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La Repubblica Rassegna Stampa
24.10.2022 Olaf Scholz: 'Obiettivo è la pace, ma l'Europa sta con Kiev'
Intervista di Robin Alexander

Testata: La Repubblica
Data: 24 ottobre 2022
Pagina: 13
Autore: Robin Alexander
Titolo: «Scholz: 'Sosteniamo Kiev ma per ora niente Leopard. No a un conflitto Russia-Nato'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 24/10/2022, a pag. 13, con il titolo "Scholz: 'Sosteniamo Kiev ma per ora niente Leopard. No a un conflitto Russia-Nato' ", l'intervista di Robin Alexander.

Scholz, continueremo la relazione molto buona con l'Italia - Europa -  ANSA.it
Olaf Scholz

Signor cancelliere Olaf Scholz, da quasi un anno ricopre questo importante incarico: c’è stato un momento in cui si è domandato se Lei sia o meno la persona adatta? «No».

Ha suscitato irritazione dicendo di essere sempre stato certo che Vladimir Putin avrebbe usato l’energia come arma. Il governo precedente, di cui lei faceva parte , ha sempre sostenuto il contrario. «Mi è stato chiaro fin dall’inizio che sarebbe potuto accadere. Sapevo che andava bene usare il gas russo a basso costo, ma non potevamo permetterci di esserne dipendenti, bisognava attingere anche ad altre fonti di approvvigionamento».

Era l’unico a vederla così nel governo di Angela Merkel? «Non posso rispondere. Una cosa è certa: dopo la nomina a cancelliere ho chiesto ai dipartimenti responsabili cosa avremmo fatto se dalla Russia non fosse più arrivato il gas. Purtroppo non esistevano piani».

Il suo governo prende gas da mezzo mondo, ma non dal territorio nazionale. «Il gas naturale non è il nostro futuro. La Germania sarà clima-neutrale entro il 2045, ossia entro quella data la nostra industria sarà basata sull’idrogeno e sull’elettricità da fonti rinnovabili. Stiamo creando l’infrastruttura necessaria».

Questa settimana avete evitato la chiusura di tre centrali nucleari. Può escludere un’altra proroga? «Il 15 Aprile 2023 è la data ultima – allora saranno esauriti anche gli elementi combustibili rimasti».

Lei non dice che supereremo l’inverno, dice che probabilmente ce la faremo. Perché relativizza? «A quanto sappiamo oggi, supereremo l’inverno, ma esistono circostanze esterne su cui non abbiamo potere».

Ma i prezzi stanno esplodendo… «Stiamo tagliando tasse e imposte, in maniera massiccia. L’aliquota fiscale sarà ridotta in modo pressoché generalizzato. Renderemo i contributi pensionistici deducibili al 100 per cento. Chi ha un reddito da lavoro di 1000 euro o anche più pagherà fino a 50 euro in meno di tasse al mese. Abbiamo aumentato gli assegni familiari: con due figli si avrà più di 400 euro l’anno».

Teme che la guerra russa contro Kiev degeneri in guerra mondiale? «Non credo, ma quantomeno dobbiamo tenere presente il rischio. In una situazione di pericolo simile va evitato qualsiasi passo imprudente. Non si deve arrivare a un conflitto diretto tra Russia e Nato! In questo concordo con Joe Biden, che considero un ottimo presidente, che conosce bene il mondo e ha una ferma capacità di giudizio. Al contempo sosteniamo al massimo l’Ucraina. Dopo gli Usa la Germania è uno dei maggiori sostenitori del Paese a livello finanziario, umanitario e anche con le armi. La Germania fornisce armi molto importanti in questa guerra artiglieria e difesa aerea. Giorni fa abbiamo consegnato l’Iris-T , il sistema di difesa area più moderno al mondo, che nemmeno il nostro esercito possiede».

Putin l’ha mai minacciata di estendere il conflitto? «Per valide ragioni non riferisco riguardo ai colloqui che intrattengo con il presidente russo. Mi limito a questo: le notizie che ho letto su presunte minacce nel corso di questi colloqui sono false».

La riconquista dei territori occupati in Ucraina ora avviene con l’uso di carri armati di concezione sovietica. Se colpiti, il deposito di munizioni esplode e l’equipaggio muore bruciato. Da un Leopard colpito, invece, spesso i soldati riescono a uscire. Sono in gioco vite. Perché nega a Kiev carri armati di progettazione occidentale? «La Germania ha garantito la consegna all’Ucraina di oltre 100 carrarmati che possono essere utilizzati immediatamente, provenienti da Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia, Grecia. La logistica, i pezzi di ricambio e le munizioni per questi carrarmati sono disponibili in Ucraina. Stiamo cercando di garantire rifornimenti anche da altri Paesi. Ma resta il fatto che la fornitura di armi è legata a un principio molto chiaro: nessuna azione unilaterale. Mi permette di dire una cosa a questo proposito?»

Certo. «La mia impressione, parlando con i cittadini, è che il 20-30 per cento di loro non condivida nè la politica delle sanzioni, nè la fornitura di armi. Vale per gli elettori di quasi tutti gli orientamenti politici dalla CDU/CSU, alla FDP, ai Verdi, a anche la SPD. Discuto con i dubbiosi e spiego le ragioni delle nostre decisioni, qualcuno si è anche convinto. Molti pensano che la linea prudente del governo sia quella giusta. Il ventaglio di opinioni è quindi molto ampio. Dobbiamo tenerlo presente se vogliamo restare uniti come società».
Traduzione di Emilia Benghi

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