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La Repubblica Rassegna Stampa
12.07.2022 Iran, petrolio, armi: i dossier di Biden per il Medio Oriente
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Repubblica
Data: 12 luglio 2022
Pagina: 15
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Iran, petrolio, armi il rebus di Biden per la missione in Medio Oriente»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 12/07/2022 a pag.15 con il titolo "Iran, petrolio, armi il rebus di Biden per la missione in Medio Oriente" la cronaca di Paolo Mastrolilli.

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Paolo Mastrolilli


Joe Biden

Dare garanzie a Israele sul negoziato per resuscitare l’accordo nucleare con l’Iran; creare una difesa aerea comune tra lo Stato ebraico e i Paesi arabi del Golfo da Teheran, che secondo la Casa Bianca si prepara a fornire droni alla Russia; rilanciare il rapporto con l’Autorità palestinese, a partire da un finanziamento da 100 milioni di dollari per i suoi ospedali; togliere il blocco alla vendita di armi offensive all’Arabia Saudita, in cambio dell’impegno a chiudere il conflitto in Yemen, avvicinarsi all’ingresso negli Accordi di Abramo, e incrementare la produzione di petrolio per fare fronte all’aumento del prezzo che deriverebbe dal bando già deciso da Usa e Ue per quello russo. È carica di obiettivi molto concreti, la prima visita di Joe Biden in Medio Oriente, che comincia con la partenza da Washington stasera. Non tutti verranno raggiunti in questa missione, che serve a porre le basi di un nuovo rapporto con la regione, ma l’intento è avviare il processo per realizzarli nel prossimo futuro, con l’ambizioso progetto di cambiare il volto al Medio Oriente dopo l’ultimo decennio segnato da guerre e terrorismo.


La firma degli Accordi Abramo

La prima tappa sarà in Israele, dove il capo della Casa Bianca arriverà domani, e giovedì incontrerà il nuovo premier Yair Lapid e il presidente Isaac Herzog. La caduta dell’esecutivo Bennett ha complicato la visita, ma fino ad un certo punto, perché l’obiettivo è confermare lo stretto rapporto di alleanza, indipendentemente da chi sia al governo. Biden nutre ancora la speranza di resuscitare l’accordo nucleare firmato con l’Iran da Obama, ma la finestra per centrare questo obiettivo è ormai molto ridotta. Quindi vuole dare garanzie a Israele che comunque terrà al primo posto la sua sicurezza. Il Central Command, che include lo Stato ebraico, sta discutendo da mesi la possibilità di creare un sistema di difesa integrato con i Paesi del Golfo, contro la minaccia comune posta da Teheran. Ieri il consigliere per la Sicurezza nazionale Sullivan ha annunciato che l’Iran si prepara a fornire droni alla Russia. Il capo della Casa Bianca cercherà di riallacciare i rapporti con i palestinesi, dopo gli anni di Trump, partendo dalla donazione di cento milioni di dollari per i loro ospedali. Non è ancora pronto a riaprire la mediazione sulla creazione dei due Stati, ma vuole dare un segnale di cambiamento rispetto al predecessore, incontrando Abu Mazen venerdì. L’avvicinamento dell’Arabia agli Accordi di Abramo aiuterebbe, e non sfugge che la sosta più delicata del viaggio sarà a Jeddah, dove arriverà la sera del 15, per ricostruire i rapporti dopo il gelo provocato dall’omicidio del giornalista JamalKhashoggi. Biden ha scritto sul Washington Post che «dal principio il mio obiettivo è stato riorientare, ma non tagliare, le relazioni con un Paese che è stato un partner strategico per 80 anni». Durante un briefing del Council on Foreign Relations, l’ex ambasciatore Usa in Israele e inviato speciale per il Medio Oriente Martin Indyk ha detto che «nulla di tutto questo sarebbe successo senza la guerra in Ucraina». Però l’invasione di Putin ha imposto di rivedere le priorità, e «l’obiettivo concreto più importante sarà costruire la difesa comune dalle minacce iraniane per Israele e i Paesi del Golfo». Questo processo è già in corso. Secondo laReuters Washington è pronta a riprendere la vendita di armi offensive a Riad, a patto che chiuda la guerra in Yemen. In cambio, Biden si aspetta un aumento della produzione di petrolio per far fronte alla chiusura dei rubinetti russi, a partire da quando l’accordo Opec+ che include Mosca scadrà a settembre. Lo scopo è penalizzare Putin, evitando però che l’inflazione generata dalla crisi energetica metta in crisi le democrazie schierate con l’Ucraina. La Casa Bianca sottolinea che il presidente va a Jeddah per la riunione del Consiglio di cooperazione del Golfo, e vedrà il principe Mohammed bin Salman in questo contesto. Riorientare il rapporto con l’intera regione viene prima.

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