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La Repubblica Rassegna Stampa
05.07.2022 Francia, torna in discussione l’estradizione degli ex Br
Cronaca di Anais Ginori

Testata: La Repubblica
Data: 05 luglio 2022
Pagina: 19
Autore: Anais Ginori
Titolo: «Francia, torna in ballo l’estradizione degli ex Br. Il procuratore fa ricorso»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 05/07/2022, a pag.19, con il titolo "Francia, torna in ballo l’estradizione degli ex Br. Il procuratore fa ricorso", la cronaca di Anais Ginori.

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Il procedimento per l’estradizione di dieci italiani condannati per terrorismo negli Anni di Piombo e rifugiati in Francia non è ancora finito. Il procuratore generale Remy Heitz ha impugnato davanti alla Cassazione il parere sfavorevole annunciato dalla Corte di Appello di Parigi la settimana scorsa. Heitz era l’unico che poteva fare appello, l’Italia non aveva infatti possibilità di intervenire nel procedimento aperto nella primavera dell’anno scorso, dopo che l’Eliseo aveva dato il via libera all’esame delle richieste arrivate da Roma. La Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello, organo competente per le estradizioni, aveva motivato il suo rifiuto con il riferimento agli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo sul rispetto della vita privata e familiare e sul diritto ad un processo equo. Un caso a parte è quello dell’ex dirigente di Lotta Continua, Giorgio Pietrostefani, su cui ha pesato invece lo stato di salute. Pietrostefani, 78 anni, trapiantato di fegato, è soggetto a continui ricoveri e cure che i suoi legali avevano ricordato durante le udienze. L’ex militante Lc, condannato per l’omicidio di Luigi Calabresi, aveva partecipato solo alla prima udienza, nell’aprile 2021, apparendo debole e affaticato, ribadendo la sua innocenza davanti alla Corte. Secondo i magistrati Pietrostefani potrebbe soffrire «conseguenze di eccezionale gravità» nel caso di un’estradizione in Italia. Le altre domande pendenti dall’Italia riguardano gli ex Br Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi, Maurizio Di Marzio, Enzo Calvitti, l’ex militante di Autonomia Operaia Raffaele Ventura, l’ex militante dei Proletari armati Luigi Bergamin e l’ex membro dei "Nuclei armati contropotere territoriale", Narciso Manenti. Per la maggior parte di loro i magistrati hanno contestato le condanne in contumacia che violerebbero le garanzie alla difesa, anche se si sono volontariamente sottratti alla giustizia italiana. Nell’ordinamento francese, i condannati in contumacia hanno sempre diritto a un secondo processo, mentre in Italia questa possibilità è sottoposta a una serie di condizioni. Era stato Emmanuel Macron a suggerire la possibilità di un ricorso contro la decisione della Corte d’Appello, ricordando di aver «sostenuto la richiesta del governo italiano per l’estradizione». Macron, sensibilizzato sul dossier anche nei suoi colloqui con il presidente Sergio Mattarella, aveva deciso nel 2021 la svolta sulla Dottrina Mitterrand che avvelena da quarant’anni i rapporti bilaterali. L’operazione "Ombre rosse", con l’apertura del procedimento per dieci rifugiati italiani, era stata preceduta da un lungo lavoro di preparazione delle cancellerie e dal dialogo avviato tra Guardasigilli Eric Dupond-Moretti e Marta Cartabia. «È un ricorso meramente politico, uno scandalo. Il capo delloStato calpesta la separazione dei poteri » attacca Irène Terrel , la storica avvocata dei fuoriusciti della lotta armata. «Comunque questo ricorso non ha alcuna possibilità di andare in porto in quanto è una materia in cui è sovrana la Corte di Appello». Dello stesso tenore le parole dell’avvocato di Pietrostefani: «Era prevedibile, c’è stata una grande spinta politica » commenta Alessandro Gamberini,aggiungendo che la Procura generale parigina «ha un rapporto diretto col potere politico, a differenza delle nostre Procure generali». Ora il procuratore Heitz ha un mese di tempo per depositare il ricorso che, di norma, si basa su questioni strettamente di "violazioni di legge" nel dispositivo di una sentenza. La Chambre d’Instruction è arrivata alrigetto in blocco delle dieci domande dopo un lungo e approfondito esame della documentazione arrivata dall’Italia, con diverse udienze in cui era presente anche un avvocato a rappresentare lo Stato italiano.

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