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La Repubblica Rassegna Stampa
21.09.2022 Iran, scontri e morti dopo l'uccisione di Mahsa
Cronaca di Gabriella Colarusso

Testata: La Repubblica
Data: 21 settembre 2022
Pagina: 15
Autore: Gabriella Colarusso
Titolo: «Iran in piazza per Mahsa scontri e almeno 5 morti: 'Lottiamo per la libertà'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 21/09/2022, a pag.15, con il titolo "Iran in piazza per Mahsa scontri e almeno 5 morti: 'Lottiamo per la libertà' ", la cronaca di Gabriella Colarusso.

Gabriella Colarusso (@gabriella_roux) | Twitter
Gabriella Colarusso

Iran: UN calls for probe into death of Mahsa Amini in police custody | News  | DW | 20.09.2022
Mahsa Amini

La folla si apre a farle da protezione, la ragazza salta su una pensilina della società elettrica, si toglie il velo e comincia a tagliarsi i capelli. Il rumore degli applausi squarcia il tramonto di Kerman, la città del generale “martire” Soleimani, simbolo del potere dei pasdaran: la piazza è gremita, in centinaia continuano ad arrivare. La morte di Mahsa Amini nelle mani della polizia morale è una ferita al cuore dell’Iran, che da cinque giorni scende in strada, dal Kurdistan alla capitale Teheran, da Shiraz a Sari, per chiedere giustizia e libertà. La repressione è severa. Nelle città curde dove sono iniziate le rivolte, Sanandaj, Saqqez, Diwandara, almeno cinque persone sono morte negli scontri. A differenza delle ultime ondate di protesta che avevano coinvolto sopratutto le province e la working class, la rabbia è esplosa anche nelle università di Teheran e Isfahan. «Ci attaccano con proiettili a salve e gas lacrimogeni, ma non ci arrendiamo: stiamo lottando per la nostra libertà e per il nostro futuro», ci dice al telefono Saba, 23 anni, che lavora in teatro. A decine si tolgono il velo, alcune lo bruciano, altre sfidano a capo scoperto le forze di polizia. Molte si tagliano i capelli in segno di solidarietà. Amini aveva 22 anni, veniva dal Kurdistan iraniano ed era in vacanza con la famiglia a Teheran quando è stata fermata dalla polizia morale perché vestiva in «maniera inappropriata», secondo i codici degli ultraconservatori che controllano le forze di sicurezza. Le ore seguite all’arresto sono un buco nero. La ragazza è stata portata in una stazione di polizia vicino a viale Keshvarz, nella capitale, ed è collassata poco tempo dopo. Trasferita in ospedale in coma, è morta dopo due giorni con ecchimosi all’orecchio destro. Il capo della polizia di Teheran, Hossein Rahimi, ha derubricato l’accaduto a «sfortunato incidente», mentre leautorità insistono col dire che sia morta per un infarto. La famiglia nega che Mahsa avesse problemi di salute e denuncia di non aver avuto accesso alla stanza della medicina forense dove sono stati fatti gli accertamenti. Altri testimoni, tra cui alcune infermiere dell’ospedale in cui è stata ricoverata, sostengono che sia stata picchiata più volte alla testa. Il sito finanziato dai sauditi, Iran International , ha ottenuto le immagini della Tac fatta alla ragazza che mostrerebbero una «frattura ossea, emorragia ed edema cerebrale». L’Onu chiede un’indagine trasparente, il segretario di Stato Usa Blinken condanna «la sistematica persecuzione delle donne», anche l’Italia stigmatizza l’«atto codardo». Il velo per le donne è obbligatorio dalla rivoluzione islamica del 1978, ma moltissime lo indossano spesso tenendo scoperta una parte dei capelli e l’opposizione a questa limitazione delle libertà individuali è diffusa tra la popolazione. Con il governo ultraconservatore di Raisi, inoltre, è aumentata la repressione: la Ershad, la polizia morale, è tornata in forza per le strade dopo gli anni di relativa libertà garantiti dal governo moderato di Rouhani.

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