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La Repubblica Rassegna Stampa
27.06.2022 Ucraina, nuovi crimini di guerra russi
Cronaca di Paolo Brera

Testata: La Repubblica
Data: 27 giugno 2022
Pagina: 10
Autore: Paolo Brera
Titolo: «Kiev, tornano i missili che uccidono i civili: 'Avvertimento al G7'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 27/06/2022, a pag. 10, con il titolo "Kiev, tornano i missili che uccidono i civili: 'Avvertimento al G7' " la cronaca di Paolo Brera.

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Aria greve di macerie e fumo, i vigili del fuoco appesi alle gru nel condominio sventrato. Riecco i missili a Kiev, ed ecco ancora il sangue dei civili. I russi miravano a una fabbrica militare, ma hanno centrato un asilo nido e distrutto una famiglia: l’asilo era vuoto, il palazzo purtroppono. È la terza volta che colpiscono la Artem, una vecchia fabbrica sovietica sulla Tatarska, vicino al centro di Kiev, che produceva missili. Ed è la seconda volta che sbagliano mira: qualche missile centra l’opificio, altri uccidono civili inermi nel condominio sull’altro lato della strada. Accanto a questo palazzo squassato ieri nel tetto, e schiantato per due o tre piani, ci sono i resti dell’ultimo attacco a Kiev: i primi tre piani del grattacielo con cui condivide un fianco non hanno più mura perimetrali né tramezzi. In uno di quegli appartamenti viveva la giornalista Vera Girich, l’ultima vittima dei russi nella capitale: quando morì — il 28 aprile, mentre dormiva in casa sua — il segretario generale dell’Onu era in visita dal presidente Zelensky. Ieri invece le superpotenze avevano riunito il G7 (che oggi ospiterà in remoto Zelensky) per discutere le nuove sanzioni alla Russia, e Mosca ha replicato con i missili: non temiamo nulla, colpiremo duro ovunque. Nel fumo del primo mattino esce su una barella una bimba bionda di sette anni, va dritta in rianimazione ma se la caverà. La mamma, incastrata sotto un lastrone di cemento, la tireranno fuori dalle macerie dopo 4 ore. Il papà invece no, lui non è sopravvissuto. Lei è russa, lui ucraino: una delle infinite famiglie miste di questa guerra fratricida. Da due giorni l’Ucraina è tornata a fronteggiare una tempesta di missili come non si vedeva dal primo mese d’assalto.

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Anche ieri mattina ne sono piovuti a decine. I russi attaccano in forze gli obiettivi strategici legati alla logistica militare. Hanno attaccato di nuovo Desna, nella regione di Chernihiv (a nord di Kiev), e per la prima volta hanno colpito Cherkasy, uccidendo una persona e ferendone cinque: tiravano al ponte su Dnepr, strategico per tutta la logistica sulla rotta est-ovest. I russi cercano metro per metro le armi in arrivo da Occidente, provano a fermarle per non averle tra i piedi ora che stanno accelerando l’assalto nel Donbass. Presa Severodonetsk stanno picchiando durissimo su Lysychansk per completare il lavoro nella regione di Lugansk, magià ammassano truppe per la battaglia decisiva: Slaviansk, e poi la vicinissima Kramatorsk, il capoluogo di regione del Donbass ucraino da quando cadde Donetsk nel 2014. Da due giorni lo scenario è cambiato: Mosca alza la pressione, allarga il conflitto tentando di coinvolgere la Bielorussia nella guerra, minaccia i Baltici per l’enclave di Kaliningrad e intanto mina le pretese ucraine di resistere con l’appoggio occidentale. Per questo è tornata sotto tiro Kiev. I missili sibilano in cielo alle 6.28 del mattino e si schiantano nella vecchia fabbrica dell’Artem. Nell’appartamento della maestra d’asilo 49enne Vale Kindurk, al primo piano di un palazzo limitrofo che no n è stato colpito, l’esplosione spalanca la porta di casa: «Era chiusa a chiave, ha distrutto la serratura», racconta. I vetri non c’erano già più, li aveva buttati giù il secondo attacco, quello di aprile. In famiglia hanno una certa esperienza, coi missili russi. Il ministero della Difesa russo però assicura che loro non c’entrano mica: sono stati gli ucraini, dice, è un colpo di antiaerea ad avere centrato i palazzi: «Noi abbiamo colpito una fabbrica di missili». Almeno seimissili sono stati sparati sulla capitale. Due sono stati abbattuti, due hanno centrato la fabbrica, uno è caduto nel cortile dell’asilo “Happy Time”, aprendo un cratere così. L’altro eccolo qui: i pezzi sono stati raccolti sul ciglio della strada. Il tetto ancora brucia, a metà mattina: «Non possiamo usare l’acqua, c’è ancora qualcuno sotto le macerie». C’era Ekaterina Volkova, 38 anni, nata a Mosca. È la mamma della piccola Zhenia, estratta ore prima. Uscirà alle 10,20 locali, dopo 4 ore. Se la caveranno. Ma là sotto c’è il corpo senza vita del papà.

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