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La Repubblica Rassegna Stampa
18.09.2022 Biden avverte Putin: 'Se usa l’atomica su Kiev gli Stati Uniti reagiranno'
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Repubblica
Data: 18 settembre 2022
Pagina: 14
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Biden avverte Putin: 'Se usa l’atomica su Kiev gli Stati Uniti reagiranno'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 18/09/2022 a pag.14 la cronaca di Paolo Mastrolilli dal titolo "Biden avverte Putin: 'Se usa l’atomica su Kiev gli Stati Uniti reagiranno' ".

A destra: Joe Biden

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Paolo Mastrolilli

Con i successi militari dell’Ucraina, Putin è stato imbarazzato e spinto in un angolo. Se considerasse di usare armi chimiche o nucleari - chiede il giornalista della trasmissione “60 Minutes” Scott Pelley - cosa gli direbbe? «Non farlo - risponde Biden - perché così il volto del conflitto cambierebbe come non accadeva dalla Seconda guerra mondiale». Pelly allora lo incalza: quali sarebbero le conseguenze? «Ovviamente non le dico. Ma sarebbe consequenziale. Diventerebbe ancora di più paria nel mondo, e in base alle dimensioni determineremmo la risposta». Il presidente ha evocato lo spettro nucleare perché il giornalista glielo ha chiesto, non per lanciare l’allarme sulla base di nuove informazioni d’intelligence. Però, come ha spiegato a Repubblica l’ex capo di Cia e Pentagono Panetta, «è un’ipotesi che non si può escludere. Putin è in un angolo, e davanti al pericolo di perdere tutto non sappiamo come potrebbe reagire».

Almost all Ukraine's grain goes to EU countries: Putin
Vladimir Putin

Il portavoce del Cremlino, Peskov, ha sollecitato Biden a leggere «la nostra dottrina, è tutto scritto lì». Ma la dottrina di Mosca prevede l’uso di armi nucleari tattiche solo in caso di aggressioni che mettano a repentaglio «l’esistenza, la sovranità e l’integrità territoriale dello Stato». Finora chi ha aggredito un paese vicino minacciando la sua esistenza è stata la Russia, e gli ucraini si stanno difendendo nei loro confini, a meno che Mosca non voglia sfruttare le esplosioni a Belgorod o incidenti creati ad arte per giustificare la risposta con le armi atomiche. La Russia ha più testate degli Usa, ma il suo vantaggio svanisce quando si entra nei dettagli dell’operatività e delle alleanze. E questo vale anche per le armi atomiche non strategiche di teatro, quelle a cui si riferiva Biden, perché nessuno vuole considerare seriamente la possibilità che la follia di Putin si spinga all’ipotesi di uno scontro aperto su scala planetaria, a cui l’intero genere umano non sopravviverebbe. Secondo i dati pubblicati dalla Federation of American Scientists, il numero complessivo delle testate nucleari esistenti al mondo è sceso a circa 12.700. Una riduzione molto significativa rispetto ai picchi della Guerra Fredda, quando ad esempio i soli Stati Uniti ne avevano oltre 31.000 poco dopo la crisi dei missili a Cuba, ma comunque una quantità sufficiente a distruggere la Terra, considerando anche il significativo aumento della loro potenza rispetto a quelle esplose a Hiroshima e Nagasaki. La Fas stima che la Russia ha 5.977 bombe, da Mosca alla Siberia, seguita dagli Usa con 5.428, Cina 350,Francia 290, Regno Unito 225, Pakistan 165, India 160, Israele 90 e Corea del Nord 20. Di queste 9.440 sono negli arsenali, ma quelle davvero “deployed”, ossia pronte all’uso sui missili e nelle basi aerei, sono 3.730. Lo United Nations Institute for Disarmament Research (Unidir) stima che le testate in “high alert”, che potrebbero essere lanciate in ogni istante, sono 1.940 in totale. Le rimanenti, quindi oltre 3.200, sono nei depositi in via di smantellamento. Sommando le bombe di Washington, Londra, Parigi e quelle isra eliane in realtà mai dichiarate, il totale sale a 6.033. Quindi il blocco occidentale supera la Russia, a meno di supporre che Cina, India, Pakistan e Corea del Nord non siano disposte a mettere le loro armi a disposizione di Mosca. La situazione si complica per il Cremlino quando si scende nei dettagli operativi. Il primo dubbio riguarda l’efficienza e la modernità del suo arsenale, perché in generale le forze armate di Mosca non hanno dato una grande prova di funzionalità in Ucraina, e pure prima che le sanzioni economiche le privassero di fondamentali forniture tecnologiche non sembravano all’avanguardia nella manutenzione. Il secondoproblema sta nei numeri. La Russia infatti ha 1.588 testate “deployed”, mentre quelle americane sono 1.644, a cui vanno aggiunte le 280 francesi e le 120 britanniche. Washington poi ha 100 bombe non strategiche di teatro già schierate, mentre Mosca non ne ha alcuna. Questo non solo dà un vantaggio immediato all’alleanza occidentale, ma aiuta l’intelligence a capire se Putin medita di usarle, perché noterebbe i preparativi necessari ad attivarle. Finora non ci sono stati segnali di questo genere, e ciò lascia supporre che l’eventuale impiego non possa essere imminente.

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