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La Repubblica Rassegna Stampa
08.06.2022 La Francia tra Kiev e Mosca
Analisi di Bernard Guetta

Testata: La Repubblica
Data: 08 giugno 2022
Pagina: 1
Autore: Bernard Guetta
Titolo: «La Francia tra Kiev e Mosca»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 08/06/2022, a pag. 1, con il titolo "La Francia tra Kiev e Mosca", il commento di Bernard Guetta.

Bernard Guetta - Wikipedia
Bernard Guetta

Francia, Macron:
Emmanuel Macron

Temo che abbia torto. Senza dubbio è immodesto che io lo dica perché, a differenza di lui, nonincontro regolarmente i presidenti di Russia e Ucraina. Temo, in ogni caso, che Emmanuel Macron abbia torto quando dice e ribadisce che «non si deve umiliare la Russia». Che non ci siano fraintendimenti: quando verrà il tempo dei negoziati di pace tra Kiev e Mosca, tutte le democrazie e tutte le persone ragionevoli dovranno fare di tutto per evitare che si ripeta il tragico errore commesso con il Trattato di Versailles. Non si dovrà fare con la Russia quello che i vincitori della Prima guerra mondiale fecero con la Germania, mandandola in rovina e umiliandola al punto da spingerla a cercare la sua rivincita in una nuova guerra. Una volta sconfitto l’aggressore, naturalmente bisognerà vigilare in modo da non “umiliare” la Russia. Ma questo vale già oggi? È mai possibile esprimersi su questo ammonimento quando la Russia si umilia da sé, seminando morte e devastazione in Ucraina, prendendo di mira le scuole e gli ospedali e tollerando o ordinando le peggiori atrocità? Tutto questo non ha senso. Tutto questo, in ogni caso, è incomprensibile per gli ucraini che si indignano e protestano. Tutto questo è inammissibile anche per tutti gli altri Paesi usciti dal blocco sovietico. Tutto questo isola la Francia, tra gli Stati dell’Unione che ne fanno parte da più tempo e, peggio ancora, riporta in vita l’antico sospetto di una connivenza storica tra Parigi a Mosca a discapito dell’Europa centrale. Senza fare del bene a nessuno, la Francia fa torto a sé stessa. Questo vuol forse dire che Emmanuel Macron cadrebbe in errore qualora credesse che il ruolo della Francia è quello di diventare, nel caso in questione, “una potenza mediatrice”? In verità, ha ragione a pensarlo perché la Rivoluzione francese del 1789, l’impronta culturale della Francia in Russia, l’azione gollista e la costante peculiarità della diplomazia francese nel campo occidentale hanno creato negli ambienti della classe politica dirigente e nel popolo russo un legame particolare con la Francia. La Russia percepisce i francesi come amici di lunga data, nei confronti dei quali le divergenze non incidono negativamente sulla fiducia. Ciò vale per tutte le correnti politiche e tutte le generazioni e, in questa crisi, conferisce dunque alla Francia una responsabilità specifica. Non soltanto è il Paese meno mal collocato per mantenere un canale aperto tra Kiev e Mosca pur armando gli ucraini, ma oltretutto la sua cultura e ilsuo lungo passato di potenza mondiale le offrono i mezzi atti a prendere in considerazione le condizioni della stabilizzazione continentale, senza la quale non potrà esserci una pace duratura tra Ucraina e Russia. È dalla Francia che può venire l’incentivo a un nuovo rapporto tra Unione europea e Federazione russa. La Francia può assumere un ruolo di primo piano delineando un riavvicinamento tra questi due pilastri del continente e permettendo lo sviluppo di un nuovo assetto europeo. Questa sola posta in gioco dovrebbe impedirle di lasciare che si insinui l’ombra di un’incomprensione della sua politica nelle altre capitali dell’Unione. Ma che cosa può fare, in queste circostanze, per non lasciarsi sfuggire le sue opportunità di contribuire alla pace? Prima di tutto, la Francia deve distendere i suoi rapporti con l’Ucraina smettendo di riaffermare la necessità di non umiliare la Russia e darsi quindi la possibilità di continuare a fungere da intermediaria tra Kiev e Mosca. In secondo luogo, la Francia dovrebbe diventare il sostegno più efficiente dell’Ucraina e chiedere che le sia accordato lostatus di Paese candidato a entrare nell’Unione europea per poter operare lecitamente, a tempo opportuno, ai compromessi storici necessari a garantire una pace perenne. Infine, la Francia dovrebbe adoperarsi affinché i Ventisette propongano ufficialmente a grandi linee alla Russia — al popolo come alla classe politica dirigente — l’accordo di sicurezza e cooperazione che loro auspicano di firmare con Mosca il giorno in cui avrà fine l’aggressione contro l’Ucraina. L’Unione, quindi, alimenterebbe il dibattito politico russo e al tempo stesso preparerebbe il futuro e, a maggior ragione, segnalerebbe la sua volontà di tendere una mano alla Russia, trattandola da partner indispensabile e senza umiliarla.
(Traduzione di Anna Bissanti)

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