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La Repubblica Rassegna Stampa
27.05.2022 Il falso pacifismo
Analisi di Yoram Gutgeld

Testata: La Repubblica
Data: 27 maggio 2022
Pagina: 32
Autore: Yoram Gutgeld
Titolo: «Il falso pacifismo»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 27/05/2022 a pag.32 con il titolo "Il falso pacifismo" l'analisi di Daniele Raineri.

Yoram Gutgeld (@YoramGutgeld) | Twitter
Yoram Gutgeld

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L’opposizione all’invio delle armi in Ucraina raccoglie consensi perché appare una posizione nobile, colpevole al più di un buonismo utopista. Invece è un inganno. Le giustificazioni “ufficiali” di questo pacifismo sono palesemente illogiche, e rappresentano un diversivo per celare argomentazioni complottistiche della stessa matrice dei No Vax e dei negazionisti dell’Olocausto. Si può sintetizzare la ragione addotta per lo stop più o meno così: “L’invio delle armi non è servito a fermare la guerra, e porta invece a una pericolosa escalation”. Ma se l’obiettivo esclusivo dell’Europa fosse far cessare le ostilità al più presto, il modo più efficace per ottenerlo sarebbe quello di costringere l’Ucraina alla resa. Perseguendo tale obiettivo bisognerebbe per assurdo non solo togliere qualsiasi sostegno all’Ucraina, ma addirittura supportare i russi viste le loro difficoltà militari. Questa reductio ad absurdum serve a dimostrare che l’obiettivo non può essere far cessare le ostilità al più presto e in qualsiasi modo. Gli obiettivi dell’Europa dovrebbero essere la salvaguardia del benessere e della vita degli ucraini e le garanzie di sicurezza e stabilità geopolitica della zona. È possibile raggiungere questi obiettivi lasciando l’Ucraina sola al suo destino, come propongono di fare i nostri pacifisti? La risposta è sì, ma solo se si ritiene che Putin abbia agito in legittima difesa contro l’aggressione altrui. Gli “altrui” sarebbero naturalmente gli stessi ucraini nei confronti degli abitanti russofoni del Donbass e soprattutto la Nato e gli Usa, rei di espansionismo aggressivo nei confronti della Russia pacifista. Per fermare la guerra non servirebbe quindi mandare armi agli ucraini, ma semplicemente cessare le presunte ostilità nei confronti della Russia, per esempio eliminando la presenza di mezzi e personale militare Usa dal suolo europeo. Per sostenere un disarmo unilaterale dell’Ucraina servirebbe credere che la colpa del conflitto sia interamente americana/ucraina. Se la Russia avesse una minima inclinazione belligerante da parte sua servirebbe invece un negoziato, e il continuo invio delle armi sarebbe indispensabile per mettere pressione. Se i pacifisti non vogliono aggiungere alla lotta contro la guerra anche quella contro la logica, dovrebbero sostenere che Putin sia una specie di Mahatma Gandhi costretto controvoglia ad agire militarmente.

Disarmiamo l’Ucraina e lui si fermerà.
La “ghandizazzione” dei feroci dittatori non è un’idea nuova. Il capostipite moderno è David Irving, lo storico inglese che si dedicò alla riabilitazione di Hitler negandone la responsabilità dell’Olocausto e addirittura negando l’Olocausto stesso. Ha sostenuto che Hitler fosse una vittima del guerrafondaio Churchill che, smanioso di prendere il potere e finanziato da soldi ebrei, aveva convinto Chamberlain a dichiarare guerra alla pacifica Germania. Auschwitz era un campo di lavoro, e cosi via. Prima della sua trasformazione nel difensore di Hitler, Irving era uno stimato storico, apprezzato per la sua profonda conoscenza della Seconda guerra mondiale e degli archivi del Reich. I suoi nostrani seguaci, da improvvisati esperti, si limitano ad imitare le sue teorie. Hitler si sentiva minacciato dal “belligerante” patto anglo-polacco, come Putin nei confronti dell’espansionismo della Nato. Hitler voleva solo difendere i tedeschi strappati alla patria (Polonia, Cecoslovacchia, Francia, Belgio e Danimarca) nell’umiliante trattato di Versailles, come oggi vuole fare Putin nei confronti dei russi d’Ucraina, vittime dello sciagurato scioglimento dell’Unione Sovietica. Hitler, costretto alla guerra, non usò tutta la forza militare della Germania nei confronti dei Paesi occupati (come la Francia), esattamente come fa bontà sua Putin nei confronti dell’Ucraina. E così via. La maggioranza dei proponenti del disarmo unilaterale dell’Ucraina, per vergogna o per superficialità, non esprime la visione di un Putin pacifista provocato. La posizione è motivata più da un antico anti-americanismo che non da un nuovo amore per Putin. Utilizzando giustificazioni irrilevanti (“la guerra non si è ancora fermata”) o insufficienti (“i cattivi Usa”), la posizione dei pacifisti sembra moderata. E per questo motivo tocca le corde giuste dell’opinione pubblica. È dovere di chi governa il dibattito pubblico far emergere la cruda verità. Il pacifismo sulla guerra ucraina è una posizione estremista alla pari del negazionismo dell’Olocausto o del complottismo dei No Vax. Ma chiedere cosi tanto ai conduttori dei nostri talkshow è forse troppo.

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