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La Repubblica Rassegna Stampa
31.05.2022 Usa: dietrofront di Biden sulle armi
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Repubblica
Data: 31 maggio 2022
Pagina: 8
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «'Le armi Usa non colpiranno Mosca'. Biden frena sui razzi a lungo raggio»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 31/05/2022 a pag.8 con il titolo "'Le armi Usa non colpiranno Mosca'. Biden frena sui razzi a lungo raggio" la cronaca di Paolo Mastrolilli.

A destra: Joe Biden

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Paolo Mastrolilli

«Non manderemo all’Ucraina sistemi di razzi con la capacità di colpire in Russia». A cosa si riferiva Joe Biden, quando ieri mattina ha fatto questa dichiarazione, arrivando alla Casa Bianca per le celebrazioni del Memorial Day dedicato ai caduti di tutte le guerre americane? Intendeva che Washington non darà a Kiev i Multiple Launch Rocket System, disperatamente richiesti da Volodymyr Zelensky per fermare l’offensiva di Mosca nel Donbass, oppure che le munizioni inviate non avranno la gittata necessaria a superare il confine tra i due Paesi? L’ex presidente russo Dmitrij Medvedev ha accolto con favore il commento, definendolo «razionale ». E certamente lo è, nell’ottica sempre adottata dal presidente di non creare le condizioni per la Terza guerra mondiale. Tuttavia l’interpretazione prevalente sembra essere la seconda, cioè non quella preferita dal Cremlino, secondo cui il Pentagono sta solo valutando i limiti da imporre all’uso di queste armi, e non la loro consegna. Gli Usa hanno già fornito all’Ucraina dozzine di Howitzer da 155mm, che stanno arrivando sul campo di battaglia. Sono obici più potenti e precisi di quelli russi, ma con una gittata limitata a circa 20 miglia, ossia utili solo nel teatro di battaglia più ravvicinato. Kiev ha chiesto invece i Multiple Launch Rocket System (Mlrs) e gli High Mobility Artillery Rocket System (Himars), perché sono in grado di lanciare le munizioni fino a 300 chilometri di distanza, e quindi consentirebbero alle sue forze di rispondere all’artiglieria russa colpendo in profondità e da posizioni di sicurezza, visto che i cannoni di Mosca hanno una gittata massima di circa 50 chilometri. Venerdì la Cnn e ilWashington Post hanno rivelato che gli Usa stanno considerando di fornirli, e il portavoce del Pentagono John Kirby lo ha confermato. Il problema è che gli Mlrs e gli Himars avrebbero la capacità di raggiungere il territorio nazionale nemico, dando quindi al Cremlino la scusa per dire che è sotto attacco diretto della Nato, e magari reagire con l’arsenale atomico.

Biden ha sempre detto che un punto fermo della sua strategia in Ucraina è evitare la Terza guerra mondiale. Perciò una fonte dell’amministrazione ha spiegato così alFinancialTimes il commento di ieri: «Nulla è sul tavolo in termini di missili con capacità di lunga gittata», ma inviare gli Mlrs è ancora «in considerazione », perché potrebbero essere usati con munizioni di raggio più corto. Interpretazione simile a quella di Oleksiy Arestovych, consigliere di Zelensky: «Gli Mlrs hanno missili di tipologia e gittata differenti. Vedremo quale decisione verrà presa dagli Usa nel prossimo futuro». Di sicuro il tono usato ieri da Biden per il Memorial Day non ha segnalato un allentamento della tensione: «Mentre la Russia conduce ancora una volta una guerra di aggressione per soffocare la libertà, la democrazia, la stessa cultura e identità della vicina Ucraina, vediamo molto chiaramente tutto ciò che è in gioco. La libertà non è mai stata gratuita. La democrazia ha sempre richiesto dei campioni ». Quindi ha proseguito: «L’Ucraina è un popolo in prima linea, che lotta per salvare la propria nazione. Fa parte di una lotta più ampia che unisce tutte le persone. È una lotta a cui hanno partecipato così tanti patrioti il cui eterno riposo è qui, in questi luoghi sacri: una battaglia tra democrazia e autocrazia, libertà e repressione». Il capo del Pentagono Lloyd Austin ha aggiunto: «Oggi sui campi di battaglia dell’Ucraina il mondo vede di nuovo il potere dei cittadini e dei soldati democratici di sfidare la tirannia, la crudeltà e l’oppressione. La loro libertà è sotto attacco. Così come l’ordine internazionale radicato nelle regole, che abbiamo costruito dalla Seconda guerra mondiale». Non sono certo i toni di chi si prepara alla ritirata. Perciò l’interpretazione prevalente è che Washington stia valutando con prudenza la capacità delle armi da inviare a Kiev, per evitare il rischio di essere trascinata in un conflitto diretto con Mosca, ma resta ferma nella determinazione di negare a Putin un successo che scardinerebbe l’ordine globale basato sulle regole, per difendere invece tutte le democrazie dall’aggressione delle autocrazie.

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