banale ultimatum: ammettere la sconfitta, e firmare per la perdita di territori e sovranità. La società non lo accetterà mai. L’esercito russo lasci il territorio ucraino, e poi verrà il dialogo».
Sapeva dei colloqui tra Mosca e il Pentagono? Cosa ne pensa? «Smettiamola di speculare. Le conversazioni telefoniche tra il capo del Pentagono e il signor Shojgu sono informazioni pubbliche, non c’è niente di nuovo. Le forze armate di entrambi i Paesi possono comunicare tra loro, anche per avvertimenti reciprici sulle conseguenze dell’uso di armi di distruzione di massa. Ma non sono in corso negoziati tra Russia e Paesi occidentali per l’Ucraina. I nostri partner aderiscono al principio del “nulla sull’Ucraina senza l’Ucraina”. E poi nessuna delle parti sarebbe in grado di garantire l’attuazione degli accordi, senza il supporto del popolo ucraino».
Avete detto spesso che non farete accordi con Putin, ma la caduta del presidente russo non è più un obiettivo strategico perché rafforzerebbe la Cina. Siete pronti a riconsiderare la vostra posizione? «Non ci risulta alcun consenso tra i leader occidentali su questo tema. Qualsiasi accordo con Putin comporterebbe la resa di territori e rafforzerebbe le altre autocrazie. Trattare con Putin è un biglietto di sola andata verso un mondo in cui il diritto internazionale non funziona più, in cui conta la forza e la forza sono le armi nucleari. E perché pagare un tale prezzo, se Putin non rinuncia all’idea di distruggerci? Il cessate il fuoco per la Russia è una pausa tattica per rinforzarsi. Vale la pena un regalo del genere a Mosca?».
I vostri successi sono basati sulle armi e sul sostegno dell’Occidente. Continuereste a combattere se vi negasse nuovi aiuti militari? «Domandatelo agli ucraini. Quelli la cui casa è stata colpita da un razzo russo. Coloro i cui cari sono stati uccisi o violentati. Quelli che passano la notte in trincee fredde e umide. Chiedete a coloro che rimarranno qui per l’inverno sapendo che la Russia cercherà di portarci via elettricità, acqua e comunicazioni. Chiedetelo guardando queste persone negli occhi. Non abbiamo scelta. La Russia ci ha invaso con crematori mobili e mezzo milione di sacchi per cadaveri. Se smettiamo di difenderci, cesseremo di esistere. Letteralmente. Fisicamente. Continueremo a combattere anche se verremo pugnalati alle spalle».
Il bilancio per il 2023 prevede un disavanzo di 38 miliardi di dollari. Avete garanzie che sarà finanziato senza accettare i negoziati? «In guerra il supporto finanziario non è meno importante di quello militare. Stiamo negoziando coi partner ma è impossibile collegare ciò ai negoziati: la Russia non offre dialogo ma un ultimatum. Di cosa dovremmo parlare? Con chi? Dovremmo rinunciare ai territori per soldi?».
Il meteo peggiora. La riconquista si fermerà? «Il clima non influenzerà la capacità dell’Ucraina di condurre le ostilità».
Uccidereste Putin, se poteste? «L’Ucraina conduce una guerra esclusivamente difensiva. Non attacchiamo il territorio della Federazione Russa. Dobbiamo solo sbarazzarci dell’esercito occupante».
Perché sono state espropriate le azioni dell’oligarca Kolomoisky? Per le sue relazioni con la comunità ebraica russa e con Israele? Per un suo possibile ruolo nei negoziati? «La decisione riguarda cinque persone e aziende strategicamente importanti per l’esercito che non hanno utilizzato a pieno il potenziale. Nulla di personale».
Kolomoisky fu lo sponsor dell’ascesa di Zelensky. Com’è oggi il loro rapporto? «Il presidente non ha alcuna relazione con Kolomoisky o altri grandi uomini d’affari. È un mito creato dagli oppositori durante le elezioni del 2019. Fortune e influenza degli oligarchi sono solo diminuite».
Come garantirete luce e riscaldamento nei mesi gelidi? «Non possiamo garantire nulla, e la società non si aspetta garanzie. Stiamo lavorando con i partner per migliorare la difesa dal cielo».
Che consiglio dà alla gente di Kiev? Rimanere o emigrare per l’inverno? Valutate l’evacuazione? «Forniamo informazioni aggiornate per prendere decisioni autonome. Trascorrere l’inverno all’estero aiuta a superare la crisi energetica, ma non può valere per tutti».
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